Veljko Mihajlović – Konstantin
Un momento importante per la storia che sancisce per tutti la libertà di espressione religiosa e che viene celebrato
con la perfetta ambientazione di Costantino il Grande e sua madre Elena negli spazi suggestivi dei Mercati di Traiano grazie alle opere di Veljko Mihajlović.
Comunicato stampa
Sono passati millesettecento anni dall’Editto di Milano, emanato nel 313 d.C. dall’Imperatore d’Occidente Costantino e dall’Imperatore d’Oriente Licinio per porre fine alle persecuzioni religiose e proclamare la neutralità dell’Impero nei confronti di qualsiasi fede. Un momento importante per la storia, che sancisce per tutti la libertà di espressione religiosa e che sarà ricordato e celebrato con la mostra Konstantin. L’editto di Costantino 1700 anni dopo, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Ambasciata di Serbia a Roma e dall’Ambasciata di Serbia presso la Santa Sede, e ospitata nei Mercati di Traiano dal 28 novembre 2013 al 12 gennaio 2014, con la cura di Jelena Jovanović e i Servizi Museali di Zètema Progetto Cultura.
Sarà presentato, per la prima volta in Italia, un ricco corpus di incisioni dell’artista serbo Veljko Mihajlović, composto da quarantanove opere ad acquatinta -tecnica a lui peculiare- tratte dallo straordinario ciclo di ottanta grafiche Costantino ed Elena realizzato nel 2012.
Mihajlović sceglie la figura di Imperatore cristiano per eccellenza associata, nell’iconografia del culto, alla madre Elena, colei che, nel corso di un viaggio a Gerusalemme, avrebbe scoperto miracolosamente la Vera Croce.
L’artista rappresenta Costantino il Grande e sua madre Elena ispirandosi agli affreschi delle chiese e dei monasteri che ha visitato in Serbia, Italia, Grecia, Albania, Macedonia, Montenegro, Romania ed Ungheria. Un’immagine, quella di madre e figlio, che appare unitaria in ogni opera: protagonisti ed interpreti di una visione intima della fede, essi invitano, un’opera dopo l’altra, a una sorta di contemplazione privata. Opere che non hanno bisogno di essere interpretate ma semplicemente guardate, contemplate, esaurendo nel contatto visivo tutto quello che c’è da vedere e capire.
Ciascun affresco è raffigurato nel proprio contesto originale, all’interno della chiesa o dell’eremo della Serbia medievale, comprendendo, tra gli altri, i suggestivi complessi di Žiča, Pećka Patrijaršija, Dečani, Sopoćani. Il pellegrinaggio dell'artista ha incluso santuari come Hilandar a Monte Athos, Luštica nel Montenegro, Semljug e Hodos in Romania, Staro Nagoričino e San Nicola in Macedonia, Ardenica e Berat in Albania, la chiesa dei Santi Quattro Coronati a Roma, la Basilica di San Francesco ad Arezzo.
A questo ciclo sacro si aggiungono l’interpretazione personale dell’Arco di Costantino, trasmessa dall’Artista attraverso toni sfumati e vellutati, più vicini all’acquarello che all’acquatinta, e cinque stampe dedicate alle scene più famose della Sala di Costantino delle Stanze di Raffaello ai Musei Vaticani, frutto di una percezione quasi onirica.
Un importante appuntamento, questa raccolta ricca e completa di incisioni di Mihajlović, che consente la prosecuzione del dialogo intenso già iniziato tra Italia e Serbia e che ha visto quest’ultima, durante gli ultimi anni, molto attiva nel proporre i suoi migliori artisti contemporanei. E, ancora, un’occasione in più per conoscere la storia della Serbia che, oltre a Costantino, ha dato i natali a ben 15 Imperatori Romani.
Serbia e Italia, due paesi che seguitano ad arricchire i loro scambi culturali scoprendo ogni volta nuovi punti di contatto e di crescita comune.