Lucia Romualdi – Platea variazione op.K42°-06’
Le installazioni di Lucia Romualdi, partiture di luce che si accendono e si spengono aritmicamente, occupano interamente lo spazio con una forza innovativa e sonora di grande suggestione.
Comunicato stampa
Sabato 14 settembre 2013 alle 21, col patrocinio del Comune di Civitavecchia, Sindaco Avv. Pietro Tidei, delegata alla cultura Annalisa Tomassini, Provincia di Roma, Matilde Amaturo, direttore del Museo Hendrik C. Andersen, con la partecipazione di Lydia Pribisova, la Lyras Consulting s.r.l. in collaborazione con lo Studio Trisorio-Napoli, aprirà il lavoro di Lucia Romualdi
platea - variazione op.K42°-06’ - partitura di luce per macchinari ottici e suono meccanico
platea op.K42°-06’ è un opera numerante e cinematica in transito fra due mari. Legge i tempi di marea di Trieste, luogo geometrico e indeterminato, passaggio di venti. È un altrove mentale, una partenza d’acqua, un acquario che si affaccia alla città, accompagnato dal suono e dal ritmo dei proiettori in movimento, e dalla musica composta da Franco Donatoni in dialogo con l’opera di Lucia Romualdi: Black & White n°2 nella versione per pianoforte e pianoforte registrato, eseguita da Antonio Ballista (in prima assoluta al Palazzo delle Esposizioni di Roma, 1993) e dalla scansione dell’alfabeto morse. Film proiettati in animazione digitale racconteranno partenze e tramonti, pensati in una sorta di geometria estesa alla quarta variabile che è il tempo.
Nell’immaginario il termine platea è inteso come luogo o insieme di parole e cose poste in modo ordinato o causale che occupano uno spazio o guardano a un luogo e presuppone un movimento vero o fittizio.
Le installazioni di Lucia Romualdi, partiture di luce che si accendono e si spengono aritmicamente, occupano interamente lo spazio con una forza innovativa e sonora di grande suggestione.
Con scritti di: Matilde Amaturo, direttore del Museo Hendrik C. Andersen – Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e di Lydia Pribisova, curatore di Šamorín.
Lucia Romualdi
Attiva dalla fine degli anni settanta in ambiti pertinenti alla ricerca concettuale, è ormai dal 1989 che Lucia Romualdi opera in stretta simbiosi con linguaggi musicali, riaprendo per prima nell’attuale panorama artistico, il dialogo – che fu tanto tipico delle avanguardie storiche – tra arti visuali e musica. In continua investigazione sul concetto di “tempo”, il suo lavoro si è aperto più volte a luoghi segreti e comunque diversi da quelli usuali, come per indagare i rapporti di funzione tra tempo e spazio. Nel 1990 è iniziata la collaborazione con il compositore Franco Donatoni, che ha composto in dialogo con il suo lavoro due nuovi brani: cloches II per due pianoforti, nel 1990 e feria IV due brani per accordéon, nel 1997. Altri compositori con i quali ha collaborato sono Fausto Sebastiani e Ivan Fedele.
Con Fausto Sebastiani: codice c per chitarra chitarra elettrica e nastro, nel 1995; cromatico per fisarmonica, nel 1996; melodie I diagramma sonoro per nastro magnetico, nel 1988; melodie II diagramma sonoro per nastro magnetico e computer, nel 1999; op.KM33 per interventi digitali e suoni meccanici, nel 2007.Con Ivan Fedele: canone infinito per nastro magnetico, nel 2002; due notturni con figura per pianoforte e elettronica, nel 2010Tra gli esecutori dei brani: Antonio Ballista, Bruno Canino, Stefano Cardi, Claudio Iacomucci.
Artista affermata sulla scena internazionale. Lucia Romualdi ha realizzato mostre in importanti spazi pubblici fra i quali: il MUHKA di Antwerpen, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’ARCOS Museo d’Arte Contemporanea del Sannio, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Centre George Pompidou, il Recoleta di Buenos Aires, il Museo Pecci di Prato, il Frederick R. Weisman Museum of Art di Malibu, il Palazzo della Cancelleria a Roma, l’Aquarium Neapolitanum, l’Osservatorio Astronomico a Roma, le Orestiadi di Gibellina, Castel dell’Ovo, a Napoli, il Marshall field’s di Chicago, il Musée Château d’Annecy di Annecy, la Sala Gessi del Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, la Sinagoga di Sămorín, in Slovacchia
Le sue installazioni, partiture di luce (cifre diagrammi numerici, tabulati di marea e di stelle) che si accendono e si spengono ritmicamente, occupano interamente lo spazio con una forza innovativa e sonora di grande suggestione l’opera ha un impatto talmente forte e unitario da condizionare e trasformare il luogo a disposizione, pur essendo totalmente immateriale. Un lirismo matematico che si avvale anche di procedimenti tipici del montaggio cinematografico, sempre in dialogo stretto con la musica.
Nel lavoro di Lucia Romualdi la musica è parte integrante dell’opera.