Enzo Marazzi – Oracoli e sibille
Oracoli e sibille vivono in forme moderne all’interno del Museo, calandosi in una realtà che appartiene loro e che è rappresentata dagli oggetti archeologici, testimoni parlanti di un mondo scomparso.
Comunicato stampa
L’antichità per l’archeologo specialista è oggetto di indagine attraverso i reperti che raccontano frammenti di storie del passato, essendo la prova tangibile della sua stessa esistenza; egli cerca di ricomporre per loro tramite un mosaico spesso assai lacunoso.
Ma per occhi non specialistici l’antichità con i suoi monumenti, i suoi oggetti e i suoi miti è fonte di esperienza emozionale, che può esprimersi attraverso linguaggi alternativi come quello della scultura e della pittura. Ospitare all’interno delle sale del Museo Archeologico le opere di Enzo Marazzi permette di illustrare l’esito di un percorso tecnico e intellettuale al tempo stesso, che desidera materializzare ciò che del passato è completamente scomparso: la credenza, il mito e l’ideologia. Oracoli e sibille vivono in forme moderne all’interno del Museo, calandosi in una realtà che appartiene loro e che è rappresentata dagli oggetti archeologici, testimoni parlanti di un mondo scomparso.
Le opere di Marazzi, tutte realizzate in bronzo ma trattate in modo differente (patine trasparenti, verniciature a forno, levigazioni lucide) dialogano con il tempo in un programma espositivo a tema, dove le figure mitologiche evocano sensazioni immaginifiche. Gli Oracoli della mitologia greca diventano così pretesto per narrare le tensioni contemporanee e le Sibille rappresentano odierne icone femminili portatrici di verità e conoscenza. Simbolo della mostra è l’Oracolo di Delfi, il luogo sacro al dio Apollo, dove la Pizia vaticinava con arcani versi poetici. La Sibilla è qui rappresentata come una magica scultura sonora che, a un semplice tocco, emette suoni che evocano l’eco di una voce mai sopita.
Tra le opere che compongono il percorso espositivo l’Oracolo di Dodona, rosso fuoco, l’Oracolo di Oropo, sinuoso come un’aurora boreale e Omphalos, ombelico del mondo, simbolo della nascita e della libertà del genere umano. L’allestimento della mostra, che si avvale anche di un filmato sulla procedura della fusione in bronzo, conduce il visitatore in un viaggio esplorativo tra i millenni dove le opere contemporanee di Enzo Marazzi dialogano con i reperti storici e i mosaici dei primi secoli del Civico Museo Archeologico, calando il visitatore in una dimensione onirica e suggestiva. Ad inaugurare la mostra, il 28 Giugno alle ore 18, Stefania Casini (Direttore del Museo Archeologico) e Luca Pietro Nicoletti (Università degli Studi di Milano). La personale di Enzo Marazzi, che dal 14 marzo 2014 proseguirà poi al Museo Malba di Buenos Aires, partecipa all’iniziativa “Musei Notti Aperte” del Comune di Bergamo e, a partire dal 6 luglio, sarà visitabile tutti i sabati sera fino alle 24.
Enzo Marazzi nasce il 3.8.1949 a Milano, dove vive e lavora. Avviato alla scultura da Walter Pizzi Bonafus, mentre completa gli studi classici frequenta l’Accademia di Brera dove conosce giovani artisti con i quali costituisce nel 1968 il cenacolo artistico “Linea e colore”. Realizza le sue prime fusioni nel 1969. Mentre sviluppa la sua attività artistica Enzo Marazzi, diventa avvocato a Milano nel 1978, dedicandosi contemporaneamente alla scultura e all’attività forense. Negli anni si occupa anche di critica d’arte e nel 2001 diventa giornalista pubblicista. Dopo aver prodotto numerose opere destinate a collezioni private in Italia e all’estero, ora si dedica prevalentemente a strutture di grandi dimensioni ed a sculture con effetti coloristici innovativi. Il materiale prescelto è il bronzo, che viene trattato differentemente, di volta in volta, in funzione delle caratteristiche intrinseche dell’opera. La ricerca è volta alla conquista di una forma pura che si armonizzi con il contesto ambientale.