Claudio Parrini
L’esposizione, che si tiene nella hall delle Terme, è composta da una ventina di opere pittoriche, realizzate su tela e su cartone montate su legno a tecnica mista ed olio, e grafiche, eseguite con smalti, gouaches e collage.
Comunicato stampa
Sabato 6 luglio 2013 -con il Patrocinio del Comune di Casciana Terme- le Terme di Casciana, La Pro Loco Casciana Terme e Toscana Libri, nell'ambito dela manifestazione I colori del libro, organizzano una mostra personale dell'artista Claudio Parrini.
L'esposizione, che si tiene nella hall delle Terme, è composta da una ventina di opere pittoriche, realizzate su tela e su cartone montate su legno a tecnica mista ed olio, e grafiche, eseguite con smalti, gouaches e collage.
I quadri nella loro superfice e texture, si compongono in modo da formare un insieme di frammenti, di brandelli di altri quadri che rappresentavano e, in parte, rappresentano pittura esclusivamente figurativa: paesaggi, marine, fiori, nature morte, ritratti..., e da interventi pittorici dell'artista con colori dai toni vibranti e tirati. Una caratteristica dei dipinti è l'inserimento di due o più lettere, tipo “ES, LEL, FOR...”, senza un significato preciso, dipinte in alto sulla destra del quadro.
...Outsider, pittura minoritaria, arte da trattoria, border-line, bambocciante, art brut, bric-a-brac, pittori ambulanti, ex-voto, bricolage, naif, visionary, art therapy, pittura popolare, folk-art, intuitive, mistici, self-taught, di genere, neo-primitive, aconceptual, nonsense...
*gQueste definizioni, nette ed essenziali, si accompagnano al mio lavoro artistico. Poco o niente da aggiungere. Trattasi di quadri che sono la pura elaborazione di un'esperienza”.
Una sorta di omaggio che Parrini vuole fare a tutta la pittura che lo ha accompagnato da ragazzo: i quadri di Omiccioli, di Rosai... dei post-macchiaioli sconosciuti, i quadri “da battaglia” che si trovavano nelle trattorie, dai corniciai, nelle Case del Popolo di paese... E, a tutta la pittura che lo sta accompagnando oggi: i quadri dimenticati da tutti, i quadri degli hobbisti, di coloro che non sanno niente di arte... i quadri delle mostre fatte senza regole (...regole della moda dell'arte del momento), così “buttati là” con semplicità disarmante... le pitture delle insegne di certi negozi e banchi dei mercati, le scritte fatte a mano... la pittura dei disperati.
Claudio Parrini, pittore e produttore, è nato a Vinci (Firenze) nel 1963, vive e lavora tra Milano e l' Umbria. Compie gli studi presso l'Istituto Statale d'Arte di Porta Romana, e poi all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha iniziato il suo percorso artistico come pittore alla metà degli anni ’80, quando la pittura celebrava la propria elaborazione del lutto attraverso le cerimonie transavanguardiste. Ha incontrato poi le problematiche “eversive” del movimento cyberpunk, affrontando le questioni della comunicazione e della pratica sociale, che hanno innescato le riflessioni attuali sulla decostruzione delle convenzioni del ruolo dell’artista e dei “luoghi” dove l’arte può testimoniare la propria funzione (e le proprie riconoscibilità). Col suo lavoro ha preso quindi a riflettere sulle legalità interne al sistema dell’arte (e alle sue pratiche di legittimazione), frequentandone i “confini” istituzionali con operazioni collettive, ipertesti, collaborazione con gruppi di azione sociale: StranoNetwork, Quinta Parete, XS2WEB. Contemporaneamente però ha continuato a frequentare la pittura, cercando di affrontare le problematiche con lo stesso approccio teorico elaborato nei lavori informatici e collettivi (con il network UnDo.Net) -in questo periodo il suo lavoro si concentra molto su seminari, conferenze, workoshop, testi, produzioni editoriali. Ha posto quindi l’attenzione a tutte le forme di pittura “minore” (l’arte da trattoria, gli ex-voto, quadri del piccolo antiquariato) in quanto dotate di uno statuto legittimante che, se elude problemi di qualità estetica (lo stile individuale), ne garantisce la funzione sociale pubblica. Il suo lavoro si è sviluppato sperimentando la possibilità di contatto e contaminazione tra i due sistemi, quello “privato” della pittura e quello collettivo dei progetti elettronici elaborando un linguaggio eterodosso che possa comunicare la complessità. Dal 2002 si è dedicato completamente alla pittura di quadri abbandonando il fare arte in rete. Oggi propone i suoi lavori prevalentemente in rete (usando la stessa come una pura pratica di diffusione e documentazione), o attraverso mercanti.