Scultori a Brufa – Marco Mariucci

Informazioni Evento

Luogo
SALA POLIVALENTE COMUNALE
Via del Pozzetto Brufa, Brufa, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Sede dell’opera permanente di Marco Mariucci: “Parco delle Sculture”, collina adiacente alla Chiesa parrocchiale, con vista su Assisi, città della Pace.

Sede mostra delle opere di Mariucci: Sala polivalente comunale a Brufa (Via del Pozzetto, di fronte la sede della Pro Loco) - dal 20 Agosto al 1° Settembre 2013

Orario mostra: dalle 18 alle 24

Vernissage
20/08/2013

ore 18,30

Contatti
Email: info@patriziacavalletticomunicazione.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Marco Mariucci
Generi
arte contemporanea, personale

Oltre la scultura permanente presso la Sala polivalente comunale di Brufa, si potrà visitare una mostra con alcune opere dell’artista.

Comunicato stampa

Martedì 20 Agosto 2013, alle ore 18.30, a Brufa (PG), presso il “Giardino del Vino”, si terrà la cerimonia d’inaugurazione dell’opera permanente della scultore Marco MARIUCCI, artista invitato dalla Pro Loco della frazione del Comune di Torgiano, per festeggiare la 27a edizione di “SCULTORI A BRUFA. LA STRADA DEL VINO E DELL’ARTE”.

“L’UOMO DI BRUFA” è il titolo che l’artista ha dato all’opera che misura 4 metri e mezzo circa ed è in pietra serena. Sarà collocata nel “Parco delle Sculture”, collina adiacente alla Chiesa parrocchiale, con vista su Assisi, città della Pace.

Il bozzetto di tale scultura fu ideato nel 1997, quando Marco Mariucci fu invitato a “BrufArteGiovani”, la sezione dedicata ai giovani scultori. L’artista allora motivò il progetto de “L’Uomo di Brufa” come monumento alla tradizione contadina del territorio; oggi, nella maturità, vuole essere il simbolo universale del lavoro che nobilita.

Il contadino, scolpito in pietra serena è colto nell’atto di ripararsi dal vento grazie al suo mantello, scende ad est, verso il paese, nel ritorno a casa dopo la faticosa giornata di lavoro.
La figura è completamente ammantata e come il Balzac di Rodin, l'unica parte visibile è la testa che si innalza orgogliosa al cielo. Il mantello mina il realismo formale e indiscusso dello scultore che in questa opera progetta, in modo quasi astratto, l’emblematica rappresentazione del lavoratore della terra che trasforma la propria prostrazione nel pane quotidiano.

A proposito della sua scultura Mariucci afferma: “La fatica dell’uomo è il segno dell’antica disobbedienza, traccia tangibile di una sofferenza che se compiuta riabilita.
Si, il lavoro compiuto nel solco dell’obbedienza all’impegno morale e civile, etico e religioso, forgia l’uomo alla vita autentica, quella in cui l’amore fa sopportare il sacrificio del sudore, perché trova piena realizzazione nel risultato che è favorevolmente manifesto a tutti. Così forse non esiste figura più emblematica di quella del lavoratore della terra, che trasforma la propria prostrazione nel pane quotidiano.
In questa ottica la scultura deve incarnare l’aspetto più autentico di questa figura del coltivatore. Deve svilupparsi dal terreno ma imporsi su di esso nel contempo. Deve giganteggiare ma allo stesso tempo mostrare tutta la sua vulnerabile fragilità, perché l’uomo è straordinariamente grande sia pur nella sua immensa precarietà”.

Claudia Bottini, storica dell’arte e autrice del testo critico nel catalogo stampato per l’occasione, afferma: “Il perugino Marco Mariucci in questi anni è diventato famoso, per la sua arte sacra: si ricorda il suo crocifisso ligneo, il Corpus Domini presentato con successo anche in Francia; ma anche per opere provocatorie come la monumentale Staffetta, esposta nel 2011 alla Biennale di Venezia, padiglione Umbria.
Mariucci è diventato anche un insegnante all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Un “maestro”, non soltanto in senso creativo, per il livello artistico delle sue opere, ma anche in senso didattico.
L’artista, infatti, crede nel ruolo sociale dell'arte, alla capacità di persuasione delle immagini che commuovono.
Mariucci, con i suoi temi e il suo creare, sembra nutrito di una grandezza antica, la stessa che fu espressa plasticamente dai Pisano nella decorazione della Fontana Maggiore di Perugia, opera che per la prima volta contemplò un programma enciclopedico – allegorico con temi religiosi, frammisti a simbologie politiche, agrarie e ad ammonimenti di etica civica.
Si può dire quindi che, con quest’opera, Mariucci, entrerà a far parte in qualche modo di questo sapere enciclopedico – allegorico del nostro patrimonio artistico, immortalato nella pietra, e sarà ricordato dalle generazioni successive”.

Oltre la scultura permanente, fino al 1° Settembre 2013, presso la Sala polivalente comunale di Brufa, si potrà visitare una mostra con alcune opere dell’artista.

