Pietro Iori – Obbligatoriamente transitori
Il progetto propone un ciclo di opere dell’artista Pietro Iori (Reggio Emilia, 1973) facenti parte della serie in progress “In front off”, alcune inedite, che giocano sul senso di uno spazio temporale catturato tra le esigenze della quotidianità, attraverso l’identità delle persone che lo attraversano in modo transitorio.
Comunicato stampa
Il progetto propone un ciclo di opere dell'artista Pietro Iori (Reggio Emilia, 1973) facenti parte della serie in progress “In front off”, alcune inedite, che giocano sul senso di uno spazio temporale catturato tra le esigenze della quotidianità, attraverso l'identità delle persone che lo attraversano in modo transitorio. Il titolo della mostra dichiara difatti un implicito appostamento da parte dell'artista di circa un'ora per documentare frammenti di realtà quotidiana, il tempo di passaggio delle persone dirette al lavoro o alle incombenze quotidiane in uno spazio neutro (poiché potrebbe essere qualsiasi luogo) che non ha nessun valore estetico.
Lo scatto che diventa filmato ri - significa il paesaggio urbano attraverso le persone stesse colte nella loro tipicità, mentre lasciano tracce del loro passaggio.
Il gioco degli spostamenti quotidiani – spesso obbligatori - diviene quindi nel timing dell'artista teoria di un'alterità collettiva, provvisoria ed effimera, di un'antropologia della solitudine individuale tipica delle megalopoli, frammenti di un mondo che scorre troppo veloce per l'occhio umano che registra così uno sguardo retrospettivo. Un fotogramma scattato in un luogo architettonico senza alcuna identità umana e un'immagine rielaborata di mani che reggono una macchina fotografica con la sequenza video in una slide show su schermo digitale dei passanti, definiscono la modalità di un'azione strettamente concettuale che rivela coordinate sociali delle quali tutti siamo - più o meno consapevolmente - partecipi.
(Francesca Baboni, Stefano Taddei)