Rebecca Tillett – Dopo il Grande Splendore
Segnalata a più riprese come una delle voci più pure della nuova fotografia erotica, la Tillett ha saputo destreggiarsi abilmente nella globalizzazione al ribasso delle intelligenze. Ha rifiutato la corsa alla celebrità. Ha rifiutato Condè-Nast. Ha rifiutato corteggiatori dai portafogli gonfi.
Comunicato stampa
Creature apparentemente fragili, le ragazze perdute di Rebecca Tillett sono sole in mezzo al deserto dell'immaginario americano. Non sono icone, non sono pin-up e non celebrano niente se non una ripetizione costante del grande fallimento esistenziale. C'è stato un tempo in cui quelle terre sconfinate regalavano sogni, e successivamente quei sogni si sono tramutati in incubi. Ora, semplicemente, non c'è più nulla.
Segnalata a più riprese come una delle voci più pure della nuova fotografia erotica, la Tillett ha saputo destreggiarsi abilmente nella globalizzazione al ribasso delle intelligenze. Ha rifiutato la corsa alla celebrità. Ha rifiutato Condè-Nast. Ha rifiutato corteggiatori dai portafogli gonfi.
I suoi soggetti - rigorosamente femminili - celebrano la lowlife americana, in una fuga dal cuore nero dell'Impero che risulta tanto più affascinante quanto efficace. Con fluttuanti riferimenti pop e underground la Tillett è marginale a ogni movimento importante degli ultimi vent'anni, una Sylvia Plath della fotografia, caparbiamente attaccata alle sue origini (vive e fotografa tra il Colorado e il Nuovo Messico), alle sue amiche e amici e a quel Grande Splendore di cui la sua generazione non ha goduto se non un lontano riflesso. Come la luce di una stella morta da migliaia d'anni.
Dopo il Grande Splendore segna il ritorno in Italia della fotografa statunitense Rebecca Tillett, dopo la personale del 2010, con una selezione di nuove fotografie mai esposte in precedenza e realizzate in esclusiva per Mondo Bizzarro.
Questa mostra partecipa alla
Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI.