America anni ‘80

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA DE' BONIS
Viale dei Mille, al numero 44/B , Reggio Emilia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
30/11/2013

ore 17.30

Uffici stampa
CSART
Generi
arte contemporanea, collettiva

Dipinti ipnotici e misteriosi, di fronte ai quali soffermarsi, esito di percorsi diversi per risultati e modalità espressive, ma accomunati da una continua ricerca.

Comunicato stampa

Alla Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia (V.le dei Mille, 44/B), dal 30 novembre 2013 al 19 gennaio 2014, va in scena “America anni ‘80”, esposizione collettiva con opere di Donald Baechler, Ross Bleckner, James Brown, Peter Shuyff e Philip Taaffe, tra i più significativi artisti del periodo.
Dipinti ipnotici e misteriosi, di fronte ai quali soffermarsi, esito di percorsi diversi per risultati e modalità espressive, ma accomunati da una continua ricerca.
Donald Baechler (Hartford, Connecticut, 1956) segue, seppur con ironia, la strada del primitivismo, approdando successivamente ad una semplicità essenziale, che capovolge i canoni dell’arte classica. Bellezza come semplicità, associata alla purezza dell’infanzia, tempo di curiosità, giochi e prima alfabetizzazione. Collezionista di forme, crea opere di grande impatto visivo, caratterizzate da silhouette nere. I suoi dipinti sono conservati al Moma e al Guggenheim di New York, al Moca di Los Angeles e al Centre Pompidou di Parigi.
Ross Bleckner (New York, 1949) lavora utilizzando l’aerografo per creare un insieme di macchie che diventano cifra riconoscibile di un linguaggio personale di ispirazione scientifica. Le sue opere evocano l’universo cellulare, la rappresentazione di particelle organiche che si scompongo e si moltiplicano fino ad ipnotizzare lo spettatore. Artista di fama mondiale, è presente nelle collezioni del Moma e del Whitney Museum of American Art di New York, del MOCA di Los Angeles e del Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.
James Brown (Los Angeles, 1951) è rappresentato in mostra da un nucleo di dipinti della serie “Opus contra Naturam”, realizzati in Messico fra il 1993 e il 1994. Dopo le ricerche del periodo newyorkese, che lo vedono dividere con Jean-Michel Basquiat e Keith Haring la scena del graffitismo, quelle degli anni ‘90 sono opere dalla forte impronta introspettiva, che parlano di radici e ricerca di sé. Colori naturali e soggetti vegetali, a partire da antiche mappe che ancora portano i segni di ripetute piegature. Un codice visivo immediato, quasi primordiale, fatto di elementi semplici e forme archetipiche.
Philip Taaffe (Elizabeth, New Jersey, 1955) intende l’arte come pratica tribale. Fin dagli anni ‘80 cattura immagini che riproduce sulla tela e sulla carta con diverse tecniche: blockprint, stampi di gomma, serigrafia, collage. Come uno scriba, raccoglie e registra il sapere collettivo, i miti e i simboli di un’epoca, assicurandone la sopravvivenza. Particolarmente affascinato da alcuni aspetti della natura (meduse ed anemoni di mare), così come da elementi ornamentali ad incastro, i suoi pattern non sono mai perfettamente regolari pur nella loro apparente ripetitività, così come non lo è la natura.
Peter Shuyff (Baam, Olanda, 1967) è artista dalla complessa espressività. Per quanto riguarda le arti visive, è famoso per la pratica del “painting on found painting”, attraverso la quale dipinge motivi geometrici su opere figurative di valore contenuto, ma soprattutto per opere quasi optical, dove si rivela la sua maestria. Dipinti di grandissima luminosità, caratterizzati da velature successive e da un nuovo processo chiaroscurale.