Fuori quadro. Follia e creatività fra arte cinema e archivio
Fuori quadro tenta di esplorare questa zone di confine, presentandola in forma di ricerca ma anche nella forma di una mostra quanto mai eclettica e provocatoria, curata da Elio Grazioli con il coordinamento del Polo di studi sul cinema “Balthazar” del Centro Arti Visive dell’Università degli studi di Bergamo.
Comunicato stampa
Il Polo di studi sul cinema “Balthazar” inaugura la propria attività con la mostra Fuori quadro. Follia e creatività fra arte, cinema e archivio (Bergamo, Porta Sant'Agostino - 7-19 dicembre 2013).
Nell’antichità si discuteva di genio e follia, nell’età moderna di arte e patologie nervose: il tema della creatività borderline appartiene da sempre alla storia del pensiero, ma solo di recente estetica e psicologia si sono confrontate sulla specificità dei processi creativi legati ai disordini mentali, e sulla loro influenza, spesso sommersa, sulle forme artistiche istituzionali.
Fuori quadro tenta di esplorare questa zone di confine, presentandola in forma di ricerca ma anche nella forma di una mostra quanto mai eclettica e provocatoria, curata da Elio Grazioli con il coordinamento del Polo di studi sul cinema “Balthazar” del Centro Arti Visive dell’Università degli studi di Bergamo.
Accanto ai quadri di artisti outsider considerati “classici” come Pietro Ghizzardi (Mantova, 1906-1986) e Tarcisio Merati (Bergamo, 1934-1995), si trovano esposte le opere di artisti tout court (John Bock, Asger Jorn, Paul McCarthy, Roger Ballen, Arnulf Rainer), di fotografi che hanno documentato e reinterpretato luoghi e volti della follia (Maurizio Buscarino, Uliano Lucas, Ferdinando Scianna), di registi che hanno raccontato in prosa e in poesia le derive della mente (Fernand Deligny, Jonathan Caouette, Paolo Rosa, Albero Grifi). Lo splendido bestiario prodotto dal laboratorio espressivo per la Neuropsichiatria infantile di Luca Santiago Mora incontra l’incredibile dialogo di Ligabue con gli uccelli, filmato da Raffaele Andreassi, mentre il filmato psichiatrico anni Quaranta della collezione Vincenzo Neri, mostrato a un pubblico di non addetti ai lavori per la prima volta, trova radicamento nelle cartelle cliniche dell’Ospedale psichiatrico di Servolo (anni Venti e Trenta), anch’esse esposte per la prima volta.
Frutto di una ricerca interdisciplinare che coinvolge diverse aree (la psicologia, coordinata da Pietro Barbetta; l’arte, coordinata da Elio Grazioli; l’area cinematografica, coordinata da Barbara Grespi; l’area delle culture comparate, coordinata da Alessandra Violi; e l’area letteraria, coordinata da Marco Belpoliti), la mostra nasce dal desiderio di condividere con un pubblico allargato temi e spunti che non meritano di rimanere all’interno della cornice universitaria. È a questa scelta che allude innanzitutto il titolo Fuori quadro: la volontà di uscire, di mostrarsi al di fuori dei “riquadri” istituzionali della cultura.
La mostra e l’omonimo catalogo che l’accompagna (Aracne, 2013, a cura di Elio Grazioli, Barbara Grespi e Sara Damiani) sono strutturati per sezioni tematiche che scandiscono la dialettica principale del rapporto tra follia e creatività: reclusioni, volti, corpi, animalità. Ovvero dentro/fuori dell’umano, del linguaggio, delle categorie. L’esplorazione simultanea di ambiti normalmente recintati come l’arte, il cinema e i documenti d’archivio mette in evidenza una volta di più come il confine fra regolare e irregolare, normale e patologico sia quanto mai sfumato e provvisorio.