Nicola Gobbetto – Bread & Cola
In questa mostra l’artista sceglie di rendere omaggio a Rudolf Nureyev in occasione del ventesimo anniversario dalla sua morte. Propone un cortometraggio animato, alcuni dipinti ed installazioni.
Comunicato stampa
La Galleria Fonti è lieta di presentare Bread & Cola la terza mostra personale in galleria di Nicola Gobbetto.
Per il suo nuovo ciclo di opere Nicola Gobbetto (Milano, 1980) sceglie di rendere omaggio a Rudolf Nureyev in occasione del ventesimo anniversario dalla sua morte.
Il balletto classico è un'estensione del mondo delle fiabe a cui l’artista è da sempre legato e la vita di Nureyev sembra essere uscita da un libro di racconti fantastici: la sua ambizione, disciplina, il suo spirito ribelle, il suo carisma e il suo fascino magnetico lo porteranno ad essere il più grande ballerino del Ventesimo secolo. Personaggio rivoluzionario, Nureyev mise in risalto la figura del ballerino maschile arrivando ad oscurare quella femminile che fino a quel momento era stata indiscussa protagonista.
Nel cortometraggio animato dal titolo Pork Lake, realizzato utilizzando la tecnica di animazione rotoscope e riprendendo le coreografie di Nureyev da filmati d'epoca ricalcandone i passi fotogramma per fotogramma, la principessa/cigno, simbolo per eccellenza del balletto romantico, diventa un porcellino. Gobbetto mette in luce il rapporto conflittuale di Nureyev con la propria partner in scena, il suo pretendere che l’uomo avesse sul palco un ruolo pari a quello della donna perdendo così la funzione di semplice “sostegno” che fino a quel momento aveva avuto. Il video si riferisce esplicitamente alla partecipazione di Nureyev come ospite alla serie televisiva The Muppet Show nel 1978: puntata memorabile in cui il ballerino tartaro danza con una ballerina vestita da Miss Piggy in un costume appositamente realizzato.
Durante le prove per la sua partecipazione al The Muppet Show, la ballerina, mortificata all'interno del goffo costume di Miss Piggy, continuava a cadere per via della scivolosità del parquet così Nureyev suggerì di lavare il pavimento dello studio televisivo con la Coca Cola per renderlo appiccicoso e meno sdrucciolevole.
Partendo da questo episodio Gobbetto realizza Miss Piggy I ❤U, un’installazione che si riferisce proprio alla professionalità ed al perfezionismo di Rudolf Nureyev e si compone di una serie di bottiglie di Coca Cola, un secchio ed una ramazza appoggiati su di un angolo di parquet.
Il dipinto/ritratto su tela Rudy e l'installazione You can't fail!, composta da uno specchio su cui sono riprodotti a stampa gli occhi di Nureyev e da una sbarra per gli esercizi di danza, pongono lo spettatore sotto lo sguardo profondo e austero del ballerino così che lo spettatore è invitato ad esibirsi dinanzi a lui con il timore di essere "bacchettato" dal numero uno
Il dipinto Majesty/Fragility (Possenza/Fragilità) é la reinterpretazione di Nicola Gobbetto del nudo fotografico che Richard Avedon realizzò per Nureyev e in cui viene fuori la possenza di Rudy così come la sua sessualità che lo ha sempre torturato fino all’ autodistruzione.
Lost genetation reinterpreta un'altro scatto fotografico di Richard Avedon, il piede di Rudolf Nureyev: simbolo di tutto il suo controllo, il suo potere, la sua forza. Nel 1993 Il New York Times pubblicò la stessa foto con la dicitura "The Lost Generation", invertendo così tutti i valori che lo scatto fotografico esprimeva.
La scala di paneè la raffigurazione di un sogno confidato da Nureyev all'etoile Carla Fracci: il suo desiderio di tornare in Unione Sovietica. Nel sogno Rudolf saliva una scala fatta di fette di pane, simbolo delle sue origini umili, e in cima alla scala si trovava sua madre piangente. Nella stampa fotografica di Nicola Gobbetto, ad aspettare Nureyev in cima alla scala di pane c’è la sua insegnante di danza, la sua seconda madre, colei che lo ha formato ed educato. L’opera è un riferimento ad un documento-video in cui Rudy, una volta rientrato finalmente in patria dopo 25 anni di esilio per alto tradimento, su invito personale di Gorbaciov, riesce a far visita alla sua insegnante di danza, ormai centenaria, Anna Udaltsova.