James Krone / Ryan McNamara

Informazioni Evento

Luogo
BRAND NEW GALLERY
Via Carlo Farini 32, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato
11.00-13.00|14.30-19.00

Vernissage
24/09/2013

ore 19

Artisti
James Krone, Ryan McNamara
Generi
arte contemporanea, performance - happening, doppia personale

Brand New Gallery è lieta di presentare Waterhome: We is Somebody Else, la prima mostra personale in Italia di James Krone, artista americano con studio a Berlino e Los Angeles e la prima mostra personale in Italia dell’artista e performer americano Ryan McNamara.

Comunicato stampa

Brand New Gallery è lieta di presentare Waterhome: We is Somebody Else, la prima mostra personale in Italia di James Krone, artista americano con studio a Berlino e Los Angeles.

Waterhome è il marchio di fabbrica di un acquario regalatomi qualche anno fa. Decisi di non volere animali in casa mia, così riempii semplicemente l’acquario con dell’acqua. Iniziarono a generarsi strati di alghe che, una volta morte, si staccavano dalle pareti della vasca. Le alghe sul fondo si decomponevano e l’acquario continuava a produrre nuove alghe. Ero attratto da questa costante rigenerazione. La riproduzione era una narrazione e questo racconto si sarebbe ripetuto, terminando e ricominciando all’infinito, senza una progressione e senza un obiettivo.

Iniziai a realizzare quadri su tele preparate con colle animali che ne ostruivano la trama, permettendomi di ricostruire i processi dell’acquario. Selezionai quattro colori individuati osservando le alghe, che combinati tra loro ne restituissero i toni. Ogni giorno stendevo uno strato monocromatico di pittura sul retro della tela e mi fermavo solo quando iniziava a manifestarsi un leggero assorbimento nero-rubicondo, finché alcuna modifica potesse più essere apportata applicando ulteriori strati di vernice. I difetti della tela consentono alla pittura di penetrare attraverso la superficie in modo aleatorio, formando un pattern incidentale. Mentre il recto di questi dipinti è il luogo in cui agisco allo stesso modo dell’acquario, il verso mostra superfici incompiute, rifiutando ogni riferimento pittorico che vada al di là di un ostinato nero monocromo, riferibile esclusivamente al nero monocromo storicizzato.
Le aree in cui il pigmento cola attraverso la tela rendono la superficie mimeticamente somigliante alle pareti dell’acquario ricoperte di alghe. Scelgo casualmente quali tele lasciare così come sono state dipinte e quali rimuovere dal telaio per essere reintelaiate nell’altro verso, per mostrare una composizione a prima vista soggettiva ma, a tutti gli effetti, ciecamente determinata dalla composizione della materia.

L’acquario non è un soggetto comune per un pittore, come può esserlo una ciotola di pere piuttosto che la vista dalla finestra del mio studio, una persona pazientemente accomodata su una sedia, una fotografia di una qualsiasi di queste cose, o anche un’allegoria strutturalista; è più che altro una cattedrale svuotata della religione. In questo senso, come ricettacolo per una performance abitativa, è un contenitore di noia. Indistinguibile come soggetto o oggetto, lo adopero come tentativo di annegare qualsiasi narrazione del progresso artistico che potrebbe essere letta come una lezione di accumulazioni biografiche. Il mio tentativo fallisce nel momento in cui si rivela il mio desiderio di astenermi dai giochi di corteggiamento di un espressionismo auto documentato.

Le mostre realizzate con questi lavori si relazionano tra loro come diverse iterazioni pur non essendo in grado di riesumare una presentazione ideale dell’opera. Ciò che è determinato dal caso nella realizzazione di un dipinto non si trasferisce necessariamente nelle aspettative di una mostra; sono stati messi a punto allestimenti che ne descrivevano processo e contenuto e altri che li hanno mascherati, derisi, talvolta minando qualunque delicato potenziale di significato che sarebbe potuto esistere attraverso un masochistico riposizionamento dei componenti dei lavori come artificio decorativo o funzionale oggettivizzazione. Alla fine le mostre vengono smontate e io ricomincio. Costruisco una cattedrale per distruggerla.

