Carlo Carrà – I paesaggi di Carrà

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO D'ARTE
Piazzetta dei Serviti 1 , Mendrisio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - venerdì
10.00-12.00 / 14:00-17:00

sabato - domenica
10:00-18:00

lunedì chiuso (festivi aperto)

Vernissage
21/09/2013

ore 17

Biglietti

Fr 10.- ridotto Fr 8.-

Artisti
Carlo Carrà
Curatori
Elena Pontiggia, Simone Soldini
Uffici stampa
STUDIO ESSECI
Generi
arte contemporanea, personale

Curata da Elena Pontiggia e da Simone Soldini, in collaborazione con Chiara Gatti e Luca Carrà, si tratta della prima ampia retrospettiva allestita da un museo svizzero sull’opera di questo grande protagonista della pittura moderna europea.

Comunicato stampa

Curata da Elena Pontiggia e da Simone Soldini, in collaborazione con Chiara Gatti e Luca Carrà, si tratta della prima ampia retrospettiva allestita da un museo svizzero sull’opera di questo grande protagonista della pittura moderna europea.

Figura di importanza capitale nella storia dell’arte moderna italiana, Carrà fu tra i fondatori del movimento futurista nei primissimi anni del ‘900. I viaggi nelle capitali europee, ma soprattutto a Parigi, dove frequentò tra gli altri Apollinaire e Picasso, lo misero in contatto con le altre avanguardie europee, facendolo conoscere internazionalmente. La prima guerra mondiale sancì la fine del Futurismo e determinò l’inizio di un breve, fecondo periodo metafisico in cui Carrà entrò in stretti rapporti con i fratelli De Chirico. Gli anni tra il 1915 e il 1920 furono un momento decisivo, di svolta, per l’uomo e per l’artista. Legatosi d’amicizia con Soffici e Papini, Carrà cominciò un intenso periodo di meditazione sulla pittura italiana del ‘300 e del ‘400 che sfociò nei sorprendenti scritti su Giotto, Paolo Uccello, Piero della Francesca e Masaccio. Il recupero in chiave moderna dei “primitivi”, e in primo luogo di Giotto, lo condusse a una pittura – come ebbe a dire – di «forme primordiali», dove la natura si rivela in tutta la sua essenza spirituale. Sintesi, forza plastica, spazialità, architettura accordata a colori tonali: cominciava su queste basi la terza, più lunga e più intensa stagione, quella del «realismo mitico».