Le radici dello sguardo
L’esposizione si propone di illustrare il tema attraverso otto sezioni dedicate ad alcune possibili interpretazioni e presentazioni della natura morta. Una sezione apposita è, inoltre, finalizzata alla natura morta raffigurata dai pittori e fotografi piemontesi, tra i secoli Seicento e Novecento, allestita nelle sale del Museo Luigi Mallé di Dronero.
Comunicato stampa
Domenica 23 giugno alle ore 17, presso il Filatoio di Caraglio, avrà luogo l’inaugurazione della mostra “Le radici dello sguardo. Nature morte tra quadri barocchi e inquadrature fotografiche del Novecento”. L’esposizione, curata da Alberto Cottino e Ivana Mulatero, è promossa dall’associazione culturale Marcovaldo con il sostegno di Regione Piemonte e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, il contributo della Fondazione Crt, in collaborazione con i Comuni di Caraglio e Dronero, la Fondazione Filatoio ed il Museo Mallé. La mostra sarà aperta fino all’8 settembre, da giovedì a sabato dalle ore 14,30 alle 19, domenica dalle 10 alle 19. Presso il Museo Civico Luigi Mallé di Dronero sarà possibile visitare la sezione “Omaggio a Luigi Mallé. Nature morte piemontesi e la fotografia di Michele Pellegrino” (il sabato dalle 8.30 alle 12.30 e la domenica dalle 14.30 alle 19.00). Per informazioni telefonare allo 0171/618260 o visitare il sito www.marcovaldo.it.
“Con questa mostra – spiega il presidente dell’associazione culturale Marcovaldo, Fabrizio Pellegrino – vogliamo proporre un punto di vista, inedito e stimolante, tra pittura e fotografia, tradizione e sperimentazione, e suggerire un confronto fra due epoche lontane tra loro, ma in fondo legate a filo doppio. L’esposizione si propone di illustrare il tema attraverso otto sezioni dedicate ad alcune possibili interpretazioni e presentazioni della natura morta. Una sezione apposita è, inoltre, finalizzata alla natura morta raffigurata dai pittori e fotografi piemontesi, tra i secoli Seicento e Novecento, allestita nelle sale del Museo Luigi Mallé di Dronero. Fondamentale per la selezione è stata la qualità rappresentativa di ciascuna delle opere, che testimoniano un modo di vedere trasformatosi nel corso del tempo”.
Con questa rassegna dedicata allo specifico genere della natura morta, ritornato attuale negli ultimi anni grazie al continuo favore tributatogli dal pubblico e dai collezionisti e al rinnovato interesse da parte dei critici e studiosi, l’Associazione Culturale Marcovaldo intende offrire un contributo alla ricerca del settore, riunendo opere provenienti da importanti gallerie e collezioni private italiane e straniere, rappresentative delle maggiori personalità della storia fotografica del Novecento, accanto ai maestri della natura morta barocca. Resta aperto l’interrogativo sulla diversità e sullo scarto tra i due percorsi proposti, pittorico e fotografico, affidando al pubblico un esercizio stimolante di osservazione sulle convergenze e divergenze esemplari. Certo, per gli studiosi la connessione tra fotografia e arte antica è ormai un dato assodato, a partire dal concetto di “tableaux” elaborato per definire i nuovi grandi formati fotografici a colori apparsi una ventina di anni fa, ma è forse la prima volta che una mostra propone d’individuare, con finezza ed intuito, per un largo pubblico, questa sorta di passaggio di consegne tra epoche storiche così lontane.
UN PERCORSO ESPOSITIVO DELLA MOSTRA “LE RADICI DELLO SGUARDO”
A partire da una serie di celebri inquadrature fotografiche del Novecento, di grande bellezza e importanza storica, realizzate dai più riconosciuti maestri dell’obiettivo quali Edward Weston, Man Ray, Herbet List, Irving Penn, Robert Mapplethorpe, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri e altri, si è ripercorso un cammino “a ritroso” alla radice del criterio moderno di vedere e di riprodurre la natura.
