Hocus Pocus
Galleria Artra presenta l’evento Hocus Pocus in cui saranno proiettate opere inedite di Yari Miele, Laura Santamaria e Marcello Tedesco.
Comunicato stampa
HOCUS POCUS
video di: Yari Miele Laura Santamaria Marcello Tedesco
testi di Giulio Sangiorgio e Alberto Mugnaini
Giovedì 27 giugno alle ore 21 la Galleria Artra presenta l’evento Hocus Pocus in cui saranno proiettate opere inedite di Yari Miele, Laura Santamaria e Marcello Tedesco. Gli autori hanno riconosciuto nei loro progetti, frutto di ricerche autonome e individuali, la presenza di un dialogo non considerato durante la realizzazione. Hocus Pocus è un non titolo. Una parola che ha la magia di slegare l’evento da canoni e categorie, verso un’apertura osmotica a ciò che avviene naturalmente, senza controllo razionale sull’altro, il passato e il futuro.
Yari Miele (Cantù, 1977) artista la cui ricerca verte sull’accumulo e la restituzione della luce come indagine sull’esperienza della visione, presenta Ohne Titel girato a Dresda nello spazio del collettivo Geh8. Il lavoro vuole animare con il linguaggio del montaggio e della proiezione una sua installazione in cui un limite funzionale aveva generato il ricorso estetico a territori sotterranei quali le botole di manutenzione di un deposito ferroviario.
Le opere di Laura Santamaria (Monza, 1976) si volgono alla stabilità dell’impermanenza, disillusa dai caratteri dogmatici e categorici del conoscere, asseconda le pulsioni interne e anacroniste delle forme e della materia. Per Hocus Pocus propone Vesta, un video in cui la rappresentazione arcaica del fuoco riaffiora nella sovrastruttura tecnologica dei linguaggi contemporanei mostrando una relazione con quella mistica e rituale degli eventi festivi del passato.
Marcello Tedesco (Bologna, 1979) in un percorso che ha toccato i differenti media, ha messo in mostra i complessi e indossolubili legami fra storia e linguaggio. Allestisce qui del materiale video tratto dal progetto Golden Age, tre episodi dove il dispositivo del cinema è strumentalizzato al fine di considerare la possibilità di un universo in cui l’evoluzione dell’essere umano e del suo linguaggio, sia diversamente segnato dall’assenza dell’elemento maschile.