Zoran Music – La poetica del silenzio
La mostra propone più di una novantina di opere tra dipinti a olio, acrilici, acquerelli, tecniche miste, pastelli colorati, carboncini e grafiche (acqueforti, acquetinte puntesecche, litografie) realizzati dal 1946 al ’90.
Comunicato stampa
S’inaugura sabato 7 dicembre alle 19 nell’elegante Galleria One San Nicolò (Via S. Nicolò 1) di Trieste, diretta da Parmiani, una rassegna d’eccezione dedicata al pittore Anton Zoran Music (Bukovica, vicino a Gorizia, oggi Slovenia, allora Impero asburgico 1909 - Venezia 2005). Curata dall’arch. Marianna Accerboni e intitolata “La poetica del silenzio”, la mostra propone più di una novantina di opere tra dipinti a olio, acrilici, acquerelli, tecniche miste, pastelli colorati, carboncini e grafiche (acqueforti, acquetinte puntesecche, litografie) realizzati dal 1946 al ’90.
La rassegna riassume felicemente, attraverso una preziosa selezione e alcuni pezzi inediti o rarissimi, le tematiche più amate dal pittore: dai cavallini ai paesaggi dalmati, senesi e umbri, a Venezia, alle Dolomiti e alle rocce; dall’autoritratto e dal ritratto della moglie Ida, al doppio ritratto, ai disegni sull’uomo e sulla sua decadenza, al ciclo “Non siamo gli ultimi”, ispirato alla sua tragica esperienza a Dachau, e al ciclo naturalistico della vita, dove nei “Motivi vegetali” e nelle radici è simbolizzato il concetto di trasmutazione. I lavori provengono da importanti collezioni internazionali come la raccolta de Rothschild, la Estorick di Londra (oggi Fondazione Estorick), la Galleria Jan Krugier (gallerista di Picasso) di Ginevra e New York e la Galleria Ugo Meneghini di Venezia, le collezioni Lizzola di Milano e Bosi di Bologna e quella di Patty Birch, famosa gallerista americana a Venezia. In tal modo viene ripercorso a Trieste l’itinerario creativo di uno dei grandi maestri del ‘900.
Tra le chicche, in mostra viene presentato per la prima volta al pubblico un paesaggio dalmata su vetro del ’46, precursore di tutti i cavallini e i paesaggi dalmati, il primo in assoluto sul tema e l’unico realizzato su vetro, probabilmente prima del 2° conflitto mondiale, quando Music andò a Curzola e visitò i mercati dalmati con gli asinelli.
Altro pezzo molto interessante e inedito è l’inchiostro nero acquerellato su cartoncino, disegnato nel 1950 per la Galleria L’Obelisco di Roma, una delle più importanti italiane, che aveva lavorato con Music negli anni ’49 - ’50. Diretta da Livio Caputo e Irene Brin, aveva “traghettato” a New York i più importanti artisti italiani, tra cui Campigli, De Chirico, de Pisis.