Cerchio: per un’estetica dell’Infinito
La mostra affronta un tema complesso legato ai significati simbolici di una forma geometrica primaria come il cerchio, che nel lavoro artistico di Elisa Cella e Silvia Serenari è un’ossessione, una presenza costante che contraddistingue un percorso di ricerca articolato e complesso.
Comunicato stampa
Livorno - E’ con “Cerchio: per un’estetica dell’infinito” che Fuel Art Gallery, il nuovo spazio per l’arte contemporanea collocato nell’area industriale livornese di Stagno, via Aurelia 88A, inaugurerà domenica 16 giugno alle 18 la doppia personale di Elisa Cella e Silvia Serenari a cura di Alessandro Trabucco.
La mostra affronta un tema complesso legato ai significati simbolici di una forma geometrica primaria come il cerchio, che nel lavoro artistico di Elisa Cella e Silvia Serenari è un’ossessione, una presenza costante che contraddistingue un percorso di ricerca articolato e complesso, affrontato da punti di vista distinti (sia nella tecnica artistica adottata dalle due artiste, sia nei significati proposti) rivelando un forte collegamento nella volontà, da parte di entrambe, di trovare nel cerchio il principio fondamentale della vita, la forma primigenia che congiunge l’umano al divino, il materiale al metafisico, la scienza alla magia, la terra al cielo.
Elisa Cella focalizza la propria ricerca artistica sull’infinitamente piccolo, sulla struttura invisibile ma ben articolata del corpo umano, scegliendo la forma circolare quale proprio segno grafico distintivo ed immediatamente riconoscibile che imprime in pittura su tela.
Nel testo critico di Alessandro Trabucco pubblicato nel catalogo che accompagna la mostra si sottolinea come “La peculiarità del lavoro di Elisa Cella sia proprio quella di utilizzare un linguaggio artisticamente classificabile come astratto-geometrico per realizzare dipinti che descrivono invece una realtà concreta, ma talmente microscopica da essere vista solo come inesplorato territorio dell’insondabile, un complesso sistema vivente composto da tessuti ed organi di varie forme e funzioni”.
Silvia Serenari si esprime utilizzando la fotoceramica e il video per estrarre “dettagli oggettivi dal mondo esteriore – scrive Trabucco - manipolandoli con interventi di ritocco digitale ed inventando una sorta di moderno processo alchemico elettronico, come una versione aggiornata degli antichi procedimenti magici di trasmutazione dei materiali.
La sua metodologia di lavoro è simile ad un rituale i cui gesti appaiano ben controllati e rivolti alla creazione di inedite forme attraverso la metamorfosi di singoli elementi in realtà visive dalle perfette geometrie simmetriche”. Nel progetto Anima Arboris Silvia Serenari sviluppa le potenzialità formali di un singolo scatto di un albero, come simbolo del rapporto tra cielo e terra, per divenire ad una forma astratta. In mostra presenta anche il video Anima Urbis Iter Perfectionis un percorso di ricerca che parte da un dettaglio fotografico della cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze.
La mostra è aperta fino al 28 luglio su appuntamento.