Antonio Russo
Antonio Russo a Baràbook è la prima di una serie di esposizioni e performing-art dello StudioSotterraneo nei locali di Roma. Un gruppo di sette artisti riuniti ai margini del Pigneto, dove le tele passano da una mano all’altra in un’ibridazione di stili di arte contemporanea che si fa melting-pot di influenze italiane, centro e sudamericane.
Comunicato stampa
Antonio Russo a Baràbook è la prima di una serie di esposizioni e performing-art dello StudioSotterraneo nei locali di Roma. Un gruppo di sette artisti riuniti ai margini del Pigneto, dove le tele passano da una mano all’altra in un’ibridazione di stili di arte contemporanea che si fa melting-pot di influenze italiane, centro e sudamericane. Che c’è di nuovo in quest’esperimento rispetto alle tante mostre del settore? “La vera pittura ormai si può ammirare più nei bar che nelle gallerie”, questa la considerazione dell’artista e del curatore: far emergere e inondare i locali underground romani con opere autentiche, circondate da selezioni groove e funky e improvvisazioni jazz dal vivo.
Nelle più recenti opere di Antonio Russo il riutilizzo delle materie prime si discosta dal classico uso delle tele e va ad elevare anche oggetti di vita quotidiana: ante di armadi rivisitate con figure classiche , vecchi tappeti che fanno da sfondo a Moai dell’Isola di Pasqua, la pittura su antenne paraboliche che rende alla perfezione i buchi neri e il senso d’infinito dell’universo. Non solo olio su tela, ma anche areografo e sempre cura maniacale nella preparazione degli sfondi. Lo stesso dipinto della locandina della mostra, interpretazione del celebre autoritratto di Van Eyck, è una chiara sintesi della ricerca pittorica dell’artista, orientata nell’osservazione del cosmo che così si trasforma in pittura, reinterpretando i capolavori del passato e ritraendo personaggi illustri. Stelle, pianeti, costellazioni e buchi neri appaiono sulla tela come fosse un universo. E’ tale indagine che contribuisce allo sviluppo di un’analisi introspettiva che si manifesta nella realizzazione di un ciclo di autortratti in continua evoluzione. Russo negli ultimi tre anni fa parte, è influenzato e cresce in simbiosi con tutti gli altri membri dello StudioSotterraneo. Un insieme di artisti che sente forte e prioritaria anche la vocazione all’insegnamento e che organizza corsi di pittura sperimentale proprio per trasmettere a tutti i loro stili e passioni.
StudioSotterraneo è soprattutto,“L’odore dell’olio di lino che colpisce i sensi, il suono della tastiera a riempire l’aria, resa densa dai colori alle pareti. Su cui quasi fatica a contenersi la gestazione pittorica quotidiana che qui ha origine per mano di sette differenti genitori, diversi nel gusto estetico ma uniti dalla passione per l’amante che sotto quel tetto dividono: la pittura. Sembra quasi di sentirla respirare nella forza dolorosa delle tele di Luis Alberto Alvarez, per poi materializzarsi attraverso le audaci prospettive immobili nel tempo di Francesco Campese. Pittura che trova espressione liguistica nei volti trasfigurati di Antonio Russo, vivendo del cromatismo orgiastico e delle forme plastiche di Roberto Farinacci, per poi diluirsi nel fluttuante universo pittorico di Mattia Arduini e riprendendo corpo con il descrittivismo melanconico evocato da Carlos Atoche. A cui si aggiungono le atmosfere di Luis Alberto Cutrone, l’ultimo elemento arrivato a completare il mosaico artistico di uno studio in perenne trasformazione. Capace di inventarsi teatro di jam-session musicali, galleria raffinata o ritrovo per una serata in cui consumare un Bukowski, bere un bicchiere di vino, parlare del mondo. E, tutto intorno, nient’altro che una straordinaria, aggressiva bellezza” (Matteo Pinci).
Antonio Russo nasce a Lanciano il 30 luglio 1983. A 12 anni inizia gli studi di musica che termineranno a 17 anni, ottenendo il diploma di solfeggio. E’ il periodo del cambiamento dalla musica alla pittura. Terminato l’istituto d’arte con soli due quadri all’attivo, s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma. Consegue il diploma e la laurea specialistica con il massimo dei voti, ma fondamentale per la propria maturazione artistica saranno gli incontri avvenuti in tale ambiente. Conclusa l’Accademia, da più di tre anni continua a vivere a Roma condividendo uno studio di pittura al Pigneto insieme ad altri sei artisti. Per lui dipingere “è come viaggiare con una navicella spaziale”.