Renzo Bellanca – Carte
Protagonista dell’ultima Biennale “sgarbiana”, Renzo Bellanca appartiene a quella generazione artistica post-novecentesca che oggi appare come avamposto di quella espressività che è sillabario originale e significativo del tempo attuale.
Comunicato stampa
Si inaugura il 24 maggio prossimo, alle ore 19, alla Saletta in via Giacomo Matteotti a Frosinone, la mostra di Renzo Bellanca “Carte”. Un percorso inedito tra le opere ultime del Maestro siciliano. Protagonista dell’ultima Biennale “sgarbiana”, Renzo Bellanca appartiene a quella generazione artistica post-novecentesca che oggi appare come avamposto di quella espressività che è sillabario originale e significativo del tempo attuale.
Nato in Sicilia nel 1965, docente di Scenotecnica presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, vive e lavora a Roma da oltre venti anni. Il percorso professionale - dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze – lo porta quasi immediatamente nella direzione della scenografia cinematografica e, trasferitosi a Roma collabora con i maggiori registi italiani, Paolo Virzì, Roberta Torre, Gabriele Muccino, Marco Tullio Giordana, Carlo Vanzina solo per citarne alcuni. Ma è la ricerca pittorica e scultorea ad “invadere” quasi completamente il tempo artistico di Bellanca. Il metodo della “stratigrafia plastica” attraverso rappresentazioni informali, molto spesse e materiche, permettono a Bellanca di scavare nella memoria, ovvero l’origine e il divenire del nostro essere. Della sua opera hanno scritto, tra gli altri, Juan Carlos Garcia Alia, Loredana Rea, Francesca Cappelletti, Luigi Galluzzo, Gaetano Savatteri, Dante Bernini, Ivana D’Agostino. Presente all’ultima edizione della Biennale di Venezia curata da Vittorio Sgarbi le sue opere sono in permanenza nel Museo d’Arte Contemporanea di Ourense (Spagna).
“Carte” è probabilmente il prologo di un percorso ricco di nuovi bagliori, di aliti, di curiosi attraversamenti in cui la narrazione “storica” di Bellanca sembra trovare nuove energie, inediti incroci. Se la memoria è l’inevitabile nutrimento di tutta la pittura del Maestro siciliano, è lo sguardo alle nuove frontiere cromatiche e formali, a “svelare” i percorsi prossimi venturi. “ Ecco, a me pare che la narrazione pittorica di Renzo Bellanca”, ha scritto di recente Rocco Zani, “sia costruita su piani apparentemente separati (per temporalità, per alibi, per sentenze) eppure capaci di fatali intendimenti come se uno strappasse all’altro il senso prezioso della razionalità, della storia, dell’origine per farne codice di progressiva osservazione, di sorpresa: e l’altro ampliasse, per millesimi, le prospettive esistenti. Questa contesa di sguardi, posti quasi a retroguardia e ad avamposto dell’incedere segnano, a mio dire, il patrimonio linguistico di Bellanca pittore...”.