Perino & Vele – Secondoatto
“Perino & Vele”. Secondo atto” si inquadra nella tradizionale proposta estiva della città di Martina Franca, di coniugare l’arte contemporanea alle note del Festival della Valle d’Itria, nella cornice del Palazzo Ducale, nelle sale affrescate da Domenico Carella.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 20 luglio, alle ore 19, nelle sale storiche del Palazzo Ducale di Martina Franca, la mostra d’arte contemporanea “Perino & Vele. Secondoatto”, a cura di Marta Ragozzino, Soprintendente ad interim per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia (SPSAE).
La mostra, realizzata dalla Soprintendenza SPSAE della Puglia, in collaborazione con il comune di Martina Franca (Ta) e la XXXIX edizione del Festival della Valle d’Itria, è cofinanziata dalla Regione Puglia, con Fondi Europei (PO FESR 2007-2013 investiamo nel vostro futuro) e ha il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’esposizione, che aderisce anche al programma regionale Open Days, rimarrà aperta fino al 29 settembre (lunedì-venerdì 10-13/18-20; sabato e domenica 10-13/18-22.30; nei giorni 27, 28, 29, 31 luglio e 1 agosto 10-13/17-19). Ingresso gratuito.
“Perino & Vele”. Secondo atto” si inquadra nella tradizionale proposta estiva della città di Martina Franca, di coniugare l’arte contemporanea alle note del Festival della Valle d’Itria, nella cornice del Palazzo Ducale, nelle sale affrescate da Domenico Carella. Saranno nove le opere in esposizione nel Palazzo Ducale, dove ad accogliere i visitatori ci sarà la monumentale opera simbolo della mostra, “The end of second act”.
Il duo di artisti campani, Perino&Vele (Emiliano Perino, New York, 1973; Luca Vele, Rotondi, 1975), attivi dal 1994, privilegiano l'utilizzo della cartapesta per la realizzazione delle loro opere monumentali, giocando con la capacità degli osservatori di riconoscere nelle loro sculture la realtà della quotidianità. Macinando quotidiani di vari colori riciclano le pagine che danno vita ad una nuova comunicazione, quella visiva.
Al vernissage interverranno: la Soprintendente SPSAE della Puglia e curatrice della mostra, Marta Ragozzino, gli artisti Emiliano Perino e Luca Vele, Silvia Godelli, assessore regionale al Mediterraneo, Cultura e Turismo, Francesco Ancona, sindaco di Martina Franca, Antonio Scialpi e Pasquale Lasorsa, rispettivamente assessori ai BB. CC. e al Turismo del Comune di Martina Franca, Franco Punzi e Alberto Triola, rispettivamente presidente e direttore artistico del Festival della Valle d’Itria, don Francesco Semeraro, Fabrizio Vona, Soprintendente del Polo Museale di Napoli.
Info: 39 080 5285231, lunedì-venerdì 9.30 – 13:00
www.spasae-ba.beniculturali.it; www.festivaldellavalleditria.it
ufficio stampa
Veluvre-Visioni Culturali
Maria Grazia Rongo
347 2975688
[email protected]
Perino & Vele. Secondoatto.
L’esposizione delle monumentali opere in cartapesta dei due noti scultori campani, il cui prezioso sodalizio creativo dura già da una ventina d’anni, rinnova anche per l’estate 2013 quella che è ormai una tradizione consolidata a Martina Franca. L’idea di ‘arte in-contemporanea’, vincente in una prospettiva interdisciplinare (e sinestetica) che appare indispensabile per comprendere e vivere la cultura del nostro tempo, è quella di far dialogare i linguaggi più significativi degli artisti visivi di oggi con le note del Festival Musicale della Valle d’Itria (che rende unica la stagione estiva martinese) all’interno delle splendide sale del Palazzo Ducale, affrescate da un grande artista del passato, Domenico Carella, di cui proprio quest’anno ricorre il bicentenario della morte.
La mostra delle opere di Perino &Vele, una vera e propria narrazione concepita in relazione a tale prospettiva critica interdisciplinare, si intitola non a caso Secondoatto. Il titolo infatti, nel far riferimento alle tematiche musicali al centro dell’edizione del Festival di quest’anno, ci offre anche l’idea di un percorso circolare di continuo approfondimento ed analisi, un eterno ritorno caratteristico nella ventennale ricerca del duo campano, in cui non c’è inizio e nemmeno fine, come dimostra la finestra aperta sul mondo nell’ultima stanza, preludio ad un nuovo atto, qui e ora. L’esposizione è aperta da una straordinaria, icastica e spiazzante ‘pelle di elefante’ (The end of second act, appunto) forata da pallottole che accoglie all’esterno i visitatori, creando il primo cortocircuito visivo (e concettuale). La scultura deve testimoniare il tempo, la vita, la realtà: solo così è contemporanea, presente. Ed in questo caso l’opera, pelle di animale abbattuto ma anche panni stesi ad asciugare in un vicolo dei Quartieri spagnoli, richiama la centralità di Napoli, ed insieme di tutto il nostro Sud, in un racconto che è solo apparentemente ironico e invece sempre sottilmente allegorico, e quindi carico di un messaggio profondo che veicola concetti più ampi e complessi, di forte contenuto sociale (dalle discariche abusive, agli esperimenti sugli animali, alla tortura, alla guerra), che si situano sotto la pelle dell’opera, in questo caso, fuor di metafora, sotto la pelle dell’elefante, scelta anche come immagine guida della mostra.
Perino & Vele sono scultori, e rivendicano questa scelta perchè non sono molti i giovani scultori oggi. Scultori sensibili e coerenti dal percorso molto anticonvenzionale: con le loro opere, che sembrano lievi e scherzose, producono un ragionamento assai critico verso l’attualità. Modellano la cartapesta come se si trattasse di pietra o bronzo, argilla o ferro: costruiscono forme che sono anche sostanza, fanno opere monumentali usando un materiale leggero e povero, che appartiene alla nostra tradizione più popolare. Ma nulla hanno di Pop. Cercano uno spiazzamento molto più profondo e continuo di quello, un poco epidermico, dell’arte pop, alla quale potrebbero essere accostati da un occhio distratto. Utilizzano, per la loro cartapesta, i giornali, quelli più diffusi nelle nostre case, che determinano con il loro colore (grigio, beige, rosato o verdino) l’effetto finale della forma/scultura che, nonostante le dimensioni spesso ingombranti, è sempre ammorbidita e alleggerita da una specie di morbida trapunta, il segno di Perino & Vele, che tutto addolcisce. Giornali pieni di notizie di attualità e politica, di vita e di morte, che doppiamente sono materia prima degli scultori, i quali, per realizzare l’opera, macinano non solo la carta ma anche le parole, immateriali vettori delle ferali o banali notizie. Perino & Vele lavorano con la forma, che ha un formidabile potere espressivo perchè si trova al punto di congiunzione tra immobilità e movimento, tra tempo bloccato e tempo che scorre, scriveva Rosalind Krauss. Una forma immersa nello spazio e proiettata nel tempo, essa stessa metafora del presente, che non è durata è adesso. Qui e ora, nel Secondoatto.
Marta Ragozzino