Il mio studio è tra i boschi

Informazioni Evento

È la Sala consiliare del Comune di Erto e Casso – situata all’interno del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, dal 2009 Bene Unesco Patrimonio dell’Umanità – ad ospitare Il mio studio è tra i boschi, dibattito pubblico che mette a confronto tre le più significative residenze d’artista del nostro paese, accomunate dal fatto di essere collocate in contesti ambientali poco antropizzati o in luoghi fortemente caratterizzati dalla presenza della natura.

Comunicato stampa

È la Sala consiliare del Comune di Erto e Casso – situata all’interno del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, dal 2009 Bene Unesco Patrimonio dell’Umanità – ad ospitare Il mio studio è tra i boschi, dibattito pubblico che mette a confronto tre le più significative residenze d’artista del nostro paese, accomunate dal fatto di essere collocate in contesti ambientali poco antropizzati o in luoghi fortemente caratterizzati dalla presenza della natura. Gianluca D’Incà Levis, Giovanni Gaggia, Tiziana Pers (rispettivamente fondatori di Dolomiti Contemporanee, Sponge ArteContemporanea e RAVE Residency) e Daniele Capra (curatore indipendente) si confronteranno sulle esperienze maturate a partire dal lavoro condotto negli ultimi anni, nei quali è maturata una differente sensibilità nei confronti dell’ambiente che va oltre la semplice necessità della tutela per vedere in esso una risorsa illimitata di stimoli e potenzialità espressive.
Sono quindi le istanze culturali ed energetiche dell’arte a “contaminare” la natura e gli animali, per trarre da questi la linfa vitale e la tensione emotiva per costruire quei dispositivi di senso che comunemente vengono chiamati opere. L’ambiente non è più il contesto piacevole e retorico per una passeggiata rilassante, spazio periferico rispetto al centro della vita artistica, bensì un vero e proprio laboratorio dove i fermenti nascono, si sviluppano e vanno testati.
In occasione dell'evento gli ospiti RAVE verranno condotti lungo l'itinerario del Sentiero del Carbone da Erto a Casso, e saranno invitati a ragionare su una possibile interazione o progetto artistico con il sito Unesco delle Dolomiti Friulane. La passeggiata (un’ora e un quarto, per la quale è indispensabile munirsi di scarpe da trekking), si concluderà con una visita al Nuovo Spazio di Casso, gestito da Dolomiti Contemporanee.
Il progetto è realizzato da RAVE East Village Artist Residency in collaborazione con Dolomiti Contemporanee, con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Main partner: Vulcano.

Sponge ArteContemporanea è un’associazione culturale che nasce nel 2008 per promuovere l’arte contemporanea in uno spazio ai margini del circuito convenzionale. Due sono le caratteristiche che la caratterizzano: da una parte la scelta di operare nel territorio della provincia italiana e dall’altra l‘idea di ricerca artistica che vede curatori e artisti lavorare insieme rendendo incerta la divisione dei ruoli. Lo spazio di Sponge si trova alla sommità di una collina in un casolare di campagna dell’entroterra marchigiano: si tratta di una vera e propria abitazione che ogni mese apre le sue porte al pubblico con eventi, mostre, discussioni e work-shop.

RAVE Residency è un programma di residenza nella campagna friulana che ospita ogni anno un artista internazionale affinché possa condurre la propria ricerca in affinità con i luoghi ed un contesto specifico. La residenza si svolge in un cascinale rurale dove vivono animali che, attraverso delle azioni dell’artista Tiziana Pers, sono stati salvati dall’industria alimentare e tolti dai meccanismi consumistici per essere accolti e accuditi in un contesto più rispettoso della loro natura. RAVE mette in discussione il ruolo e la responsabilità dell'arte contemporanea nei confronti dell'alterità animale e, più in generale, verso la necessità di ripensare e ripensarsi mediante la prospettiva biocentrica.

Dolomiti Contemporanee è un progetto sorto nel 2011, quando da poco le Dolomiti erano divenute Bene Unesco Patrimonio dell’Umanità. Le Dolomiti sono lo spazio, fisico e concettuale, su cui si è deciso di applicare uno sguardo critico e riattivatore, in opposizione alla vulgata che fa delle Dolomiti un luogo atrofico di turismo. Si è deciso così di non coltivare la dimensione contemplativa della montagna, ma di utilizzarne il potenziale di verticalità. Sono stati così selezionati dei siti industriali dismessi, da utilizzare come centri espositivi attivando al loro interno delle residenze per artisti. In tal modo l’arte ha dato prova di poter dare impulso al territorio, riattivando aree dal grande potenziale, risollevandole dall’abbandono.