Si è risaliti, dunque, alla natura morta dei Sei e Settecento, di cui sono esposti esempi significativi (tra cui dipinti di Tommaso Salini, Giovanni e Niccolò Stanchi, Andrea Scacciati, Bartolomeo Bettera, Pierfrancesco Cittadini), come possibile fonte e modello ma anche come rivelazione di un modo nuovo di pensare il mondo - alla luce delle nuove scoperte scientifiche e geografiche - che sta alla base del senso della natura contemporaneo.
La natura morta nasce alla fine del XVI secolo e fin dagli inizi è il genere pittorico nel quale, più che in qualsiasi altro della storia dell’arte occidentale, si realizza un modo di rappresentazione illusionistico e descrittivo. Questi effetti illusionistici riscuotevano successo già nel XIV secolo, ampiamente utilizzati da Giotto e dalla schiera dei seguaci e continuatori, premesse indispensabili per giungere a Caravaggio, con la sua famosa “Fiscella”, il più celebre cesto di frutta dell’arte di tutti i tempi, un soggetto, secondo il pittore, difficile da dipingere quanto un dipinto con figure umane.
Il Seicento è il secolo d’oro delle nature morte con una forte carica simbolica, poi elevata nel Settecento a mirabile esempio d’eleganza e decorazione. Questi modelli di rappresentazione della natura morta sono i referenti più prossimi per le prime sperimentazioni in campo fotografico e, se alle origini i fotografi interpretano il genere facendo leva sulla connotazione di realismo intrinseca al mezzo, in seguito, a partire dai primi decenni del Novecento, si concentrano sull’uso sapiente delle fonti luminose e delle ombre, sul taglio dell’inquadratura e sulla composizione formale dell’immagine, offrendo numerosissimi esempi di un’inarrestabile vitalità del tema anche nell’epoca attuale.
Componenti convenzionali come fiori, frutta, libri, strumenti musicali, oggetti quotidiani di varia tipologia, nonchè animali e scene di giardino, offrono spunti inesauribili per la sperimentazione. Scevra da significati simbolici, religiosi o allegorici, la natura morta fotografica del Novecento esalta il valore della pura materia, una materia composta principalmente di luce e di valori formali.
La sensazione è che la fotografia, forse a causa della sua specifica qualità di immobilizzare i soggetti, bloccare un attimo di vita e fermare la transitorietà del quotidiano, sia il frutto maturo di una storia dello sguardo le cui radici affondano nei secoli aulici del barocco. Il principio di eternare l’attimo e di intensificare una “vita silente delle cose”, propri del medium fotografico, focalizza lo sguardo insistente del fotografo sul tema della natura morta, un genere predestinato alla resa fotografica.
La natura morta d’autore di scuola caravaggesca, datata prima metà del XVII secolo, è esposta fianco a fianco, nelle sale del Filatoio di Caraglio, con l’immagine illusionistica di una tavola ricolma di mele selvatiche realizzata nel 2009 della fotografa italoamericana Paulette Tavormina.
Anche il grande maestro della natura morta floreale settecentesca Gaspar Lopez è collocato in prossimità con un’immagine fortemente semplificata nella composizione ma intensamente evocativa di Luigi Ghirri, un’evidente contributo di originalità che la fotografia degli ultimi decenni del Novecento ha riversato sulla nozione di natura morta.
