Gamedrome – Cinema & videogame in 100 film e oltre
In occasione dell’uscita di Gamedrome – Cinema & videogame in 100 film e oltre – terzo volume della collana Bizzarro Magazine, in libreria dal 20 novembre 2013 – la casa editrice Laboratorio Bizzarro presenta una doppia rassegna dedicata al cinema videoludico italiano e internazionale e al cinema di Maurizio Nichetti.
Comunicato stampa
In occasione dell’uscita di Gamedrome – Cinema & videogame in 100 film e oltre – terzo volume della collana Bizzarro Magazine, in libreria dal 20 novembre 2013 – la casa editrice Laboratorio Bizzarro presenta una doppia rassegna dedicata al cinema videoludico italiano e internazionale e al cinema di Maurizio Nichetti.
Quattro giornate di incontri e proiezioni, rigorosamente in pellicola, che vedranno come ospite d’eccezione proprio Maurizio Nichetti, autore della prefazione di Bizzarro Magazine Vol. 3 – Gamedrome: il regista sarà presente in sala il 10 gennaio per incontrare il pubblico e parlare del suo cinema.
Bizzarro Magazine è una collana di libro/riviste monografiche che si occupa di cinema, arte e pop culture. Unisce assieme saggistica, fumetti, racconti, illustrazioni, stimoli e invenzioni, esplorando il tema di copertina attraverso tutti i linguaggi della carta. Ogni volume di Bizzarro Magazine è un oggetto da aprire ed esplorare, una busta sorpresa per amanti del cinema, del bizzarro e dell’arte tout court. Ogni volume di Bizzarro Magazine è a tiratura limitata, un piccolo tassello di una collana pregiata e da collezione.
IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO
7-8 gennaio
Gamedrome. Il cinema videoludico
«Quello tra film e videogame è un matrimonio piuttosto prolifico. Ma il rapporto tra questi due media può essere definito un genere? […] Percorrere la storia di questo rapporto equivale a incrociare interessanti spaccati di settima arte, che raccontano meglio di mille saggi la metamorfosi moderna del cinema, la sua capacità di ibridarsi e, in generale, la sua profonda postmodernità» (Davide Pessach). Le citazioni sono tratte da Bizzarro Magazine Vol. 3 – Gamedrome, curato da Davide Pessach in collaborazione con Daniele “Danno” Silipo. [Rassegna a cura di Alessandra Sciamanna e Daniele “Danno” Silipo]
martedì 7
ore 17.00 Tutti gli uomini del deficiente di Paolo Costella (1999, 112’)
«Tra reale e virtuale, in un teatrino di scenette che oggi fanno ridere a denti stretti […], l’opera si farcisce di scialbo intellettualismo cinematografico citando Paura e delirio a Las Vegas, Duel, Léon. Un film per nostalgici e fanatici dei Gialappi, memorabile solo per il “movimento clericale Cloro al Clero”, il vessato pupazzetto Doghy e l’L.S. DJ di Maurizio Crozza» (Tommaso Tronconi).
ore 19.00 Brainstorm di Douglas Trumbull (1983, 106’)
«Il piacere estatico del gioco e le sue derive più pericolose, l’immersione plurisensoriale in un cyberspazio, l’esplicitazione metacinematografica della ricezione spettatoriale: prima di Strange days, Nirvana ed eXistenZ, c’era già tutto nella seconda regia del maestro degli effetti speciali (2001: Odissea nello spazio; Star Trek; The Tree of Life) Douglas Trumball» (Caterina Gangemi).
ore 21.00 Nirvana di Gabriele Salvatores (1997, 115’)
«Uno dei rari casi di fantascienza italiana diventato esempio seminale per il cinema europeo quanto a riflessione sull’universo cognitivo dei videogiochi e sulle contraddizioni della realtà virtuale. Ribaltando il mito del Demiurgo, Salvatores racconta la dolorosa complicità tra creatore e creatura, e fa della realtà un tavolo da gioco la cui verità è tanto inafferrabile quanto pericolosa» (Emanuele Rauco).
mercoledì 8
ore 17.00 Quattro bravi ragazzi di Claudio Camarca (1993, 94’)
«L’individuo dal comportamento deviante e sempre, fatalmente, isolato nella sua diversità, che diventa il principale meccanismo di protezione e rassicurazione della popolazione “normale”. Non c’è via di uscita per chi non si adegua, nemmeno nei mondi virtuali alternativi creati dalla stessa società. Quattro bravi ragazzi ha il merito di esplorare (seppur fugacemente), già nel 1993, un tema caldo estremamente interessante» (Davide Pessach).
