Chiara Fersini – It’s not about rationality

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO GUIDOBONO
Piazza Arzano , Tortona, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì/giovedì 16-19 mercoledì/venerdì/sabato/domenica 10-12 e 16-19

Vernissage
05/10/2013

ore 17

Artisti
Chiara Fersini
Curatori
Sofia Sicula
Generi
fotografia, personale

Affiora l’amore per le cromie e le sinuosità della pittura rinascimentale ma anche per il chiaroscuro di Caravaggio, qui declinato in una progressiva discesa dei toni nell’ombra, non tagliente, un compenetrarsi di luce e buio che ne rilevi la complementarietà

Comunicato stampa

IT’S NOT ABOUT RATIONALITY – PRESENTAZIONE CRITICA
Chi è quella ragazza, pelle di luna, capelli d’onda, lo sguardo antico, la bocca di fanciulla? E’ una foto, sì. Forse, anche un dipinto. Di sicuro una fiaba, una visione. Himitsuhana, il nome, dono dell’Estremo Oriente, Fiore Segreto. Chi sei, che cosa? Vorresti conoscerla, la segui fotogramma per fotogramma e ogni foto è un nuovo punto d’incontro, un istante sospeso tra realtà e immaginazione, il brano di una favola, il ritaglio di una fantasia. Lei, intanto, è già scivolata in un’altra storia. Il suo corpo emana una sensualità evanescente, ne desideri il contatto ma sai bene che non lo puoi trattenere. It’s not rationality, dice. But it’s reality, sembra continuare. Una realtà, però, oltre il perimetro del razionale. Un territorio abitato dalla materia del sogno in tutta la sua eterea consistenza.
Himitsuhana, dunque, Fiore Segreto. Delicatezza e mistero. Scelta di colori pastello che irradiano sulla composizione luci morbidissime, pregne di tepore. Affiora l’amore per le cromie e le sinuosità della pittura rinascimentale ma anche per il chiaroscuro di Caravaggio, qui declinato in una progressiva discesa dei toni nell’ombra, non tagliente, un compenetrarsi di luce e buio che ne rilevi la complementarietà. Ombra, appunto, territorio del misterioso, della notte che alimenta paesaggi e creature fantastici.
Himitsuhana, alias Chiara Fersini, personaggio e autore, autoritratto che diviene ritratto d’altro, identità che si perde, si rigenera, si moltiplica. Ogni scatto introduce in un labirinto semantico dove s’intrecciano letteratura e videoclip, film, fumetti e storia dell’arte con l’immediatezza poetica e la forza espressiva di un haiku giapponese. Nell’equilibrio interno tra sfondi, oggetti e figure, infine, sembra di udire una sonorità che nel variare delle immagini scandisce il ritmo visivo di una danza per diverse coreografie, una cadenza costante, in cui si coglie come l’eco lontana di una pizzica salentina che scioglie le membra e i sensi, liberando l’energia del cosmo onirico.

Elena Carrea