Nothing to see here
Nothing to see here è una mostra in due parti e una discussione sull’arte e la cultura visiva al tempo di Internet, a cura di Valentina Tanni e Domenico Quaranta.
Comunicato stampa
Nothing to see here è una mostra in due parti e una discussione sull’arte e la cultura visiva al tempo di Internet, a cura di Valentina Tanni e Domenico Quaranta.
L’iniziativa si configura come un momento di riflessione sullo statuto delle immagini nella società contemporanea. La diffusione globale dei computer e di Internet, che ha fornito a un grandissimo numero di utenti l’accesso agli strumenti di produzione e di distribuzione delle immagini, ha innescato una vera e propria esplosione della creatività a tutti i livelli. Ne risulta un universo visivo multiforme e indefinito – fatto di prodotti culturali amatoriali, irregolari, creazioni anonime e collettive, memes e video virali – che spesso sembra evocare e riproporre linguaggi e pratiche riconducibili alle avanguardie artistiche, storiche e recenti. Nothing to see here vuole offrire una panoramica su questo movimento disomogeneo e vitale, che avviene fuori dai circuiti istituzionali e sta lentamente dando forma a una nuova cultura, che mette radicalmente in discussione il modello professionistico nel settore delle arti e ci costringere a ripensare l’attività creativa tutta e il suo ruolo nella società.
L’argomento sarà affrontato presentando, in mostra e durante il talk del 18 giugno, sia i prodotti della cultura amatoriale che quelli degli artisti che si confrontano attivamente con questo nuovo scenario.
A partire dal 30 maggio l’ISR ospita un grande wall di immagini provenienti dal web (circa un migliaio): un collage multiforme e caotico costruito con l’obiettivo di trasferire nello spazio fisico un pezzetto di quel magma di visioni e creazioni che si espande senza sosta e ci raggiunge ogni giorno attraverso lo schermo dei nostri computer. L’allestimento del wall è a cura di Canedicoda.
Su questo sfondo sono presentate anche due selezioni di video: la prima parte, dal titolo Don’t watch if you dislike, è composta da video amatoriali disponibili su Youtube; Compiler 04, a cura di Raffael Dörig, presenta invece opere video firmate da un gruppo di giovani artisti di provenienza internazionale che si confrontano, a livello estetico e concettuale, con le culture di Rete.
Il 1° giugno, nell’ambito del Wired Next Fest 2013 che si svolge in contemporanea nei Giardini Indro Montanelli di Via Palestro, l’ISR (in collaborazione con l’EPFL - Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne e Reflex Magazine) una panoramica su alcune delle più innovative iniziative tecnologiche – svizzere e internazionali – nell’ambito della gestione dei dati hardware e software applicata all’urbanistica: Reinventing Cities: Architecture, Urbanism and Data.
Il 18 giugno saranno presentati i lavori di Adam Cruces ed Enrico Boccioletti. Il lavoro dei due artisti andrà ad affiancarsi alle due compilation video, completando la mostra.
Lo stesso giorno si svolgerà un talk sui temi del progetto. Partecipano alla tavola rotonda i curatori, Valentina Tanni e Domenico Quaranta, Raffael Dörig, critico e curatore di base a Basilea, direttore della Kunsthaus Langenthal, Adam Cruces ed Enrico Boccioletti. Durante l’incontro sarà presentata Compiler 04, la compilation di video d’artista presente in mostra, pubblicata sotto forma di DVD nel 2012 e distribuita da Motto Distribution (Berlino).
Gli artisti:
Enrico Boccioletti (*1984, Pesaro. Vive e lavora a Milano) è un artista e un musicista attivo nel campo della performance e del suono post-concettuali e “new vernacular”. I temi della circolarità e dell’incompletezza, della duplicazione e dell’accumulazione, la perdita, la stratificazione, la contraffazione e il faux-real sono alcuni degli argomenti che l’artista affronta nel suo lavoro.
Le opere di Adam Cruces (*1985, Houston, USA. Vive e lavora a Zurigo) analizzano l’interazione tra uomo e computer e l’attuale condizione di progresso raggiunta attraverso la tecnologia.
Dopo gli studi in arti visive al Kansas City Art Institute e al ZHdK di Zurigo, ha fondato Desktop Views e Headquarters, rispettivamente un sito web che raccoglie un database di immagini e un project space e una piattaforma disponibile anche sul web.
Ha partecipato a mostre personali e a collettive presso Link Center for the Arts of the Information Age, Brescia; Elaine MGK, Basilea; Museum of Fine Arts, Houston; Foto 30, Guatemala City. Ha in programma una serie di progetti espositivi presso 55 Sydenham, Sydney; NERO Headquarters, Roma; IMO Projects’ Phonebox, Copenhagen e Helmhaus a Zurigo.
I curatori:
Valentina Tanni è critica d’arte e curatrice. Si interessa principalmente del rapporto tra arte e nuove tecnologie, con particolare attenzione alle culture del Web. Nel 2001 ha fondato Random Magazine, una delle primissime rubriche online interamente dedicate alla Net Art – il sito, chiuso nel 2011, è poi diventato un libro (Random, Link Editions). È stata tra i fondatori di Exibart, progetto a cui ha lavorato fino al 2007. È co-fondatrice e caporedattore di Artribune. Ha curato numerose mostre, tra le più recenti: “L’oading. Videogiochi Geneticamente Modificati” (Siracusa, 2003), “Maps and Legends. When Photography Met the Web” (Roma, 2010), Datascapes (Roma, 2011), Hit the Crowd. Photography in the Age of Crowdsourcing (Roma, 2012). Vive e lavora a Roma.
Domenico Quaranta è critico d’arte e curatore. La sua ricerca prende in esame l’impatto degli sviluppi tecnologici e sociali sull’arte, con un particolare riferimento all’arte negli spazi dedicati al networking. Collabora regolarmente con Flash Art e Artpulse magazine. Il suo primo libro, NET ART 1994-1998: La vicenda di Äda’web è stato pubblicato nel 2004. È anche autore di Media, New Media, Postmedia (Postmediabooks, 2010) e In My Computer (Link Editions, 2011). Ha curato e co-curato numerose mostre in Italia e all’estero, tra le più recenti: “Playlist” (LABoral, Gijon 2009 – 2010 e iMAL, Bruxelles 2010); “Italians Do It Better!!” (evento collaterale durante la Biennale di Venezia, 2011) e “Collect the WWWorld. The Artist as Archivist in the Internet Age” (Brescia, Spazio Contemporanea 2011; Basel, House of Electronic Arts e 319 Scholes, New York 2012).
Insegna Net Art all’accademia di Belle Arti di Brera. È il direttore artistico di Link Center for the Arts of the Information Age, di cui è anche co-fondatore dal 2011. Vive e lavora a Brescia.
Raffael Dörig ha studiato storia dell’arte, media art e germanistica all’Università di Basilea, dove vive e lavora. È il direttore della Kunsthaus Langenthal dal 2012. È stato curatore presso Medienkunstraum plug.in dal 2006 al 2011 e co-fondatore e co-curatore dello Shift Electronic Arts Festival a Basilea. Insegna al dipartimento di media art alla Haute ecole d’art et de design di Ginevra (HEAD).
In collaborazione con LINK Center for the Arts of the Information Age