James Krone, Maggio 2013

James Krone nasce nel 1975 a Chicago, dove nel 1998 consegue il BFA presso The School of the Art Institute of Chicago, prima di perfezionare la sua formazione presso The Mountain School of Art di Los Angeles, concluso nel 2008. Successivamente ha partecipato a diverse esposizioni ed eventi artistici in Europa e negli Stati Uniti, tra cui le recenti mostre personali "Elipsis et cetera" (2012) alla Galerie Charim di Vienna, "The Paranoia Of Time" (2012) da Carter & Citizen a Los Angeles, "Sea of Crisis" (2012) da Infernoesque e "Waterhome" (2012) presso Kavi Gupta, entrambe a Berlino. Quest’ultimo gli ha inoltre dedicato una solo-show all’ultima edizione di Art Berlin Contemporary (ABC). Il lavoro di Krone è stato pubblicato e recensito su importanti riviste come ArtForum, ArtUs, Artslant e Monopol.
Attualmente vive e lavora a Berlino e Los Angeles.

Brand New Gallery è lieta di presentare Ryan McNamara’s Candid, la prima mostra personale in Italia dell’artista e performer americano Ryan McNamara.
L’artista crea opere situation-specific che danno forma complessivamente ad una prospettiva ampliata di partecipazione all’interno della produzione artistica. Coinvolgendo spesso spettatori, altri artisti, o ballerini professionisti, McNamara sviluppa in maniera singolare e inconfondibile un discorso sociale, sovvertendo le convenzionali nozioni di performance e abbracciando il realismo e l’interazione come aspetti necessari della sua esperienza visiva. Creati prima, durante e dopo gli eventi performativi, gli oggetti bidimensionali e tridimensionali, spesso realizzati attraverso collage di xerocopie di immagini sovrapposte, divengono parte essenziale ed integrante della sua pratica artistica.

Per questa mostra Ryan McNamara, il cui lavoro si ispira alla cultura mediatica contemporanea in tutte le sue declinazioni, prende in esame la candid camera ed, in generale, il meccanismo di alcuni programmi televisivi costituiti da sketch in cui ignari passanti sono messi di fronte a situazioni paradossali allo scopo di registrarne le reazioni.
Il pubblico è invitato a partecipare con il supporto di audio guide interattive ad un viaggio nel mondo di McNamara.

Il suo lavoro assume una rilevante importanza nell’ambito dell’arte performativa (lo dimostra la sua plurima partecipazione a Performa, evento newyorkese di rilievo internazionale) e ha suscitato negli ultimi anni l’interesse di importanti musei, come il Whitney o il MOMA PS1, ma anche di note case di moda come Louis Vuitton, che nel 2010 ha invitato l’artista a realizzare una performance, ispirata alla danza, negli spazi della boutique sulla Fifth Avenue.

Durante l’opening e ogni sabato dalle 15 alle 18 la galleria ospiterà un evento speciale a cura di Ryan McNamara, che coinvolgerà il pubblico in modo diretto e interattivo.

Ryan McNamara è nato nel 1979 a Phoenix, Arizona e si è laureato all’Hunter College di New York. Il suo lavoro è stato presentato in musei di fama internazionale, come il MOMA PS1, il Whitney Museum of American Art a New York e, recentemente, al MAMA di Rotterdam. Nel 2010 ha partecipato a The First International Performance Art Festival presso il Garage Center for Contemporary Culture, Mosca ed il suo lavoro è stato più volte incluso nel programma di Performa, New York. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni quali MOMA, New York, Saatchi Gallery e Zabludowicz Collection di Londra. Attualmente vive e lavora a New York.