Franco Mazzucchelli – Stati di pressione
La Galleria Monopoli è lieta di presentare: Stati di pressione, una mostra personale di Franco Mazzucchelli (Milano 1939) a cura di Andrea Fiore. L’esposizione indaga il percorso dell’artista milanese dalle prime esperienze di arte come partecipazione sociale (Alfa Romeo 1971, Volterra 1973), sino ai lavori più recenti.
Comunicato stampa
La Galleria Monopoli è lieta di presentare: Stati di pressione, una mostra personale di Franco Mazzucchelli (Milano 1939) a cura di Andrea Fiore. L’esposizione indaga il percorso dell’artista milanese dalle prime esperienze di arte come partecipazione sociale (Alfa Romeo 1971, Volterra 1973), sino ai lavori più recenti.
Il percorso espositivo inizia con alcune opere storiche che riguardano gli interventi urbani realizzati alle porte della fabbrica Alfa Romeo nel febbraio del 1971. Si tratta dei gonfiabili marchiati A.TO A. (Art to Abandon), opere realizzate per essere abbandonate in luoghi pubblici. Un progetto attraverso il quale si avvertiva «la necessità che l’arte uscisse dai templi del sapere, per dare e scoprire nuove dimensioni, nuovi linguaggi» (M. PUGLIESE). Quello del 1971 è un importante esperimento di arte relazionale, che poneva l’intervento artistico in chiaro rapporto con un pubblico eterogeneo e improvvisato, portando questa combinazione a dei risultati inattesi.
Seguono una selezione di opere realizzate da Mazzucchelli in occasione della mostra Caduta di Pressione (1972), allestita presso la galleria milanese Il Diagramma, e soprattutto per Volterra 73, celebre manifestazione curata da Enrico Crispolti che vide alcuni tra i maggiori protagonisti della ricerca artistica italiana di quegli anni cimentarsi nella realizzazione di un intimo dialogo tra il paesaggio, la popolazione e le nuove tendenze artistiche.
A Volterra un cono giallo di otto metri e molti altri gonfiabili invasero il centro storico creando un singolare confronto tra le solenni architetture medievali di Piazza dei Priori e le grandi strutture in PVC; «sembra un gioco, un gioco liberatorio che accomuna piccoli e grandi, la riscoperta di un ritmo naturale, di un accordo insolitamente libero di movimenti del corpo e uno spazio pur consueto […] forse sarà difficile d’ora in avanti allestire in un centro storico mostre d’arte che prescindano del tutto dall’esperienza di Volterra» (dal documentario Arte Per la Città). Volterra 73 trovò un naturale proseguimento nella sezione italiana della Biennale di Venezia del 1976, dedicata all’Ambiente come sociale, alla quale partecipò lo stesso Mazzucchelli.
Oltre ai gonfiabili originali di quegli anni, in mostra sono presenti anche le fotografie di Enrico Cattaneo che documentano l'interazione del pubblico con tali opere.
Il percorso espositivo continua con gli ultimi lavori di Mazzucchelli, chiamati ironicamente dall’autore BD: Bieca Decorazione. «Mazzucchelli ha tracciato nelle dimensioni ridotte del quadro il compendio di anni di ricerca tra arte e tecnologia, e rielaborato con nuovi risultati una vasta esperienza nel sistema analitico delle forme […] ogni quadro, così come avveniva per le grandi sculture gonfiabili, segue il ritmo ondulato delle volumetrie, espone un sistema di rapporti e di corrispondenze tra linee di saldatura e sviluppa l'ampia estensione della superficie attraverso la contaminazione e lo scambio dei rapporti policromi» (A. DEL GUERCIO).
L’esposizione Stati di pressione è un omaggio al percorso artistico di uno dei maggiori protagonisti e pionieri dell’arte intesa come partecipazione sociale.