Rudolf Haas – Racconti di viaggio
Haas può essere considerato tra i pittori di una «nuova realtà» che si rifà allo spirito della Scuola del realismo viennese, dominato da una dimensione cosmica e fantastica, che promuove in lui un’estetica la quale nella sua denuncio metafisica – come afferma Peter Baum – «esalta il mondo moderno».
Comunicato stampa
Sabato 25 gennaio alle ore 17.00, la Galleria Arianna Sartori di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, inaugura la mostra dell’artista RUDOLF HAAS “Racconti di viaggio” alla presenza dell’artista.
La personale, curata da Arianna Sartori vede esposte 20 preziose opere dell’artista e resterà aperta al pubblico fino al 6 febbraio 2014.
Rudolf Haas nasce a Vienna nel 1937, vive in Svizzera.
L’artista ha esposto nei più importanti Musei del mondo, ritorna in Italia, a Mantova alla Galleria Arianna Sartori, dove ha già realizzato tre mostre personali: la prima nel 2000, la seconda nel 2007 e la terza nel 2010.
“…Si è ora deciso di realizzare questa nuova rassegna riservata a un artista di origine austriaca che ha scelto per varie motivazioni di stabilirsi e lavorare in Svizzera dal 1967 e avuto l'opportunità di confrontare le proprie problematiche ed esperienze artistiche, cariche di fermenti di novità espressi con un linguaggio in costante evoluzione, con quelle esterne e internazionali.
La scelta su Rudolf Haas non poteva essere migliore perché immediatamente condivisa dall'Istituto Austriaco per la Cultura di New York, di Parigi e di Roma nonché dall'Università di Pavia che lo ospitano con la medesima convinzione ed entusiasmo, sollecitando attenzione verso un artista cui va riconosciuta la capacità di esprimere poeticamente e intellettualmente in assoluta coerenza le istanze e le contraddizioni di una società e di un momento storico, optando per soluzioni apparentemente «provvisorie» ma che si rivelano nella loro essenza di grande attualità.
Haas può essere considerato tra i pittori di una «nuova realtà» che si rifà allo spirito della Scuola del realismo viennese, dominato da una dimensione cosmica e fantastica, che promuove in lui un'estetica la quale nella sua denuncio metafisica - come afferma Peter Baum - «esalta il mondo moderno».
Ci auguriamo che questa prima personale dell'artista nel Cantone Ticino, accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo attuato con il concorso di qualificati studiosi, ci consenta di presentare in avvenire altre preziose testimonianze di artisti che hanno operato in modo tangibile nei nostro paese”.
Il Presidente della Fondazione Epper Avv. Giuseppe Cattori
Ascona, Settembre 1992
Le nuove tecniche miste di Rudolf Haas
“L'opera di Rudolf Haas, più volte presentata nel recente passato, si è consolidata nei suoi tratti fondamentali. Si avvale di un progetto chiaro, che rispetto alle sue possibilità figurative e alle sue soluzioni a largo spettro mette a confronto vie percorribili e allo stesso tempo ampliabili.
I lavori creati dal 1989 in avanti, che costituiscono l'oggetto delle presenti righe, legittimano l'artista austriaco, ora in Svizzera, come protagonista di una complessa estetica, sorretta da una grande sensibilità e basata sullo pratica figurativa del collage classico e della rappresentazione del materiale, pratica che tuttavia è esteso al sottile spirito pluralistico del nostro tempo.
L'opera di Haas si avvale della suo versatilità artistica, così come della pratica di ricorrere ai materiali più diversi. Le sue esperienze con oggetti della terza dimensione, che fino a poco tempo fa creava (soprattutto rilievi e accumulazioni) aumentano al tempo stesso l'eclettismo e il contrasto dei collage bidimensionali e delle tecniche miste, che formalmente, strutturalmente, da un punto di vista grafico e cromatico rivelano uno spettro finora inesistente di sintesi figurative omogenee. Il respiro personale che qui diviene percepibile caratterizza questi lavori come parabola poetica di un'ottica artistica, che in senso traslato e codificato è legata alla realtà circostante.
Mezzo fondamentale delle nuove tecniche miste sono di regola ritagli di giornali illustrati, rispettivamente di biglietti di invito alle mostre. Haas mischia queste illustrazioni e frammenti di testo a una pittura sovrapposta (o disegni sovrapposti) tanto differenziata quanto da definire, così che ne nasce una sottile archeologia delle odierne stampe offset, in una riflessione critica del loro uso. Non presenza piatta, ma quasi totale straniamento, nel senso di una utilizzazione figurativa autonoma, sono allo stesso tempo metodo e obiettivo di un procedimento che preferibilmente si serve di certi principi geometrici di ordine e di addizione e concepisce l'immagine come multidimensionale, oggetto soltanto parzialmente sondabile di un richiamo estetico e spirituale.
I collage di Rudolf Haas sono variamente associabili; da un punto di vista materiale, tuttavia, icone che appartengono chiaramente a un tempo, che definisce relativizzando l'arte e il concetto dell'arte e che tuttavia si può richiamare all'enorme, affascinante arsenale di tutta la storia dell'arte e della cultura, nel senso del museo immaginario di Andre Malraux.
Se Haas, come ad esempio nell'opera «Silver», in un formato rettangolare in verticale iscrive altri rettangoli in posizione verticale, risp. trasversale e lo trasforma, attraverso il sottile metodo della rielaborazione pittorico-grafica, in un complesso artistico sui generis, allora l'artista si rivela come colui che esprime in metafore lo spirito contemporaneo, il cui campo di tensione figurativo vuole mediare, in modo sintomatico per i nostri tempi, tra complessità e semplicità”.
Peter Baum