Marcello Scuffi – Una questione di impegno

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO ZIINO
Via Dante 53, Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a sabato 9,30/18,30 (domenica chiuso)

Vernissage
14/11/2013
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Assessorato alla Cultura Comune di Palermo

Editori
GIORGIO MONDADORI
Artisti
Marcello Scuffi
Curatori
Giovanni Faccenda, Daniela Brignone
Generi
arte contemporanea, personale

La mostra ci invita a contemplare gli elementi della sua riflessione personale: una poesia dell’anima intrisa di ricordi e di nostalgia, priva di presenze umane, nature morte e treni fermi, fabbriche, circhi, il tempo e la memoria.

Comunicato stampa

Una grande occasione per conoscere la personalità di Marcello Scuffi, artista raffinato e sensibile che negli ultimi anni si è imposto sulla scena contemporanea. Il 14 novembre, presso Palazzo Ziino a Palermo, s’inaugura la mostra Una questione di impegno, curata da Daniela Brignone e Giovanni Faccenda, dedicata alla produzione più recente del maestro.
Quaranta tele che rivelano una libertà di espressione e un’indagine autonoma e critica, senza assoggettare se stesso e la sua arte ad un qualsiasi dogma stilistico.
La mostra ci invita a contemplare gli elementi della sua riflessione personale: una poesia dell’anima intrisa di ricordi e di nostalgia, priva di presenze umane, nature morte e treni fermi, fabbriche, circhi, il tempo e la memoria. Un’arte improntata al rigore prospettico, un richiamo alla disciplina e alla meditazione, volta a reinterpretare una tradizione quattrocentesca, quella di Giotto e di Piero della Francesca, in una scelta compositiva di ordine, misura ed armonia, ma che tocca anche temi più contemporanei, con il proposito di esprimere una necessità interiore. “Nella sua ricerca convivono eventi e paesaggi incompiuti, alternati a giochi di piani nelle serie dei treni e delle fabbriche. Esprime la potenza delle macchine ma, nello stesso tempo, il bisogno di difendersi da esse, che alternerà ai sentimenti di solitudine, di distacco, espressi dai paesaggi e dalle marine”.
La natura è interpretata in termini di forma, colore e luce, ancora un omaggio ad un grande artista, Carrà, che intendeva la pittura come “costruzione e valenze spaziali, ritmi di masse e volumi, di angoli e linee, luci, colori, toni”. Ma non mancano i riferimenti a Rosai, alla metafisica dechirichiana, e a Giorgio Morandi.
Risulta evidente nelle sue opere il tentativo di dare ordine e stabilità al movimento caotico della materia, proponendo fondi monocromatici per conferire un equilibrio statico all’immagine da cui trapela una nota malinconica tra i passaggi tonali: sfumature atmosferiche fluide, prive di eccessi decorativi, per evidenziare il tempo sospeso e il valore del silenzio, ma anche il desiderio di approdare ad una ricerca intima e personale.
Ne scaturisce una semplificazione delle forme da cui bandisce l’accidentalità a favore della sintesi e di una spazialità vuota, di cui coglie la carica interna, nascosta, e il senso dell’esistere, sotto un velo di malinconia espresso attraverso il muto linguaggio delle cose.
La mostra, corredata da un catalogo edito da Giorgio Mondadori, sarà visitabile fino al 14 dicembre.