ARTISTI IN MOSTRA
Gabriele Basilico
Irene e Herbert Bayer
Italo Bertoglio
Bartolomeo Bettera
Abraham Brueghel
Jo Anne Callis
Pier Francesco Cittadini
Tillman Crane
Mitch Epstein
Flor Garduño
Luigi Ghirri
Mario Giacomelli
Jan Groover
Ernst Haas
Horst P. Horst
Carlo Lanfranchi
Filippo Lauri
Herbert List
Gaspar Lopez
Robert Mapplethorpe
Sheila Metzner
Martin Parr
Michele Pellegrino
Irving Penn
Michele Antonio Rapous
Robert Rauschenberg
Man Ray
Emery P. Révés-Biro
Angelo Maria Rossi
Giovanni Battista Ruoppolo
Tommaso Salini
Andrea Scacciati
Giovanni e Niccolò Stanchi
Bernardo Strozzi
Josef Sudek
Paulette Tavormina
Agostino Verrocchio
Franz Werner von Tamm
Edward Weston
1. L’ombra del mondo delle cose
1. Bernardo Strozzi (Genova, 1582 ca. – Venezia, 1644)
Natura morta di fiori e frutta
olio su tela, cm 64×49
2. Agostino Verrocchio (o Verrocchi) (Roma, 1586-1659)
Natura morta di pere, pesche, ciliegie, prugne, fichi disposti su un piano in pietra, con due uccelli
olio su tela, cm 51×70
Castellanza, Collezione Cerini di Castegnate
3. Italo Bertoglio (Torino, 1878 – 1963)
Pascolo, 1931
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 28,5x27,9
4. Herbert List (Amburgo, 1903 – Monaco di Baviera, 1975)
Ascona, 1936 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 29,2x22,9
5. Emery P. Révész-Biró (Ungheria, 1895 – Stati Uniti.1975)
Natura morta, 1940 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 33,5x26,4
6. Josef Sudek (Kolin, Boemia, 1896 – Praga, 1976) Senza Titolo (Specchio con riflesso), 1948
stampa alla gelatina ai sali d’argento, viraggio al selenio, cm 27,3x21,6
7. Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000)
Natura morta, 1956 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento (1960 ca.), cm 30,4x39,8
8. Irving Penn (Plainfield, 1917 – New York, 2009)
The spilled cream, New York, 1980
stampa al platino-palladio, cm 29,2x48,9
2. Forme di contemplazione
9. Tommaso Salini detto Mao (Roma, 1575 ca. – 1625)
Natura morta di ortaggi
olio su tela, cm 91×131
Castellanza, Collezione Cerini di Castegnate
10. Abraham Brueghel (Anversa, 1631 – Napoli, 1697)
Pesche, uva pizzutella, ciliegie, prugne, melone, pere, mele, rose e gelsomini all’aperto
olio su tela, cm 55,5×74
11. Irene e Herbert Bayer (Herbert: Haag, 1900 – Montecito, 1985; Irene: Chicago, 1898 – Santa Monica, 1991)
Uova, 1926
stampa alla gelatina ai sali d’argento, trittico, cm 8,3x11,2 ciascuna
12. Edward Weston (Highland Park, 1886 – Wildcat Hill, 1958)
Peperone n.35, 1930
stampa alla gelatina ai sali d’argento (stampata da Cole Weston, 1970 ca.), cm 23,8x18,7
13. Man Ray (Filadelfia, 1890 – Parigi, 1976)
Senza Titolo (Noci solarizzate), 1930 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 29,3x22,9
14. Edward Weston (Highland Park, 1886 – Wildcat Hill, 1958)
Foglia di cavolo, 1931
stampa alla gelatina ai sali d’argento (stampata da Cole Weston, 1960 ca.), cm 19,2x24
15. Edward Weston (Highland Park, 1886 – Wildcat Hill, 1958)
Cavolo dimezzato, 1931
stampa alla gelatina ai sali d’argento su carta al clorobromuro
cm 19x24,1
16. Jan Groover (Plainfield, 1943 – Montpon Ménestérol, 2012)
Natura morta con zucca, 1985
stampa al platino-palladio, cm 34,3x26
17. Tillman Crane (Alabama, 1955)
Giaciglio, 1990 ca.
