Soft Pictures
Mostra collettiva dedicata all’uso del medium tessile nell’arte contemporanea. Storicamente posto al confine tra arti liberali e arti applicate, l’uso del tessuto come materiale per creare immagini artistiche è oggi ripreso dagli artisti nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e simboliche: una ricca trama di significati di cui questa mostra rende conto.
Comunicato stampa
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, dal 23 ottobre 2013 al 23 marzo 2014, Soft Pictures, mostra collettiva dedicata all'uso del medium tessile nell'arte contemporanea, a cura di Irene Calderoni.
Storicamente posto al confine tra arti liberali e arti applicate, l'uso del tessuto come materiale per creare immagini artistiche oggi ripreso dagli artisti nelle sue molteplici valenze, storiche, politiche, sociali e simboliche, una ricca trama di significati di cui questa mostra rende conto.
Come prodotto del lavoro umano, fusione perfetta di tecnica e invenzione, grande maestria e impegnativa applicazione, l'arte tessile può sembrare lontana dall'approccio concettuale di tanta arte del nostro tempo, ma sono proprio questi aspetti che divengono centrali nel recupero odierno di questa tradizione. Al tempo dell'immagine digitale, scegliere il tessuto come materiale e antiche tecniche per lavorarlo diviene il primo gesto significante, un gesto forte, che riapre un campo di possibilità espressive per l'arte.
Il tessuto impiegato dagli artisti per riflettere sulle nozioni di tradizione, di memoria, di folklore: là dove l'opera d'arte non ha un autore definito, ma porta in sé la ricchezza di un'intera cultura, di innumerevoli mani e menti che l'hanno forgiata nei secoli, tramandandone l'arte fino a noi. Ma il legame con la cultura di un popolo e di un'epoca richiama anche le connotazioni politiche e sociali di questi manufatti: il lavoro umile e domestico, prettamente femminile e funzionale alle esigenze private, l'altra faccia di un'arte che arriva a rappresentare la ricchezza e la potenza delle corti europee. Durevole e facile da trasportare, il tessile anche stato la merce per eccellenza, protagonista delle dinamiche commerciali ed economiche che hanno rivoluzionato la Storia.
Come ricorda Seth Siegelaub, collezionista di tessuti antichi e grande conoscitore della materia, “forse è un caso che Cristoforo Colombo, come suo padre prima di lui, fosse un produttore e mercante di lana; ma piuttosto logico che il telaio Jacquard, creato nell'800 in Francia, sia stato l'ispirazione per il lavoro dell'inglese Charles Babbage, che ha portato direttamente all'invenzione del computer nel 20 secolo”
Funzione e decorazione, design e arte, tradizione e modernità tra questi diversi poli si muovono gli artisti in mostra per riflettere sull'immagine e sul materiale stesso come concentrazione di tensioni e simboli differenti. L'idea stessa di immagine oggetto di particolare attenzione, per la complessa relazione che il manufatto tessile ha con la dimensione pittorica; secondo il dictat modernista di specificità al medium l'immagine tessuta un concetto problematico, come Anni Albers notoriamente sosteneva, affermando che un'opera tessile non un quadro Le opere in mostra esplorano specificamente questo spazio contestato e liminale, dando forma alla particolare dialettica tra le caratteristiche materiali e simboliche del medium tessile e il suo funzionamento come immagine.
Artisti in mostra:
Sanford Biggers (USA 1970. Vive a New York), Shannon Bool (Canada 1972. Vive a Berlino), Enrico David (Italia 1966. Vive a Londra), Willem De Rooij (Olanda 1969. Vive a Berlino), Noa Eshkol (Israele 1924-2007), Mike Kelley (USA 1954-2012), William Kentridge (Sud Africa 1955. Vive a Johannesburg), Gabriel Kuri (Messico 1970. Vive a Cittdel Messico e Bruxelles), Goshka Macuga (Polonia 1967. Vive a Londra), Adele Roeder (Germania 1980. Vive a New York), Slavs Tatars (Collettivo creato nel 2006. Vivono in Eurasia), Rosemarie Trockel (Germania 1952. Vive a Colonia), Piotr Uklanski (Polonia 1968. Vive a New York), Francesco Vezzoli (Italia 1971.Vive a Milano), Vincent Vulsma (Olanda 1982. Vive ad Amsterdam), Franz Erhard Walther (Germania 1939. Vive a Fulda), Pae White (USA 1963. Vive a Los Angeles), Andrea Zittel (USA 1965. Vive a Los Angeles).
Soft Pictures
23 October 2013 – 4 May 2014
Soft Pictures is a group exhibition that explores the use of textile in contemporary art. The show addresses the multiplicity of meanings that the adoption of this medium entails in artistic practice.
Historically, the use of textile as a material to create art images can be placed halfway between the liberal and applied arts, and its position is still considered a contested issue. Today, artists are going back to textile and its multiple historical, political, social and symbolic meanings—a rich semantic texture, which unfolds through the exhibition.
As a product of human labour, a perfect blend between technique and invention, true skill and a great deal of application, the textile arts may seem distant from the conceptual approach that characterises much of today’s art. Yet, it is these very aspects that have become central in the way modern artists are bringing back the textile tradition. In the contemporary world, choosing fabric as a material and using old techniques to work it represents the first significant, strong gesture to open up a whole range of expressive possibilities for art.
Artists use textile to reflect on tradition, memory and folklore, a domain in which the work of art has no definite author but carries within it the richness of an entire culture, of countless hands and minds that have shaped it throughout the centuries, handing it down to us. At the same time, the connection between these artefacts and a specific culture and age unearths their political and social implications: A humble household job, mostly carried out by women and serving private needs, is the other side to an art that was fit to celebrate the wealth and power of the great European courts. Hard-wearing and easily transportable, textile was a commodity par excellence, which revolutionised the manufacturing industry.
Function and decoration, design and art, tradition and modernity: Artists move between these poles, reflecting on the artefact as a cluster of different tensions and symbols.
Artists: Sanford Biggers, Shannon Bool, Enrico David, Willem De Rooij, Noa Eshkol, Mike Kelley, William Kentridge, Gabriel Kuri, Goshka Macuga, Adele Roeder, Slavs and Tatars, Rosemarie Trockel, Piotr Uklanski, Francesco Vezzoli, Vincent Vulsma, Franz Erhard Walther, Pae White, Andrea Zittel
The exhibition is curated by Irene Calderoni.