ore 19.00 Videodrome di David Cronenberg (1983, 81’)
«Cronenberg, cucendo insieme diverse ontologie, sfida lo spettatore a sceglierne una e a dargli il nome di “realtà”: una decisione impossibile da compiere, poiché in Videodrome il confine tra mondo reale e allucinazione è a dir poco labile. Il nostro occhio mente, ed esattamente come Max Renn rimaniamo in attesa di una rivelazione che non arriverà mai» (Davide Pessach).
ore 21.00 Incontro con Daniele Silipo e Alessandra Sciamanna, curatori della collana Bizzarro Magazine. Nel corso dell’incontro verrà presentato Bizzarro Magazine Vol. 3 – Gamedrome (Laboratorio Bizzarro edizioni, 2013).
a seguire Giochi stellari di Nick Castle (Usa, 1984, 101’)
«Un sottotesto (involontario?) cosi smaccatamente “pro-videogame” non si era ancora visto: il desiderio di riscatto, di ottenere una vita migliore e la capacità di trasformare i sogni in realtà passano per il mondo dei videogiochi, metafora di una passione sana da perseguire con dedizione. Una divertente space comedy opera chiaramente influenzata dall’inarrivabile Guerre stellari» (Daniele “Danno” Silipo).
9-10 gennaio
Sapere sognare. Il cinema di Maurizio Nichetti
Probabilmente l’unico autore italiano multimediale, Maurizio Nichetti ha spaziato in qualunque territorio dell’audiovisivo, e non solo: regista, mimo, creatore di spot pubblicitari, direttore di opere liriche, corpo comico e surreale tra un Chaplin e un Keaton postmoderni, Nichetti ha sempre riflettuto sul medium con la lirica innocenza di un Georges Méliès. Le citazioni del regista sono tratte da: Nuccio Orto, Maurizio Nichetti. Un comico, un autore, Métis, Chieti, 1990; Marco Pistoia, Maurizio Nichetti, Il Castoro Cinema, Milano, 1997; Massimo Causo e Carlo Chatrian (a cura di), Maurizio Nichetti. I film, il cinema e…, Infinity Festival – Effatà Editrice, Torino, 2005. [Rassegna a cura di Alessandra Sciamanna e Daniele “Danno” Silipo]
giovedì 9
ore 17.00 Ratataplan di Maurizio Nichetti (1979, 97’)
«A Milano giovane neoingegnere disoccupato, innamorato di un’allieva di scuola di ballo, si arrabatta per campare. Una dolce ragazza della porta accanto spiega che l’amore e la vita non sono poi così inagibili. Esordio di Nichetti con un film di infimo costo in cui la rinuncia all’elemento verbale è una scelta morale prima che stilistica. I suoi temi sono il lavoro, il teatro e l’amore con quello della marginalità in filigrana. I suoi giovani, smarriti tra un’integrazione difficile e un’alternativa mancata, tentano di sopravvivere (o sottovivere?), ma senza piagnistei, tra scampoli creativi, impegni precari e prestazioni sottopagate. Grande e inatteso successo di pubblico» (Morandini). «Io sono arrivato a fare Ratataplan da regista perché era quello che già facevo in ambito pubblicitario […]. Da Bozzetto mi occupavo “dal vero” e avevo partecipato ad Allegro non troppo […]. Avevo anche fatto lo sceneggiatore per otto anni; avevo fatto la scuola di mimo e quindi l’attore» (Nichetti).
ore 19.00 Ho fatto splash di Maurizio Nichetti (1980, 98’)
«Ho fatto splash è una “contaminatio”: tre personaggi (le ragazze) sono realistici, uno (Maurizio) è marcatamente slapstick. Le tre ragazze e il loro ambiente forniscono una base concreta e identificabile (allo spettatore) per i funambolismi senza epoca e senza nazionalità del “marziano” arrivato da vent’anni di sonno. […] La regia di Ho fatto splash è nettamente più levigata di quella di Ratataplan. I tempi e i ritmi sono meglio calcolati, gli effetti speciali sono più efficaci» (Bendazzi). «Ho fatto splash è la favola di un bambino che si addormenta davanti alla televisione e si sveglia vent’anni dopo. La favola però s’innesta nella vita quotidiana di tre ragazze che vivono in una specie di comune per dividere le spese dell’affitto, per aiutarsi a sopravvivere lontano dalle famiglie» (Nichetti).
