Mirko Artuso – Re del Tempo
Saranno esposti i disegni di Mirko Artuso, legati al suo lavoro con le persone disabili di diverse età, per le quali Mirko, dal 1995, promuove il benessere, l’autonomia e l’inclusione in ogni ambito del vivere sociale.
Comunicato stampa
Sabato 1 febbraio alle ore 18.30, allo Spazio Paraggi, verrà inaugurata la mostra RE DEL TEMPO di Mirko Artuso.
Nel nostro centro culturale si alternano le mostre di pittura a quelle di fotografia, si tengono i corsi di teatro, di scrittura e di fotografia, si può assistere agli spettacoli teatrali o ai concerti, ma viene sempre lasciato ampio spazio anche ai temi sociali come per la mostra di Mirko Artuso. E’ già successo lo scorso anno con la rassegna dedicata alle donne e tornerà a succedere con la rassegna sui diritti umani prevista per l’autunno 2014.
SPAZIO PARAGGI è lieto di ospitare la mostra RE DEL TEMPO, curata da Chiara Casarin, che fa parte del progetto “Teatro & Diversità”. Saranno esposti i disegni di Mirko Artuso, legati al suo lavoro con le persone disabili di diverse età, per le quali Mirko, dal 1995, promuove il benessere, l’autonomia e l’inclusione in ogni ambito del vivere sociale. Durante l’esposizione sarà possibile acquistare una tavola originale o una stampa autografa/numerata per sostenere le sue attività in questo ambito.
“La meraviglia, ecco che cosa mi interessa: riportare lo sguardo alla meraviglia. Se l’infanzia non è davvero un’età della vita, ma è un modo per guardare il mondo, la meraviglia è quel modo, quello sguardo.” – Mirko Artuso
Durante l’inaugurazione, sabato 1 febbraio alle ore 18.30, saranno presenti anche Beppe Mora, Bruno Lovadina, Andreina Bori, Sandro Andreato e Jashgawronsky Brothers.
Durante la mostra è previsto un altro appuntamento: sabato 8 febbraio 2014 alle ore 18.30, verrà proiettato il cortometraggio “MAL CHE VADA” di Mirko Artuso, girato a Ferrara nel 2013 e presentato al Festival de La Società a Teatro di Ferrara. Il cortometraggio, con la partecipazione amichevole di Natalino Balasso, in questa occasione sarà proiettato per la prima volta a Treviso.
RE DEL TEMPO
il mondo è il mio teatro
“Disegno perché da ragazzino avevo un amico “giostraio” e ho ancora negli occhi gli sguardi dei bimbi trasportati da quella giostra. Era come se fossero trasportati in un tempo diverso, sospeso.
Una giostra che accoglieva lo sguardo di mia madre e mio padre che agitavano la mano ed io ricambiavo sorridendo, e mi sembrava che se ne andassero via per sempre, però poi ritornavano ed io sorridevo ancor di più pensando che li avrei ritrovati ancora, dopo un altro giro.
Questa mostra non è totalmente mia, direi una bugia: ho incontrato in questi 25 anni di teatro occhi e destini diversi, guardato migliaia di foto, ascoltato centinaia di storie, ho visto gli sguardi di tutti quei bambini vissuti a volte in epoche lontane, mi sono imbevuto dei loro gesti, delle loro parole silenziose, dei loro sorrisi. La mia giostra, così carica di tutta questa memoria, non può essere solamente mia, è di tutti quegli sguardi che ci sono dentro.
La meraviglia, ecco che cosa mi interessa: riportare lo sguardo alla meraviglia. Se l’infanzia non è davvero un’età della vita, ma è un modo per guardare il mondo, la meraviglia è quel modo, quello sguardo. Lo stupore, il semplice stupore per qualcosa che ci passa sotto gli occhi ogni giorno, ma di cui non riusciamo più a vedere l’anima, bensì il solo guscio, la sola forma. I miei disegni vogliono sospendere lo sguardo quotidiano, rimetterlo su qualcosa di elementare e lì cercare di comprendere il mondo con gli occhi non più di un bambino o di un adulto, ma con gli occhi di una persona senza età.
Per l'inaugurazione del 1 Febbraio allo Spazio Paraggi avrò l'onore di avere Beppe Mora, che cercherà di spiegarmi perché disegno, l'amico Bruno Lovadina, Andreina Bori e Sandro Andreato, i due attori che hanno cambiato il mio modo di intendere e di vivere il teatro, e gli amici Jashgavronsky Brothers con una loro divertentissima incursione musicale.” – Mirko Artuso
La salute e la qualità della vita delle persone con disabilità al centro del progetto Teatro&Diversità.
Mirko Artuso lavora dal 1995 al fianco di persone disabili sia nell’età evolutiva che con adulti affetti da diverse patologie psicomotorie e neurologiche; promuovendone il benessere, l’autonomia e l’inclusione in ogni ambito del vivere sociale. L'attività svolta negli anni a Torino, Bari, Trento, Ferrara, Treviso, Padova, Bologna.
E’ possibile sostenere le attività promosse da Mirko Artuso acquistando una tavola originale o una stampa autografa numerata.
Bella sorpresa l’Artuso disegnatore, la semplicità del disegno è una lunga conquista, e in questo caso parte da lontano. Da uno sguardo di meraviglia che incanta un bambino, e che non lascerà mai. I guazzi di colore sono esplosioni di allegria, una magia che si rinnova ad ogni palpito dell’anima. Quell’anima infantile non si perde nella corporeità di un omone qual è Mirko, non si annacqua, non stinge. Anzi, distilla incanti, accompagnata dalla consapevolezza del proprio mestiere, che mai degraderà nel “mestierare”, e cioè nella ripetizione, nelle repliche d’abitudine. Artuso viene dalla campagna trevigiana, la terra è adattata ad argine, occhi sulle marionette e i teatrini itineranti, quell’incanto che folgora, il colore entra sottopelle, il colore batte al tempo del teatro.
Tra ispirazioni collodiane e tratti felliniane, il carrozzone va, guidato con mano ferma dall’incantato cantore, Mirko Artuso.
(Beppe Mora)
Ho conosciuto Mirko Artuso quando ero all’ultimo anno del liceo. E’ stata una folgorazione simile a quella di Pinocchio per il teatro di Mangiafuoco. Non sorprende che l’origine dei suoi disegni sia da cercare tra le luci delle giostre e dei circhi; anche il suo teatro condivide la stessa natura: l’esplosione dei colori e della grida, il grande tendone che avvolge ed accoglie, come una madre, come i sogni e come gli incubi, la malinconia dei sorrisi di carta dei pupazzi, l’eccitazione dei buffi pericoli e l’incontenibile, effimera gioia, il vortice delle ruote, il c’è – non c’è, c’è – non c’è dell’esistenza. Come una promessa, che non sappiamo se vogliamo mantenuta, non manca mai nei disegni e nel teatro di Mirko un risveglio, diurno di questo villaggio nomade; ancora la tenda, la ruota, la carta colorata, i pupazzi, ma visti nudi, alla luce fredda e silenziosa del mattino, tra le nebbie della campagna, fuori dal paese, non lontano dall’argine. Ed è qui, in questo improvviso deserto, che sono meglio visibili, insieme alla gentilezza e il pugnale, il cappio e la mano tesa.
(Simone Derai)