La costruzione di una cosmologia – vol.2 – Francesconi / Nacciarriti
Ancora cinque conversazioni – stavolta a cura di Giuseppe Stampone – e un tema nuovo: cosa, nell’arte italiana degli ultimi 15 anni, è stato importante per gli artisti di questa generazione.
Comunicato stampa
La costruzione di una cosmologia - vol. 2
Per una storia dell’arte italiana degli ultimi 15 anni
Roma – dal 27 novembre al 1 febbraio.
American Academy in Rome - via Angelo Masina, 5 Roma
MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove a Metropoliz) - via Prenestina, 913 Roma
Il primo ciclo di incontri, a cura di Gian Maria Tosatti, si è svolto al Museo Nitsch di Napoli, dove per discutere sul ruolo sociale dell’artista si sono incontrati Alfredo Pirri e Giuseppe Stampone, Giuseppe Gallo e Andrea Mastrovito, Stefano Arienti e Andrea Nacciarriti, Gianfranco Baruchello e Alessandro Bulgini, Jannis Kounellis e Gian Maria Tosatti. Oggi La costruzione di una cosmologia presenta il suo vol. 2 a Roma.
Ancora cinque conversazioni - stavolta a cura di Giuseppe Stampone - e un tema nuovo: cosa, nell’arte italiana degli ultimi 15 anni, è stato importante per gli artisti di questa generazione.
E’ un primo tentativo per mettere ordine in una scena che non è mai stata fin qui razionalizzata, analizzata a fondo. Sono emersi piuttosto singoli percorsi, apparentemente privi di legami, di collegamenti. Eppure andando ad approfondire è possibile scoprire come ogni movimento abbia poi prodotto delle reazioni. Fili rossi estremamente profondi, sono già stati trovati nel primo ciclo di incontri, a dispetto di quell’immagine fatta di solitudini disorganizzate in cui si è a lungo riconosciuta l’arte italiana contemporanea. Così, si è scelto di seguire quei legami e dargli un ordine sistematico, si è scelto di affrontarne l’intreccio nella sua complessità preferendo porre l’artista di fronte al pubblico non in quanto singola individualità, ma come elemento al centro di forze che lo influenzano, lo indirizzano.
Nel 1987, Jerzy Grotowski, intitolava un suo saggio sull’antropologia della cultura: Tu es le fils de quelqu’un. E il primo assunto di quello scritto era proprio che più ci si chiude nei limiti della propria originalità e più quel che si genera nell’arte ha a che fare con un rarefatto mondo di idee e poco con la realtà. L’arte in cui ognuno, di contro, può toccare la crudezza della verità, è invece fatta di reciprocità, di influenze, di illuminazioni indotte dal confronto con la realtà stessa. Parlare degli altri, e di sé attraverso l’opera di altri, è il primo passo per percepire il proprio lavoro come il complesso prodotto di una generazione e non la semplice creazione di un singolo. La sottile differenza tra queste due definizioni sta tutta nell’immagine della comunità artistica degli anni ’10 del ‘900, in cui la forza dei legami e delle connessioni che andavano nascendo non impoveriva le individualità degli artisti, ma, anzi, le arricchiva.
A cento anni di distanza, una nuova generazione degli anni ’10 torna a confrontarsi, alla fine di un trentennio in cui l’originalità è spesso stata confusa con l’autoreferenzialità.
Dieci artisti, generalmente fra i 30 e i 40 anni, proveranno a raccontare 15 anni senza storia, che pure hanno prodotto 10 diverse storie individuali. L’obiettivo è capire se queste, tutte assieme, possano generare un panorama coerente, un’ipotesi di Storia dell’arte.
Ai cinque artisti che hanno iniziato il ciclo (Tosatti, Mastrovito, Nacciarriti, Stampone e Bulgini), se ne aggiungono altri cinque, Marinella Senatore, Luca Francesconi, Alice Cattaneo, Giulio Frigo e Arcangelo Sassolino, ognuno ad offrire il proprio punto di vista di testimone e al contempo artefice della Storia dell’Arte italiana.
