Samantha Lina – Taking a Chance on Nonsense
Il DoloresArt Laboratory di Volterra, sito all’interno dello storico Palazzo Viti, presenta per la seconda volta le opere dell’artista milanese Samantha Lina.
Comunicato stampa
Il DoloresArt Laboratory di Volterra, sito all’interno dello storico Palazzo Viti, presenta per la seconda volta le opere dell’artista milanese Samantha Lina.
Le opere proposte in Taking a Chance on Nonsense sono una selezione di sculture e quadri create tra il 2008 e oggi nelle quali l'artista elabora la propria ricerca di senso partendo dall'utilizzo di materiali poveri e frammenti altrimenti insignificanti. Racconta Samantha Lina: “Frammento è una parola che mi appartiene, perché da sempre sono una collezionista di cose spesso inutili. Con il passare del tempo ho scoperto che inutilità e senso, in realtà, hanno molto in comune. Immagino che sia perché la poesia che è dell’inutile e il bisogno di un senso, insieme, formano il nostro equilibrio fragile.”
Le raffinate opere che ispirano un’immediata e silenziosa contemplazione, sono insieme di frammenti e spesso reiterazione dell'oggetto rappresentato, come in Riciclo perpetuo (collage di decine e decine di occhi ritagliati da riviste e giornali e foglia oro su tela), oppure Mani, collezione di collage di disegni di mani tutte levate al cielo, o anche Cuore Sacro, dove il frammento del disegno di una mano sembra indicare una possibile uscita da questo continuo girare attorno in cerca di un senso. Tracce guidate e illuminate poi dalla presenza della foglia d’oro, unico materiale prezioso, che simboleggia la “direzione elevata” verso la quale ispirarsi per ritrovare un ordine. Un’apparente ma ricercata dicotomia quella tra il supporto semplice e i concetti elevati del senso, della memoria, del tempo, del silenzio, della preghiera che riporta all’attenzione proprio la semplicità dell’essenza del vivere.
Anche nelle opere che l'artista definisce oniriche, dove il tema e' apparentemente più complesso, i frammenti sono "tracce che hanno smarrito la propria origine e si compongono senza giudizio in forme irreali eppure, qui nell'oggetto d'arte, tangibili". Ci si spinge al limite del comprensibile e "finalmente si accoglie l'abbandono nel tutto possibile".
La mostra sarà visitabile fino al 31 luglio tutti i giorni 10,00-13,00 / 14,30-18,30 presso Palazzo Viti, lo storico palazzo di Volterra reso celebre dal regista Luchino Visconti che girò nelle sue stanze alcune riprese di "Vaghe stelle dell'Orsa", il film che gli valse il Leone d'Oro alla 30^ Mostra del Cinema di Venezia.
Testo Critico di Sissa Caccia Dominioni Motta
Quando l’interesse per una cosa scema lasciando il posto all’indifferenza, quando l’inutilità dell’ oggetto suggerisce solamente l’idea della sua eliminazione, può accadere che, contro ogni apparente logica, esso venga preservato dalla sua distruzione.
Evidentemente celava un senso che sfuggiva alla ragione ma che il cuore riconosceva perfettamente.
E così i frammenti dimenticati del quotidiano, desituati, sottratti al loro destino di oblio, si aprono ad un nuovo rapporto con il reale, divenendo grammatica formale di una scoperta emotiva, anima e respiro di un’intuizione che si fa lentamente strada e si affaccia, a volte dolorosamente, alla luce.
Protagonisti dei lavori di Samantha Lina sono i frammenti che pur nella loro individualità peculiare vengono colti dal nostro sguardo totalmente fusi e legati fra di loro da un filo che, a volte, si concretizza realmente sulla tela. Il filo, vera anima dell’artista, è cifra della sua sensibilità alla costante ricerca del segno occulto delle cose.
Pianeti remoti gli occhi che vengono a galla nella serie “ Riciclo perpetuo”, occhi sospesi, fluttuanti, gocce di luce che emergono da passati lontani, ma non dimenticati, che raccontano e ricompongono l’età dell’oro dell’anima.
Perché “ Le cose sono”. Bisogna saperle illuminare. Con gli occhi.
E poi le mani che ascendono, che accolgono petali rossi, frammenti di sangue e passione che danzano lenti nell’aria.
I lavori di Samantha Lina ci attraggono con il loro mistero e ci invitano in un luogo in cui l’insolito si svela, un luogo dove dobbiamo lasciare i nostri sensi liberi di dialogare con le tracce sparse che l’Artista ha elaborato. E i segni non sono mai statici man metamorfosi divenienti il cui nuovo respiro apparirà, forse mutato, domani.