Non omnis moriar. L’eredità di Böcklin
Quattordici artisti contemporanei si confrontano con l’Opera di Arnold Böcklin, evocando e rinnovandone il fascino misterioso e metafisico, l’ispirazione spirituale, lo sguardo profondo sulla Natura.
Comunicato stampa
Non omnis moriar: questa frase, che letteralmente significa “non morirò interamente”, fu incisa (per volontà del diretto interessato) nella lapide del pittore svizzero Arnold Böcklin (morto nel 1901 a Fiesole), e suona come profetica, data la risonanza che la sua Opera, così ricca di soggetti (ville, isole, mari, alberi, figure mitologiche, solitarie presenze umane) sospesi tra il reale e il fantastico ma tenuti insieme da una straordinaria chiarezza di visione e da una raffinatissima qualità pittorica, ha avuto in movimenti artistici come il Simbolismo, la Metafisica e il Surrealismo.
Ma l’eredità di Böcklin è ancora viva, e per dimostrarlo abbiamo chiesto a quattordici artisti contemporanei (Amici, Bartolini, Bonfigli, Catraro, Del Gatto, Eldridge, Isaac, Mazziero, Montesano, Nannini, Nicholls, Paniccia, Petrocchi, Pisani) di realizzare dei lavori che si richiamassero alla poetica del Maestro svizzero. I risultati, ovviamente, sono tra i più vari: si va da citazioni dirette dell’œuvre böckliniana, opportunamente filtrata e rinnovata, ad evocazioni dei suoi aspetti più interiori e spirituali. Comune è invece l’ammirazione sincera che traspare da questi tributi nei confronti del loro ispiratore; un’ammirazione che, ne siamo certi, queste stesse opere sapranno suscitare in chi avrà la curiosità di addentrarsi in questi sentieri artistici oscuri e insieme affascinanti.