Stefano Graziani – Conversazioni notturne
La mostra a cura di Alessandro Dandini de Sylva presenterà un progetto inedito che si interroga sul significato della rappresentazione e sul rapporto tra immagine e coscienza.
Comunicato stampa
Dal 19 giugno al 26 luglio sarà aperta al pubblico presso la Fondazione Pastificio Cerere la personale del fotografo Stefano Graziani. La mostra a cura di Alessandro Dandini de Sylva presenterà un progetto inedito che si interroga sul significato della rappresentazione e sul rapporto tra immagine e coscienza.
In Conversazioni notturne ogni fotografia è un incontro. A differenza di quanto accade nell'osservazione quotidiana della realtà, nelle inquadrature di Stefano Graziani si può vedere un solo soggetto per volta. Annullando ogni riferimento di spazio e tempo, in una forma di tassonomia, le sue immagini individuano una serie di unità discrete attraverso cui si articola un processo di conoscenza del mondo, ovvero una sua interpretazione.
In questa nuova serie di fotografie, come per la precedente Under the Volcano and Other Stories, estraendo l’immagine dal suo contesto informativo e sottraendole la sua utilità originaria, Stefano Graziani trasforma il documento fotografico in un potente strumento di stimolo dell’immaginazione e, grazie a questo, di rigenerazione poetica. In una conversazione con Rene Gabri, l’artista descrive il suo lavoro come guardarsi attorno con una luce diversa; una “nebbia atmosferica” avvolge le sue immagini, offrendo nuove visioni e rendendo nuove cose visibili, una condizione in cui tutte le volte sono come la prima volta.
Allo stesso tempo non possiamo esplorare ogni sua immagine se non in quanto specchio, e indagarla incessantemente come differenza. Il titolo del lavoro suggerisce questo forte legame con il subconscio; un momento di dubbio, di meraviglia, di fantasmi, sogni e strani accadimenti. Conversazioni notturne scopre una diversa storia della fotografia come autoanalisi, come strumento per poterci guardare. Anselm Franke, nel suo testo Culto dei morti, lo spirito dei pappagalli e l’anima, introduce il concetto di “immaginazione geologica”, un delirio che risveglia sogni di tribù e regni inabissati, attraverso i quali, il più estremo passato e il più lontano futuro, diventano ancora una volta la stessa cosa.
La mostra è il primo appuntamento che Alessandro Dandini de Sylva realizza come curatore in residenza della Fondazione Pastificio Cerere per il 2013 in linea con la programmazione di quest’anno che ha dato particolarmente rilievo al linguaggio fotografico. Il progetto, Curatore in residenza, ideato dal direttore artistico Marcello Smarrelli, prevede la nomina di un curatore a cui viene chiesto di proporre un percorso culturale della durata di un anno, durante il quale il curatore residente si misura con diversi scenari: progetti espositivi site specific, mostre personali e collettive, ideazione e realizzazione di testi critici e pubblicazioni, cicli di lectures, ecc. Con questo progetto la Fondazione Pastifico Cerere intende rafforzare ulteriormente il suo impegno nella formazione dei giovani protagonisti della scena artistica di domani in linea con il programma di residenza 6ARTISTA.
Stefano Graziani, (1971) fotografo e laureato in architettura, vive e lavora a Trieste, dove insegna presso la facoltà di Architettura dell’Università di Trieste. Ha esposto in Italia e all’estero e i suoi lavori fanno parte di collezioni private e pubbliche. Ha pubblicato l’antologia Taxonomies (a+m bookstore, 2006), una ricerca che riflette sulle modalità di descrizione e classificazione di alcuni elementi del paesaggio, Under the Volcano and Other Stories (Galleria Mazzoli, 2009) e L’isola (Galleria Mazzoli, 2009). Nel 2009 ha iniziato il progetto A mini Museum for Franco Basaglia, che ha avuto diverse occasioni di discussione tra cui Manifesta 7. Recentemente ha curato la pubblicazione di saggi di Jeff Wall, Gestus. Scritti sull’arte e la fotografia (Quodlibet / Abitare, 2013). Assieme ad altri colleghi è ideatore della rivista San Rocco.
Alessandro Dandini de Sylva (1981), fotografo e curatore, vive e lavora a Roma. Ha esposto in Italia e all’estero, ed è attualmente in mostra presso Operativa Arte Contemporanea, dove è in corso Il peso della mia luce, una ricognizione in due episodi intorno ad una generazione di giovani artisti tutti operanti a Roma oggi. Nel 2009 è stato scelto come finalista per il Talent Prize e la sua opera è stata esposta al Museo Centrale Montemartini di Roma. Dal 2011 è curatore di Fotografia – Festival Internazionale di Roma, in programma al MACRO – Museo d'Arte Contemporanea di Roma. Nel 2012 è stato nominato da Marcello Smarrelli per il programma Les Promesses de l'art ed è stato residente presso l'Istituto Italiano di Cultura di Parigi, dove ha esposto durante il Mois de la Photo. Nel 2013, selezionato per la terza edizione di Curatore in Residenza, Alessandro Dandini de Sylva curerà per la Fondazione Pastificio Cerere un ciclo interamente dedicato alla fotografia contemporanea.