Luca Bertolo – ll metodo. Ci interessa il metodo
Luca Bertolo è internazionalmente noto per il suo lavoro pittorico. Una produzione fatta di un inesausto cercare tra le innumerevoli possibilità linguistiche della pittura con metodo, irrequietezza e umorismo per rovesciarle una sull’altra, eliderle una con l’altra e forse testimoniare così l’infinita rinascita dell’immagine dalle proprie ceneri. Meno noti sono i suoi video.
Comunicato stampa
Luca Bertolo è internazionalmente noto per il suo lavoro pittorico. Una produzione fatta di un inesausto cercare tra le innumerevoli possibilità linguistiche della pittura con metodo, irrequietezza e umorismo per rovesciarle una sull'altra, eliderle una con l'altra e forse testimoniare così l'infinita rinascita dell'immagine dalle proprie ceneri. Meno noti sono i suoi video. Bertolo li usa come momenti di bilancio, come occasioni per fare il punto sulla propria ricerca e sul proprio metodo di ricerca. Per questa ragione le opere video di Bertolo prendono forma a distanza di anni una dall'altra, e tuttavia emergono con una inaspettata maturità linguistica. La sovrapposizione di immagini e materiali di diversa natura, che spesso lasciano spazio nei dipinti alla vivacità del disincanto e a un'attitudine filosofica verso i possibili significati dell'arte, nei video, nella loro concentrata bolla temporale, crea pensosi universi di sentimento del reale, unitari come rocambolescamente unitari sanno essere i sogni. A tenere insieme la sintassi ellittica delle immagini è l'uso del sonoro e del testo, recitato e a volte scritto. Musica e parole costruiscono atmosfere familiari e insieme perdute, come un film di Tarkovskij può essere familiare e perduto: una sorta di archeologia dell'avvenire che implica il rinvenimento di frammenti di una struttura e di un metodo che non si sono mai conosciuti nella dimensione compiuta del presente, nati, come tutte le utopie, per essere remoti.
A est dell'ovest - a ovest dell'est del 2005 e Methallomai del 2012 sono narrazioni fantascientifiche incastonate nel passato. Il futuro che vi si immagina si alimenta di memoria e obsolescenza, di filmini amatoriali degli anni '70 mescolati con girati in bianco e nero, o citazioni dagli "effetti speciali" da fiera delle meraviglie di Georges Méliès. I passi che i protagonisti compiono su pianeti deserti non sono trasmessi attraverso il collegamento video come nello storico sbarco sulla Luna, ma sono proiettati, attraverso una pellicola rigata dall'uso, con un vecchio proiettore 16mm. Forse il mondo a venire può essere immaginato solo ricordando. Anche per questo l'unico dipinto in mostra, Foundfootage #1 del 2009, è una tela nata ripensando al materiale filmico utilizzato nel video A est dell'ovest- a ovest dell'est di quattro anni precedente.
Luca Bertolo è nato a Milano nel 1968. Dopo una laurea in Scienze dell'informazione e un viaggio a Londra si diploma nel 1998 presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1998 al 2004 ha vissuto a Berlino e nel 2005 a Vienna. Vive e lavora in un piccolo paese delle Alpi Apuane. Ultime Mostre personali (selezionate): UFO, SpazioA, Pistoia (2013), Souvenir, Galerie Perrotin, Parigi (2013), Il fascino discreto dell'oggetto – Figura 2: natura morta, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma (2013), Quello che non è, Ex-Brun Farnespazio, Bologna (2013); La figurazione inevitabile, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2013), Jesmonite on Paper, Malgras|Naudet, Manchester, UK (2013), A Painting Cycle, Nomas Foundation, Roma (2012); Six Tips For Ageing With Grace, Arcade, Londra (2012), Il ritorno del Reale e Altri Imprevisti, SpazioA, Pistoia (2011); The Domain of Painting, Arcade, Londra (2009).