Massimo Fico, nuovo Presidente della Pro Loco Brufa, dichiara: “Il viaggio di Scultori a Brufa 2013 approda nuovamente al figurativo classico, senza alcuna pregiudiziale tradizionalista o nostalgica, perseguendo un intento di riappropriazione, non tanto dell'essenza della manifestazione, ormai proiettata su orizzonti di apertura e condivisione universale, ma dell'idea originaria di scelta e autoconsapevolezza interna alla comunità di appartenenza: essere consapevoli dello sviluppo storico e spirituale di una manifestazione vuol dire comprenderne appieno il senso più profondo, riaffermandolo con rinnovata carica ideale e pregnanza di significato”.

La manifestazione, promossa ed organizzata dalla Pro Loco di Brufa, è in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Torgiano, Regione Umbria, Provincia di Perugia e Perugia 2019.

“SCULTORI A BRUFA, LA STRADA DEL VINO E DELL'ARTE” fu ideata dalla Pro Loco di Brufa nel 1987: invitando uno scultore all’anno ad esporre i propri lavori per le strade che dominano i vigneti e le piazzette del borgo e acquisendo un’opera per ciascun artista, è arrivata alla 27a edizione con risultati entusiasmanti. Oramai, durante tutto l’anno, molti turisti e collezionisti arrivano a Brufa per visitare le sculture all’aperto in permanenza e per il mondo dell’arte l’iniziativa è un appuntamento consolidato.

In questo paesaggio sono state inserite le sculture degli artisti: Massimo Pierucci, Marcello Sforna, Mario Pizzoni, Agapito Miniucchi, Giuliano Giuman, Aurelio De Felice, Bruno Liberatore, Nino Caruso, Loreno Sguanci, Umberto Mastroianni, Mirta Carroli, Carlo Lorenzetti, Joaquín Roca-Rey, Nicola Carrino, Giuliano Giuliani, Gino Marotta, Eliseo Mattiacci, Mauro Staccioli, Valeriano Trubbiani, Pietro Cascella, Teodosio Magnoni, Federico Brook, Umberto Corsucci, Ettore Consolazione, Beverly Pepper, Federica Marangoni.

Brufa è un piccolo centro del Comune di Torgiano, sulle cui colline sono situati i vigneti della prestigiosa produzione enologica torgianese; domina la piana del Tevere e la pianura di Assisi fino a Foligno. Fa parte della dorsale Torgiano - Brufa - Miralduolo - Torgiano, dove si sviluppa “La Strada del Vino e dell’Arte”.

Da sottolineare anche che, sabato 24 agosto prossimo, sempre alle 18.30, si terrà la cerimonia d’inaugurazione della 16a edizione di BRUFARTE GIOVANI, la sezione dedicata ai giovani scultori.

“Scultori a Brufa” e “BrufArteGiovani” sono nell’ambito della 45a edizione di “Brufa in Festa”, che si tiene dal 20 Agosto al 1° Settembre 2013.

STORIA DI BRUFA
II centro abitato di Brufa si trova in posizione strategica su un colle di circa 300 m slm fra la pianura del Tevere e la piana di Assisi. Nel territorio è attestata la presenza romana ed etrusca da numerosi rinvenimenti. Tra XII e XIII secolo l’intera area è interessata da un notevole riassetto urbanistico promosso dal comune di Perugia nell’ambito di un progetto di costituzione e consolidamento del proprio territorio, indirizzato alla difesa dei confini e all’incremento demografico; infatti proprio la costituzione dei centri di Torgiano e Brufa, ora citato come Castel Grifone, avvenuta nel 1274 e nel 1276 conferma questa volontà di fortificare il confine con il territorio di Assisi caratterizzato fino alla metà del Duecento solo dalla presenza di ville. Il territorio di Torgiano e in particolare Castel Grifone sono ricordati per un'importante battaglia combattuta nel 1367 fra le truppe del Papa Urbano V, guidate dal famoso capitano Giovanni Acuto (John Hawkwood), e le milizie del comune di Perugia guidate dall'Anichino; lo scontro fu fatale per Perugia che perse il dominio dell’Umbria.
Nel 1415, prigioniero in una torre del castello, Giovanni da Capestrano ebbe la visione di San Francesco che lo spinse sulla via della santità. La storia del castello di Brufa si lega, nella seconda metà del Milleseicento, a quella di Andrea Angelini Bontempi, musicista, architetto, pittore, letterato, uomo di grande cultura e di grande ingegnosità, che a Brufa aveva acquistato fabbricati e terreni; qui morì nel 1705 e fu sepolto nella chiesa dei S.S. Cosma e Damiano da lui stesso fatta edificare nel castello; la chiesina è andata distrutta e le spoglie sono state trasferite nella chiesa principale dedicata al patrono del paese S. Ermete che si trova all’esterno della cinta muraria. La chiesa è già menzionata nel 1568 quando il vescovo Della Corgna fa trasferire qui il fonte battesimale e venne edificata su un terreno di proprietà dei Cavalieri di Malta che ne conserverà il diritto di patronato fino al 1925. Accanto alla chiesa nel 1896 viene fatto erigere il campanile alto 25 metri.