Temporary Shock – Alessandro Passerini
Quest’edizione del Temporary Shock, mercatino clandestino ormai divenuto appuntamento fisso del panorama bolognese, ospita la mostra fotografica personale di Alessandro Passerini, a cura dell’Ass. Culturale tamèr.
Comunicato stampa
Temporary Shock.
Il desiderio di far vivere Piazza Santo Stefano con suoni e azioni, con materie che prendono forme inattese e sorprendenti.
Da qui nasce Temporary Shock, un salotto aperto, comodo per tutti, luogo caldo e accogliente, dove riempire occhi e orecchie di bello.
Quest’edizione del Temporary Shock, mercatino clandestino ormai divenuto appuntamento fisso del panorama bolognese, ospita la mostra fotografica personale di Alessandro Passerini, a cura dell’Ass. Culturale tamèr.
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Alessandro Passerini
Nato a Portomaggiore (FE) nel 1975.
Fotografo per Art+Commerce/VOGUE, è attivo da più di venti anni nel campo delle Arti Visive.
Fondatore del Collettivo TM15, organizza collettive e personali d'arte in ambito nazionale ed estero, ed è il curatore artistico del Premio Nazionale di Fotografia e Pittura 'B. Cascella' e del Premio Nazionale per l'Arte Contemporanea 'P. Occhi'.
Dal 2007 fa parte degli artisti promossi e venduti dalla Saatchi Gallery di Londra.
Dal 2012 pubblica con VOGUE Italia, entrando a far parte dei fotografi del progetto PhotoVOGUE.
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“Fumo di sigaretta nell’aria.
L’assenza di suono fresca dell’ “è – stato” inonda l’aria e la riempie di un ricordo che non ci è dato conoscere.
Un connubio tra alto e basso si fonde in un dialogo tra concettualità e tecnicismo, si concentra su un’interpretazione di un kitsch dalle velleità molto meno pornografiche e più pittoresche, concetto inteso nell’ultima accezione che gli ha attribuito l’arte contemporanea.
La tradizione della fotografia erotica è tanto vecchia quanto l’invenzione del mezzo stesso: primo caso e primo grande scandalo fu creato da Diotallevi, quando, con l’aiuto della moglie, nella Londra di metà ottocento, realizzava immagini pornografiche ispirate alla Bibbia e ai fotomontaggi. Deprecabile e di dubbia moralità, il caso Diotallevi ci ha offerto la testimonianza delle prime manifestazioni svelate ed il primo vero sdoganamento dell’immagine del corpo scoperto.
Nel corso della storia della fotografia, questo mercato non si è mai fermato e Passerini ci fa entrare in una dimensione temporale sospesa, degna di essere accostata alla narrative art della suspance più contemporanea di Mac Adams, sfrondando le fotografie dall’atmosfera thriller, per aggiungere invece un tocco più intimamente voyeuristico, estraniante e particolarmente coinvolgente.
Un boudoir appena consumato o una camera da letto invasa da malinconia e perversione?
E’ proprio in questo limbo che ci piace sguazzare, interrogandoci”.
Michela Malisardi