stampa al platino-palladio, cm 27x34,6
18. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Bottiglia verde, 2013
stampa digitale ai pigmenti, cm 40x30
collezione dell’artista
3. Simili ma non troppo. D’apres la pittura barocca
19. Pittore caravaggesco (Giovanni Quinsa?) (I metà del XVII secolo)
Fiori e verdura su un tavolo
olio su tela, cm 63×100
20. Angelo Maria Rossi (attivo in Lombardia nella II metà del XVII secolo)
Zucca, pesche, fichi, agrumi, ciliegie, all’aperto
olio su tavola, cm 33×97
Castellanza, Collezione Cerini di Castegnate
21. Gaspar Lopez (Napoli, 1650 ca. – Firenze, 1740)
Natura morta di fiori in giardino monumentale
olio su rame, cm 38,5×59
Diano d’Alba, GAC – Giordano Art Collection
22. Robert Rauschenberg (Port Arthur, 1925 – Captiva Island, 2008)
Statua e innaffiatore, 1970 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 40,4x50,5
23. Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992)
Psiche, Napoli, 1981
stampa cromogenica, cm 24,2x37,2
24. Flor Garduño (Città del Messico, 1957)
I limoni, 1998
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 40x50
25. Paulette Tavormina (Rockville Centre, 1949)
Mele selvatiche, a imitazione di B.v.d.A., 2009
stampa digitale ai pigmenti, cm 40,5x50,8
4. Teatri silenti. L’ostensione degli oggetti
26. Bartolomeo Bettera (Bergamo, 1639 – Milano, dopo il 1688)
Natura morta di strumenti musicali
olio su tela, cm 107x146
27. Bartolomeo Bettera (Bergamo, 1639 – Milano, dopo il 1688)
Natura morta di strumenti musicali
olio su tela, cm 107x146
28. Irving Penn (Plainfield, 1917 – New York, 2009)
Cigarette No. 123, New York, 1972
stampa al platino-palladio, cm 63x55,8
29. Jan Groover (Plainfield, 1943 – Montpon Ménestérol, 2012)
Senza titolo, 1986
stampa al platino-palladio, cm 25,3x32,3
30. Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992)
Province di Piacenza, Parma, Reggio, Modena, 1988
stampa cromogenica (prova di stampa), cm 16,5x24,7
31. Tillman Crane (Alabama, 1955)
Chiavi (stazioni di pompaggio Chestnut Hill, MWRA, Boston), 1990 ca.
stampa al platino-palladio, cm 32,1x26
32. Mitch Epstein (Holyoke, 1952)
Dad’s Basement Workshop I (dalla serie Family Business), 2000
stampa cromogenica, cm 61x76,2
5. Bellezza e caducità
33. Pittore caravaggesco (attivo a Roma nel I quarto del XVII secolo)
Caraffa in vetro con fiori
olio su tela, cm 48×32
34. Pittore caravaggesco (attivo a Roma nel I quarto del XVII secolo)
Caraffa in vetro con fiori
olio su tela, cm 48×32
35. Gaspar Lopez (Napoli, 1650 ca. – Firenze, 1740)
Natura morta di fiori in giardino monumentale, 1721
olio su rame, cm 38,5×59
Diano d’Alba, GAC – Giordano Art Collection
36. Gaspar Lopez (Napoli, 1650 ca. – Firenze, 1740)
Vaso di fiori su una base di colonna
olio su rame, cm 44×34
37. Andrea Scacciati (Firenze, 1642-1710)
Vaso di fiori su un ripiano in pietra
olio su tela, cm 74×62
38. Andrea Scacciati (Firenze, 1642-1710)
Vaso di fiori su un ripiano in pietra
olio su tela, cm 74×62
39. Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – 1989)
Daisies, 1977
stampa alla gelatina ai sali d’argento, dittico, cm 35,6 x 35,2 ciascuna
40. Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013)
Studio d’architettura per “Domus”: composizione con divano e gatto, 1980 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 30,4x21,8
41. Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992)
Natura morta (Fiori), 1981
stampa polaroid polacolor, cm 59,7x51
42. Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – 1989)
Single Orchid, 1982
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 39,2 x 39,2
43. Ernst Haas (Vienna, 1921 – New York, 1986)
Rosa sfiorita, Giardino Botanico, New York, 1984
stampa dye-transfer, cm16x20
44. Sheila Metzner (Brooklyn, 1939)
Anthurium, 1985
stampa Fresson Color, cm 40x27,3
45. Martin Parr (Epsom, 1952)
Segni dei tempi, 1992
stampa cromogenica, cm 45,5x45,5
46. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Rosa con vaso, 2013
