Istvan Madarassy – Sull’ali dorate…
Nelle sale di Villa Pallavicino, sugli sfondi scenografici di Pier Luigi Pizzi si articolano, stanza dopo stanza, le evoluzioni sonore e visive, i cangiantismi incantati su rame di quest’artista che lavora la materia con il calore della fiamma ossidrica, trasfigurandola e cavandone, in modo quasi magico, l’essenza di luce, le sfumature iridescenti delle emozioni.
Comunicato stampa
Nell’anno della cultura ungherese in Italia e della cultura italiana in Ungheria si è attivato uno scambio e insieme un sodalizio artistico che ha come fulcro Busseto e il Museo Nazionale Giuseppe Verdi. Nelle celebrazioni del Bicentenario verdiano s’inserisce la mostra dello scultore ungherese Istvàn Madarassy che inaugura sabato 5, ore 10,30 (a cura di Manuela Bartolotti, con la collaborazione di Parmaoperart). Per tre mesi (dal 5 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014) i visitatori del Museo e gli ospiti del Festival Verdi di Busseto potranno anche ammirare le originali opere in rame di Madarassy ispirate ai melodrammi verdiani.
Nelle sale di Villa Pallavicino, sugli sfondi scenografici di Pier Luigi Pizzi si articolano, stanza dopo stanza, le evoluzioni sonore e visive, i cangiantismi incantati su rame di quest’artista che lavora la materia con il calore della fiamma ossidrica, trasfigurandola e cavandone, in modo quasi magico, l’essenza di luce, le sfumature iridescenti delle emozioni.
Per ogni stanza troviamo una figura, un protagonista dell’opera verdiana e le pittosculture (quadri con colori di fondo generati dal calore e sovrapposte forme a rilievo sempre in rame). Le diverse arti si mescolano, s’esaltano reciprocamente creando un’atmosfera evocativa, struggente che pervade tutti i sensi. Grazie alla musica di sottofondo, a scene e personaggi che sorgono come da quinte teatrali, ci s’immerge totalmente nell’universo verdiano. Lo scultore ungherese interpreta magistralmente la musica, modulando colori e passioni, rendendo il docile rame materia preziosa che quasi si fa aria, respiro, melodia.
Il pensiero allora va, vola… “sull’ali dorate”.
ISTVAN MADARASSY
Nato il 16 luglio 1948 a Budapest, ha frequentato l’Istituto di arti applicate e figurative ed è stato restauratore presso il Museo Nazionale Ungherese.
Dal 1973 è membro degli Artisti ungheresi e le sue opere sono state esposte in prestigiose mostre personali e collettive sia in patria che all’estero. E’ membro della Società artistica DunapArt e della Europaische Akademie der Wissenschaften und Künste (ASAE, Salisburgo)
Nel 1994 la sua opera “La porta dell’Inferno”, ha ricevuto la medaglia d’oro alla Mostra Biennale Internazionale di Dante a Ravenna. Nel 2000 il Presidente della Repubblica Ferenc Màdl ha fatto omaggio a Papa Giovanni Paolo II, in Vaticano, delle statue di S. Stefano e Santa Gisella. Nel 2004 ha ricevuto la medaglia al merito dal Presidente della Repubblica Ferenc Màdl e nel 2010 il Premio Gunder. Nel 2008 ha esposto alla Rocca Sanvitale di Fontanellato con la mostra “Alchimie di rame”. Nel 2011 ha tenuto al Museo Casa di Dante a Firenze la mostra sull’Inferno dantesco che si rinnova quest’anno (8 ottobre) con le opere ispirate ai Canti del Purgatorio.