Angiola Gatti – Incipit
Angiola Gatti fissa sulle pareti dello spazio espositivo tele di grandi dimensioni come fossero una seconda pelle, percorse da segni tracciati normalmente a biro, a volte utilizzando anche matite e oilstick.
Comunicato stampa
Angiola Gatti distende sulle pareti della galleria, come fossero una seconda pelle, tele di grandi dimensioni percorse da segni tracciati normalmente a biro, a volte utilizzando anche matite e oilstick. L'artista ha iniziato ad usare la biro quasi per caso, ma questo semplice, comunissimo strumento di uso quotidiano le è così congeniale da essere diventato da molto tempo quello da lei più utilizzato.
Lo spazio espositivo obbliga lo spettatore ad una visione ravvicinata delle tele installate, facendo percepire una forte presenza e grande fisicità, dando vita ad un contatto e coinvolgimento diretto del fruitore. Le tele dialogano tra loro e con i piccoli ma intensi lavori su carta, dove i segni si addensano tanto da risultare in evidenza il loro valore cromatico.
I segni danno forma con immediatezza ad un discorso mentale, ai gesti della mano e del corpo, mantenendo una vibrazione nel fissarsi nello spazio. A volte sono piú cadenziati e regolari, altre più larghi ed energici, quasi incisi, ampi quanto le braccia lo consentono.
Questo processo creativo è anche un trasmettitore di energia e un modo intuitivo di conoscenza. C'è una stratificazione di tempo, i lavori sono lenti da guardare e lenti da realizzare. L'artista dipinge con la biro spingendosi oltre il confine tra pittura e disegno, suggerendo l'irrilevanza di tali distinzioni in un contesto contemporaneo.
Le tele sono lavorate in verticale, c'è uno stare molto vicino, come una percezione corporea, e un allontanarsi fino a vederne l'insieme, un obliquo punto prospettico al di là di quel "buio trasparente" del loro sovrapporsi ed intersecarsi in certi casi anche molto fitto e pieno dei segni.
Il ritmo del lavoro di Angiola Gatti cambia: è sensibile al flusso dei pensieri, agli stati d'animo, alle condizioni ambientali, ai diversi momenti della giornata, alle esperienze personali e qualunque accidente o impegno della vita quotidiana. Ci sono arresti e riprese, vuoti meditativi e inaspettate svolte, sempre nuovi inizi.
Angiola Gatti (Torino 1960) vive e lavora a Torino, ha studiato pittura e filosofia.
Tra le sue mostre più recenti ricordiamo ''Una Direzione in un Andare'' Ryan Lee Gallery, New York; Miami Project con Ryan Lee Gallery; ''Un non finite'' a cura di Andrea Busto CRAA Villa Giulia, Centro Ricerca Arte Attuale, Verbania; ''Provisional Painting'' a cura di Raphael Rubinstein, Stuart Shave/Modern Art, London; ''Green '' a cura di Andrea Busto, Museo Filatoio di Caraglio, Cuneo;
“Density” a cura di Frédéric Bouglé, Centre d’Art Contemporain Le Creux de l’Enfèrr, Thiers, France.
Le opere di Angiola Gatti sono presenti in diverse collezioni private e nella collezione permanente del FRAC (Fonds Regional d'Art Contemporain) Auvergne, Clermont – Ferrand, France.