Monumento all’emigrato
Un monumento può essere anche un leggero attimo di emozione o di commozione?
Comunicato stampa
A cura di Placentia Arte in collaborazione con il Laboratorio di Alberto Esse / Luogomobile e Gruppo colombofilo di Piacenza.
Inaugurazione dell’evento sabato 25 maggio ore 18 in Piazza Cavalli. Piacenza
Un monumento può essere anche un leggero attimo di emozione o di commozione?
Via dalla gabbia.
C'è autentica libertà solo là dove c'è reale emancipazione dai bisogni fondamentali.
Non ci può essere libertà vera quando in primo luogo, come insegna la nostra Costituzione, manca il lavoro, il diritto ad avere un'abitazione dignitosa, un'educazione paritaria, un'assistenza sanitaria reale. Quando mancano questi presupposti allora la tua casa, la tua terra, la tua nazione diventano una gabbia. La gabbia della miseria da cui i nostri emigrati (come gli attuali migranti) hanno “spiccato il volo” alla ricerca di un mondo migliore, dirigendosi verso i quattro punti cardinali.
Un lungo andare alla cui fine, nel cuore di ogni emigrato e di ogni migrante, c'è sempre come obiettivo concreto o semplice speranza il sogno di ritornare alle proprie radici, alla propria terra, alla propria casa.
Proprio come questi colombi viaggiatori liberati dalle loro gabbie durante l'happening, pronti a spiccare il volo verso l'ignoto, conservando al contempo un istinto innato che li spinge sempre a tornare da dove erano partiti.
Affiancandosi al dibattito odierno sulla forma monumento nell'arte contemporanea questa azione ci invita a riflettere sulle differenti possibilità e potenzialità del monumento pubblico nella nostra epoca.