ore 21.00 Ladri di saponette di Maurizio Nichetti (1989, 85’)
«Con tenerezza e umorismo, Nichetti riassume i nostri ultimi quarant’anni, il loro radicale mutamento di costume: dalla retorica pauperista e “cinematografica” degli anni ’40 alla retorica opulenta e “televisiva” degli anni ’80» (Escobar). «Mi piaceva giocare con i tre livelli di realtà diversi. Il primo è quello del neorealismo, che per noi non corrisponde alla realtà ma a quel particolare tipo di film in bianco e nero, […]. Poi c’è il livello dell’iperrealismo pubblicitario, cioè di una realtà che non è tale ma che la pubblicità ci presenta come reale: un mondo dove tutto è bello, colorato […]. Infine c’è la realtà della famiglia di telespettatori, che si trova di fronte all’iperrealismo e al neorealismo e non li distingue più, se non perché uno è a colori e l’altro in bianco e nero. Quindi, nel momento in cui i personaggi cambiano status e passano da un livello all’altro, i telespettatori non capiscono più niente…» (Nichetti).
venerdì 10
ore 17.00 Volere volare di Maurizio Nichetti (1991, 95’)
A Milano, un estroso rumorista di cartoni animati, Maurizio (Nichetti), gestisce una piccola impresa di doppiaggio in società con il fratello Patrizio (Roversi), impegnato a far doppiare film porno da un gruppetto di fatue spogliarelliste. Un giorno s’incontra casualmente con Martina (Angela Finocchiaro), un’altrettanto eccentrica assistente sociale per maniaci di ogni specie. «Intelligente, spiritoso, tecnicamente perfetto, divertente, aggraziato, è un film italiano diverso da tutti» (Tornabuoni). «Volere volare è un film dove il cartone animato e il “dal vero” entrano in collisione, al punto da innamorarsi e fare l’amore, perché sono due realtà parallele che per una fortuita, felice circostanza comunicano» (Nichetti).
ore 19.00 Stefano Quantestorie di Maurizio Nichetti (1993, 86’)
«Stefano ha quarant’anni e fa il carabiniere ma potrebbe essere un professore, un musicista, un pilota o un rapinatore. Tutte le possibili scelte del protagonista convivono sullo schermo, si incastrano e collidono, si incontrano e si sfiorano. […]. Un incredibile patchwork di realtà parallele portato avanti in modo fluido e vivace tra gag da cartone animato, risvolti paradossali e invenzioni spiazzanti. Non pago, il regista milanese ne ha proposto anche due versioni interattive, una nel ’98 su CD-ROM e una nel 2005 come extra del DVD […]. Di fatto, uno dei primi film interattivi prodotti in Italia» (Silipo). «Dopo Volere Volare, […] avevo voglia di fare un film nel quale non ci fosse nessun tipo d’intervento, ovvero che una volta portato in moviola fosse pronto così. Ma siccome la storia banalmente romantica non m’interessa, allora mi sono concesso, come “effetto speciale”, una sceneggiatura particolarmente elaborata e una storia complicata» (Nichetti).
ore 21.00 Incontro con Maurizio Nichetti. Modera l’evento Flavio De Bernardinis.
a seguire Luna e l’altra di Maurizio Nichetti (1996, 93’)
«Storia di una donna che viene abbandonata dalla propria ombra. Succede a una proba e severa maestra elementare che dal Sud, col padre vedovo, s’è trasferita a Milano. È l’arrivo di un piccolo circo che fa scattare il fantastico sdoppiamento, leggibile anche in chiave psicanalitica: l’Es che si libera del Super Ego per vivere in modi autonomi e birichini in cerca di piacere e fantasia. Commedia deliziosamente rétro che rievoca con brioso puntiglio la Milano del 1955, mette in immagini le scene di circo senza cadere nel fellinismo e lascia il giusto spazio all’ottima Forte e alla sua doppia performance. Sottovalutato da molti critici, ignorato dal pubblico. Grolla d’oro per la sceneggiatura di Nichetti, N. Correale, L. Fischietto e S. Albé» (Morandini). «E la fase iniziata con Ladri di saponette forse si è conclusa con Luna e l’altra, dove sembrano riassunti tanti motivi stilistici e tematici dei film precedenti: la ricostruzione d’epoca, il cartoon e gli effetti speciali, una struttura narrativa piuttosto articolata e via dicendo» (Nichetti).