Nicola Liberatore – Il sacro l’uomo l’arte

Informazioni Evento

Luogo
VILLA SORAGNA
Via Valli 2, Collecchio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da Martedì a Venerdì 9.30-13.00 /14.30-18.30
Sabato 10-13 /15-18

Vernissage
14/09/2013

ore 11

Artisti
Nicola Liberatore
Curatori
Guido Pensato
Generi
arte contemporanea, personale

Scrive in catalogo Guido Pensato: Il divino e l’umano; il celeste, lo spirituale e il terreno: visti e rappresentati non come opposti. Accade anche in Nicola Liberatore che l’arte venga individuata e
mostrata come il luogo della loro contiguità indissolubile e ineludibile; lo strumento che rende praticabile l’impresa di sottrarre all’oblio, alla smemoratezza, al degrado e alla morte i luoghi, i simboli, i segni, i linguaggi, che testimoniano di quell’incontro.

Comunicato stampa

Scrive in catalogo Guido Pensato: Il divino e l’umano; il celeste, lo spirituale e il terreno: visti e
rappresentati non come opposti. Accade anche in Nicola Liberatore che l’arte venga individuata e
mostrata come il luogo della loro contiguità indissolubile e ineludibile; lo strumento che rende
praticabile l’impresa di sottrarre all’oblio, alla smemoratezza, al degrado e alla morte i luoghi, i
simboli, i segni, i linguaggi, che testimoniano di quell’incontro. E’ l’artista a porsi come l’artefice
di quel salvataggio: sotto forma di un “recupero”, di una “appropriazione”: scoperta metafora di una
più complessiva “salvezza”, che mostra, contemporaneamente e contestualmente, la (certa)
precarietà e la (possibile) grandezza delle azioni dell’uomo.
E’ esplicita in Nicola Liberatore la contiguità tra la corposa - talora sommersa e magmatica, ma
sempre affiorante - materialità dell'umano e una interiorità, una spiritualità misteriose, recondite e
inaccessibili agli occhi dell’uomo, ma presenti, proprio attraverso le forme che egli stesso –
costruttore e artista - ha cercato di dare loro e di darsi. Una vicinanza che enuncia la labilità e
l’arbitrarietà dei confini e delle lontananze che pretendono di separare quello che non può essere
separato.
E’ possibile infatti - e Liberatore ce lo segnala e mostra concretamente - che l’arte svolga
un’azione a favore di tutto quello che rischia di perdersi dell’umano: memoria e cose tangibili,
ricordi, tracce e opere. ritualità e della cultura materiale… Tutto l’universo di segni, gesti, idee,
suggestioni, insomma, che sono il patrimonio interiore ma visibile di Liberatore: quello (quasi-)
genetico legato al suo paese d’origine e al Gargano e quello della memoria e della cultura etnoantropologica
e artistica, oggetti e frutto di riflessioni, ricerche e pratiche assidue di rielaborazione.
Un patrimonio ricco e composito che l’artista ha assimilato ed elaborato, ma non “sistematizzato”
come un ventaglio di aree disciplinari separate e distinte; avendole, viceversa, introiettate come
coscienza profonda e creatività libera, capace di sintesi ora sontuose ora essenziali. E’ di qui che
origina, infatti, un complesso processo ideativo e realizzativo capace di trasformare quel magma di
sacro e profano, religiosità, quotidianità e festosità laica in opere in grado di definirlo, raccontarlo
e rappresentarlo in una ricca gamma di declinazioni e “traduzioni”: tele e non-tele come preziosi
brani di exultet o di codici; morbidi altorilievi e soavi edicole votive, polittici monocromi, pale
d’altare sontuose e pagine di libri d’artista; ex voto che sembrano confezionati da mani angeliche a
celebrazione della creatività umana; sculture di stoffa a tutto tondo, che sono – come statue o più
complesse installazioni - …

Buffet aperitivo del Gargano: "Forno Sammarco" - S. Marco in Lamis e "Selezione Michele
Sabatino" - Apricena / Presidio Slow Food Vacca podolica e Capra garganica.
Nicola Liberatore nasce a S. Marco in Lamis nel 1949, sul Gargano, dove trascorre la sua infanzia
e parte dell’adolescenza. Proprio sul Gargano ha le sue prime esperienze da insegnante.
Vive a Foggia.
Negli anni’70 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, si abilita in Disegno e Storia dell’Arte,
inizia ad esporre in spazi pubblici e privati. Dall’84’ è tra gli artisti del Laboratorio Artivisive di
Foggia. Collabora alle iniziative di Spazio 55-arte contemporanea, Foggia.
Nelle sue opere, ottenute per interazione, per stratificazione, per strappo di materiali antichi (carte,
stoffe, merletti, pigmenti) “…concentra in immagini permeate di una non comune finezza
intellettuale l’elaborazione forte di una tematica culturale di intensa tensione antropologica…”.
Nel 2004 i critici L. Caramel, T. Carpentieri, P. Marino, gli conferiscono il Premio Paolo VI
nell’ambito della Terza Triennale d’Arte Sacra di Lecce. Nello stesso anno, è invitato dal critico G.
Di Genova nella mostra Luce, vero sole dell’arte, presso il Museo d’Arte delle Generazioni Italiane
del’900 “ G. Bargellini”, Pieve di Cento-Bologna ed è presente nelle Collezioni Permanenti del
Museo e nel volume “Storia dell’Arte Italiana del ’900-Generazione anni quaranta”, Edizioni Bora-
Bologna 2009, autore lo stesso critico.
È invitato nella Rassegna promossa da Padiglione Italia, 54ª Biennale di Venezia, Palazzo delle
Esposizioni - Sala Nervi - Torino ed è presente nel relativo volume “ Lo Stato dell’Arte” a cura di
Vittorio Sgarbi.
È tra gli artisti premiati alla XII Biennale dell’acquarello di Albignasego (Padova).
È invitato nella Rassegna Paleocontemporanea, 2013, Napoli