Giulia Marchi – Multiforms
Giulia Marchi, presenta “Multiforms”: il progetto, realizzato grazie al sostegno di : CAP – Contemporary Art Projecs, Fabio Castelli ed Enrico Giliberti, consiste in 19 scatti fotografici, un Portfolio e viene accompagnato da un libro d’artista, in edizione limitata ,edito da Danilo Montanari Editore.
Comunicato stampa
The Format – Contemporary Culture Gallery è lieta di presentare : “Multiforms” , la prima personale di Giulia Marchi , a Milano, a cura di Guido Cabib. Opening 30 Ottobre 2013 ore 18.00 .
Giulia Marchi , presenta “Multiforms” : il progetto, realizzato grazie al sostegno di : CAP - Contemporary Art Projecs, Fabio Castelli ed Enrico Giliberti, consiste in 19 scatti fotografici, un Portfolio e viene accompagnato da un libro d’artista, in edizione limitata ,edito da Danilo Montanari Editore.
L’incantesimo delle immagini tecniche, non mira a trasformare il mondo là fuori , ma i nostri concetti riguardanti il mondo; sono giochi di prestigio, racconti fantastici; esse informano e quanto fotografato assume una forma diversa, contro reale ,improbabile e diviene culturale.
Il progetto fotografico “Multiforms” di Giulia Marchi ci mostra due verità: la verità autobiografica e quella metaforica ; queste verità convivono nelle immagini , rafforzando ed alimentando ciò che tutti cerchiamo di mantenere intatto: l’attaccamento alla vita.
Le immagini ci portano nel suo e nel nostro mondo, magicamente; il mondo dei ricordi personali dell’artista ci relaziona ai nostri personali ricordi, sollecitando, in chi le fruisce, uno stato di abbandono e poesia ed alimentando le visioni ancestrali dell’essere umano.
Nelle sue immagini ritroviamo tutto il suo mondo , la sua memoria e per questo sono convincenti; in arte nulla è banale e le fotografie dei cumuli di sabbie e lana, sono metafora , restituiscono a noi la forma della memoria , ma anche il cambiamento della vita stessa, l’impermanenza, l’Anytia Buddhista.
Il titolo Multiforms, a cui fa riferimento la serie di 19 scatti di Giulia, trae origine dalla serie dei dipinti di Mark Rothko , lavori caratterizzati da macchie di colore e da un particolare effetto plastico-spaziale. Il tentativo, ben riuscito nelle immagini di Giulia, è quello di annullare ogni distanza tra le loro superfici e gli spettatori e di far perdere ogni senso ,ogni possibilità d’evasione.
«intraprendere un viaggio dentro l’universo del quadro […] muoversi insieme alle forme realizzate dall’artista, dentro e fuori, in alto e in basso, in diagonale e in orizzontale; deve curvare in prossimità degli elementi sferici, attraversare tunnel, scivolare giù per i declivi, saltare da un punto ad un altro, come attratto da una calamita che lo spinge a percorrere lo spazio, a penetrare in recessi misteriosi e, se il dipinto è riuscito, farà tutto questo a vari intervalli correlati. Questo viaggio è l’ossatura, l’anima dell’idea» Mark Rothko.
Giulia Marchi nasce a Rimini nel 1976, dove vive e lavora.
Frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia con indirizzo classico all'Università degli studi di Bologna. Costruisce da sola le proprie macchine fotografiche rubando l'anima a scatole di carta o a piccole cassettine in legno. Sue fotografie sono conservate presso il MUSINF di Senigallia, la Civica Galleria D'Arte Moderna Giuseppe Sciortino di Monreale ed in importanti collezioni pubbliche e private. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all'estero, sia a carattere collettivo che personale ottenendo consensi di pubblico e critica.