stampa digitale ai pigmenti
cm 30x40
collezione dell’artista
6. Natura morta/natura viva
47. Pittore di Palazzo Lonati-Verri
Fiori, futta e animali, 1650-1670
olio su tela, trittico, cm 165x48, cm 165x49, cm 165x51
48. Abraham Brueghel (Anversa, 1631 – Napoli, 1697)
Trionfo di fiori e frutta con un putto
olio su tela, cm 97,5×148
49. Abraham Brueghel (Anversa, 1631 – Napoli, 1697)
Melagrane, angurie, fichi e vaso di fiori all’aperto con un pappagallo
olio su tela, cm 73,5×101
50. Edward Weston (Highland Park, 1886 – Wildcat Hill, 1958)
Three Fish-Gourds (Juguetes), 1926
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 19,2x23,9
51. Irving Penn (Plainfield, 1917 – New York, 2009)
Still life with mouse, New York, 1947
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 25,4x20,3
52. Jo Anne Callis (Cincinnati, 1940)
Lucertole e rose, 1980
stampa dye transfer, cm 44,5x57,5
53. Jo Anne Callis (Cincinnati, 1940)
Pesci rossi e fagiolini, 1980
stampa dye transfer, cm 44,5x57,5
7. Dalla terra alla tavola
54. Pier Francesco Cittadini detto Il Milanese (Milano, 1616 – Bologna, 1681)
Fiori, alzatina con pane e bicchiere, bottiglia di rosolio, canovaccio, carte su un tavolo ricoperto da un tappeto
olio su tela, cm 66×85
Milano, Galleria Studiolo
55. Abraham Brueghel (Anversa, 1631 – Napoli, 1697)
Natura morta di frutta e fiori all’aperto
olio su tela, cm 71,5×104
56. Giovanni e Niccolò Stanchi (Giovanni: Roma, 1608-1673; Niccolò: Roma, 1623 – dopo il 1690)
Vaso istoriato, festone di fiori e frutti
olio su tela, cm 165,5×120
57. Giovanni e Niccolò Stanchi
(Giovanni: Roma, 1608-1673; Niccolò: Roma, 1623 – dopo il 1690)
Fiori e frutti
olio su tela, cm 165,5×120
58. Filippo Lauri (Roma, 1623-1694)
Natura morta di frutta
olio su tela, cm 73×61,5
59. Giovanni Battista Ruoppolo (Napoli, 1629-1693)
Frutta e fiori all’aperto
olio su tela, cm 100×122
60. Carlo Lanfranchi (Bruxelles?, 1642 – Torino, 1705)
Cesta di uve, pesche, prugne, melagrane, con zucca, fichi e altra frutta disposta su un piano roccioso
olio su tela, cm 81,5×68
61. Franz Werner von Tamm (Amburgo, 1658 – Vienna, 1724)
Natura morta di frutta e fiori
olio su tela, cm 72×116
62. Horst P. Horst (Weißenfels, 1906 – Palm Beach Gardens, 1999)
Natura morta I, New York, 1946
stampa alla gelatina ai sali d’argento (bromuro), cm 35,1x45,2
63. Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000)
Natura morta con fichi, 1957 ca.
stampa cromogenica, cm 29,2x39,8
64. Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013)
Cactus appendiabiti – scultura Gufram, 1980 ca.
stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 21,8x30,4
65. Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992)
Capri, 1982
stampa cromogenica, cm 36,3x24,2
8. La natura morta vista dai piemontesi
66. Michele Antonio Rapous (Torino, 1733-1819)
Fiori e frutta all’aperto
olio su tela, cm 168×59×4
67. Michele Antonio Rapous (Torino, 1733-1819)
Fiori e frutta all’aperto
olio su tela, cm 168×59×4
68. Michele Antonio Rapous (Torino, 1733-1819)
Uva bianca e nera, pesche, susine all’aperto
pastello su carta, cm 33,3×43,3
69. Michele Antonio Rapous (Torino, 1733-1819)
Uva, prugne, pesche all’aperto
pastello su carta, cm 33,3×43,3
70. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Rocce n.1, 2010
stampa digitale ai pigmenti, cm 70x100
71. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Rocce n.33, 2010
stampa digitale ai pigmenti, cm 70x100
72. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Rhus Typhina, 2012
stampa digitale ai pigmenti
cm 30x40
73. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Bottiglie e zuccheriera, 2013
stampa digitale ai pigmenti
cm 30x40
collezione dell’artista
74. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Ombrelli, 2013
stampa digitale ai pigmenti
cm 30x40
collezione dell’artista
75. Michele Pellegrino (Chiusa di Pesio, 1934)
Disgelo, 2013
stampa digitale ai pigmenti
cm 30x40