Gianluigi Colin – I Volti del tempo

Informazioni Evento

Dono dell’opera I Volti del tempo di Gianluigi Colin alla città e presentazione dell’omonomo volume con testi di Cappello, Dell’Agnese e Colin.

Comunicato stampa

La mostra di Gianluigi Colin “Caos Apparente”, che verrà prorogata fino a domenica 24 novembre alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, contiene un omaggio dell’artista alla sua città natale: Volti del tempo. L’opera parietale composta da un’ottantina di tele di piccolo formato, che riproducono volti della città odierna mescolati assieme ai volti tratti dalle opere di Giovanni Antonio De Sacchis detto il Pordenone, massimo pittore friulano del Cinquecento, verrà donata alla Città di Pordenone con una piccola cerimonia, sabato 16 novembre alle 17.30 a PArCo, accompagnata dalla presentazione dell’omonimo volume, edito dal Comune, che oltre a presentare uno accanto all’altro I Volti del tempo, contiene testi di Pierluigi Cappello, Fulvio Dell’Agnese e dello stesso Gianluigi Colin. Con questa opera Colin si interroga su quanto viva ancora – nella Pordenone di oggi – dell’orizzonte affettivo e dell’humus artistico in cui prese forma la sua gioventù. Per darsi ragione del proprio presente, Colin affonda lo sguardo nel passato, nelle proprie radici umane e culturali, e costruisce un’opera dedicata a Pordenone e al Pordenone: quel che pare uno schedario dei suoi affetti, ma è piuttosto una mappa – aperta – del divenire di una persona e del suo contesto di formazione.
“Colin - spiega il curatore Fulvio Dell’Agnese - fonde differenti tecniche e supporti: carta e tela, pittura e fotografia. E intreccia l’impronta di figure uscite dal pennello del maestro rinascimentale a immagini digitali che bloccano istanti del vivere della città di oggi: volti, su cui l’artista infierisce con pieghe e stropicciature per poi carezzarli con una liquida colata giallo-bruna di gommalacca e recuperarli a una possibile nuova lettura. Non più icone del sacro e neppure semplici istantanee del presente, quei volti si caricano di una diversa persistenza”.