Henrik Olai Kaarstein – Mothers
Il lavori di Henrik Olai Kaarstein per la mostra ‘Mothers’ presso T293 affrontano l’esigenza di regole correttive. Nelle opere, risorse potenti e forza di volontà sono usate per mettere a nudo e segnalare la presenza di informazioni nascoste.
Comunicato stampa
Un grande pensiero è difficile da affrontare. Un uomo che crea. Una piccola stanza che si colloca in uno spazio infinito. Una stanza piena di narrazioni anestetizzanti e arredata con oggetti consenzienti.
Il lavori di Henrik Olai Kaarstein per la mostra ‘Mothers’ presso T293 affrontano l’esigenza di regole correttive. Nelle opere, risorse potenti e forza di volontà sono usate per mettere a nudo e segnalare la presenza di informazioni nascoste.
Attraverso una sere di superfici tessili, le opere rivelano il carattere di qualcosa incapace di manifestarsi nella loro perfezione originale. Gli elementi sottostanti dominano ciò che può essere percepito nel lavoro finale e la manifestazione di queste informazioni è chiara e semplice. Configurazioni primitive, tratti netti, strati lucidi, macchie di colore e pieghe sono vissuti come strumenti raffinati e precisi.
I lavori su tessuto di Kaarstein possono essere visti come uno strumento di dialogo con ciò che c’è da cogliere. O forse, più precisamente, come un monologo che catalizza la ricerca e la selezione. Le opere esposte sono caratterizzate da semplici materiali di base – asciugamani e coprimaterassi sottili – ma i lavori finali spaziano da una quotidiana semplicità del materiale ad una vibrante e tremolante intimità. È proprio il modo in cui gli asciugamani vengono appesi a renderli più presenti e carichi di senso di molti degli oggetti presenti nelle stanze della vita quotidiana. Una volta aggiunto il paesaggio sulla superficie essi sono percepiti quasi come emotivamente seducenti. Le variazioni di intensità nell’espressione ne alterano le vibrazioni suggestive, senza però fissare obiettivi specifici o uno stile.
La materializzazione nelle opere si percepisce senza volontà di essere di disturbo nella composizione. Come il granello di sabbia prende il suo posto nel paesaggio del deserto, così gli elementi materiali ottengono il loro posto nelle opere. La superficie e i motivi si manifestano in una morfologia evolutiva e biologica ed esprimono la volontà di essere collegati. Non come frammenti visivi di una grafica superiore, ma come una ricerca di collegamenti sia con le origini che con l’eternità. La ricerca di superfici materiali che manifestino qualità comunicative oltre il visivo è sentita come importante e liberatoria, ed è determinante nei processi utilizzati per organizzare gli elementi dei lavori.
Le opere che Kaarstein crea su queste superfici limitate sono espressione di onnicomprensività, e ciò può essere visto come una dichiarazione di sintesi. L’opera è libera da ogni invadente contenuto ‘istruttivo’. La complessità esprime equilibrio e potente immobilità. Un’ampia informazione visiva vissuta come portatrice di un messaggio comprensibile di ricerca e desiderio.
L’attività in corso all’interno della piccola stanza è oscura e colma di nostalgie eluse.
A.H.