I primi tre incontri della serie saranno ospitati dell’American Academy in Rome che in questi anni si è dimostrata uno dei più attivi istituti di cultura, specialmente per la sua apertura al dialogo con la comunità artistica romana e italiana, diventando un laboratorio per incontri, mostre e specialmente un’occasione per gli artisti attraverso il progetto Italian Affiliated Fellows che da dieci anni accoglie borsisti italiani nelle arti visive, musica, letteratura e design. Proprio questo progetto è il legame con «La costruzione di una cosmologia» essendo Giuseppe Stampone, curatore della tappa Romana, l’artista attualmente in residenza presso la AAR.
Gli ultimi due incontri si terranno invece al MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz), uno dei luoghi più interessanti della città, un museo in costruzione creato all’interno di uno spazio occupato da migranti di moltissime etnie e che grazie al dialogo continuo con la comunità artistica della città e non solo, sta diventando a Roma sempre più un simbolo di quel villaggio globale che è la vera città contemporanea.
Due extraterritorialità molto diverse, dunque, ospiteranno questa riflessione sull’arte italiana, perché d’altra parte guardarsi da fuori può essere il primo passo per riconoscersi con lucidità.
Il calendario:
Marinella Senatore – Giuseppe Stampone
27 novembre 2013 - AAR, ore 18.30
Luca Francesconi – Andrea Nacciarriti
12 dicembre 2013 - AAR, ore 18.30
Alice Cattaneo – Andrea Mastrovito
07 gennaio 2014 - AAR, ore 18.30
Alessandro Bulgini – Giulio Frigo
18 gennaio 2014 - MAAM, ore 18.30
Arcangelo Sassolino – Gian Maria Tosatti
01 febbraio 2014 - MAAM, ore 18.30
L’American Academy in Rome, situata nella storica sede del Gianicolo, è una delle principali istituzioni americane all’estero per lo studio e per la ricerca avanzata nelle arti e nelle discipline umanistiche; offre ad alcuni dei più promettenti artisti e studiosi americani sostegno economico, un ambiente capace di ispirare la riflessione intellettuale e un profondo scambio culturale. Ogni anno, attraverso il concorso nazionale Rome Prize, mette a disposizione fino a trenta borse di studio nelle seguenti discipline: architettura, architettura del paesaggio, arti visive, composizione musicale, design, letteratura, restauro e conservazione, studi classici, studi italiani moderni, studi medievali, studi sul Rinascimento. L’Academy nomina inoltre alcuni borsisti italiani attivi sia nelle arti che negli studi umanistici e, su invito del Direttore, ospita gruppi di artisti e studiosi internazionali provenienti che partecipano alle sue attività. Fondata nel 1894 e riconosciuta come istituzione privata con un Atto del Congresso del 1905, delle oltre trenta accademie straniere presenti a Roma è l’unica a non essere sostenuta interamente dal suo governo, ma prevalentemente da donazioni private e finanziamenti offerti dai National Endowments for the Arts and Humanities.
Il MAAM è nato nel 2012, al termine del cantiere etnografico, cinematografico e d’arte “Space Metropoliz” (www.spacemetropoliz.com), il MAAM è un progetto di Giorgio de Finis. Contro-dipositivo e opera situazionista e relazionale, il MAAM si pone accanto e in concorrenza con le grandi istituzioni museali italiane e della capitale (il MAXXI e il MACRO), facendo della sua perifericità, della sua totale assenza di fondi, della sua non asetticità (il MAAM è un museo abitato) il suo punto di forza. Avviando un nuovo virtuoso rapporto tra arte e città e tra arte e vita, il Metropoliz si sta dotando, grazie al MAAM, di una pelle preziosa e di una collezione, che l’aiuteranno a proteggersi dalla minaccia sempre incombente dello sgombero coatto. Il MAAM si prefigge di trasformare l’intera fabbrica occupata in un super-oggetto e in un soggetto d’arte collettiva. Gli artisti sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente, interagendo con lo spazio e con gli abitanti.