Eugenio Carmi – La trasparenza inquieta
La Galleria del Deposito del borgo di pescatori di Boccadasse (Genova), fulcro della scena artistica nazionale e internazionale negli anni sessanta, torna a vivere nel cinquantesimo anniversario della sua nascita grazie a una nuova mostra di uno dei suoi padri fondatori, Eugenio Carmi (Genova 1920).
Comunicato stampa
La Galleria del Deposito del borgo di pescatori di Boccadasse (Genova), fulcro della scena artistica nazionale e internazionale negli anni sessanta, torna a vivere nel cinquantesimo anniversario della sua nascita grazie a una nuova mostra di uno dei suoi padri fondatori, Eugenio Carmi (Genova 1920). Artista che fin dalle sue opere degli anni cinquanta è considerato uno dei maestri dell’astrattismo della seconda metà del 900, definisce se stesso “fabbricante di immagini”.
Lo spazio dell’ex Galleria del Deposito è oggi proprietà di Patrizia Toscani, che con entusiasmo lo mette a disposizione per far rivivere la galleria con la mostra di Carmi.
La Galleria del Deposito era una cooperativa di artisti internazionali, voluta da Carmi con l’idea di rendere l’arte – le opere erano multipli e non pezzi unici - accessibile a tutti e si colloca tra i fermenti artistici e intellettuali degli anni sessanta. Con l’entusiasmo e lo spirito di rottura che muoveva le avanguardie di quegli anni. Da vecchio deposito di carbone in riva al mare, nel 1963 fu trasformato in galleria d’arte che ospitava mostre di storica importanza, che interagivano con la vita del borgo, con i pescatori, in una Genova di allora che Carmi, anche con altre iniziative culturali, aveva trasformato in punto di riferimento culturale a livello internazionale.
Fra gli altri, facevano parte della cooperativa artisti come Vasarely, Fontana, Max Bill…
Il Titolo di questa mostra di Eugenio Carmi, LA TRASPARENZA INQUIETA, che inaugura il 7 settembre per concludersi il 27 ottobre, suggerisce subito la particolarità delle opere esposte: si tratta di 11 vetrate che Carmi ha creato, negli anni 2011 e 2012, grazie alla sapiente lavorazione del maestro vetraio Lino Reduzzi nella sua storica officina vetraria di Castel Rozzone (Bergamo).
Il vetro è un materiale affascinante - racconta Eugenio Carmi - presente in ogni epoca sotto forme diverse. Attraverso la trasparenza del vetro e la luce ho potuto assimilare ancora di più le mie forme e i miei colori alla realtà circostante. E mi ha emozionato vedere le mie opere astratte prendere forma grazie all’antichissima lavorazione del vetro piombato, che ho sempre ammirato nelle cattedrali gotiche.
Per l’occasione sarà realizzata da Eugenio Carmi un’acquatinta - dimensioni 50x35 - in 50 esemplari firmati e numerati, 50 proprio come gli anni della galleria di cui si celebra oggi mezzo secolo di vita. La stessa immagine dell’acquatinta sarà realizzata anche su vetro e sarà, appunto, l’undicesima vetrata esposta a Boccadasse.
DAL TESTO CRITICO IN CATALOGO di Claudio Cerritelli
(…) La realizzazione di questi vetri non è dunque da leggersi come pura e semplice trascrizione meccanicistica di un sistema linguistico in un altro, essa comporta infatti un percorso di avvicinamento al colore attraverso la decantazione graduale del suo processo di materializzazione.
Seguendo i respiri alterni del colore Reduzzi filtra con entusiasmo l’utopia totale di Carmi, sognatore inguaribile di divine proporzioni, frequentatore di paradigmi pitagorici e teoremi matematici, canoni costruttivi e regole auree che interpretano le leggi infinite della natura.
(…) il senso del dialogo che si rinnova ogni volta tra i due autori, l’uno inventore dell’immagine astratto-costruttiva, l’altro impegnato a trasmutarla in vetro, tra rigore e immaginazione, razionalità ed emozione.
“La Trasparenza inquieta” è resa possibile grazie a Patrizia Toscani, attuale proprietaria dello spazio, e Paolo Asti presidente di Startè associazione culturale che ha già prodotto la mostra di Eugenio Carmi "Ragione e Spiritualità" lo scorso anno a Stoccolma, presso l’Istituto Italiano di Cultura.
L’acquatinta è realizzata dalla Stamperia d’Arte Berardinelli di Verona.