Ciak si dipinge

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO CIVICO AUFIDENATE
via Vittorio Emanuele, 10a , Castel di Sangro, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
02/02/2014

ore 11

Generi
documentaria

Cinema e arte: Le opere presenti nella mostra e nel catalogo raccontano di un connubio profondo, di un amore viscerale che ha origini antiche.

Comunicato stampa

Organizzata dalla Pinacoteca Patiniana di Castel Di Sangro, Domenica 2 febbraio 2014 si inaugurerà al Museo Civico Aufidenate Convento della Maddalena, la mostra collettiva d’arte contemporana “CIAK si dipinge”, a cura di Massimo Pasqualone. Saranno esposte opere realizzate da pittori, scultori e grafici dell’Associazione culturale “L’incontro degli artisti” di Montesilvano.
Scrive Massimo Pasqualone: “Uno dei più grandi maestri del cinema, Luis Buῆuel, osserva che “nessuna delle arti tradizionali manifesta una sproporzione altrettanto grande tra le possibilità di cui dispone e le sue realizzazioni”. Agendo in modo diretto sullo spettatore - sottolinea ancora - presentandogli esseri e cose concrete, isolandolo grazie al silenzio e all’oscurità, il cinema è in grado di portarlo ad uno stato di estasi meglio di qualsiasi altra espressione umana. Ma più di ogni altra è in grado di istupidirlo. Il cinema è un’arma magnifica per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, dell’istinto”.

Dunque il cinema è fratello stretto dell’arte e le pagine che seguono, documentazione di serrato confronto tra pittura e cinema, ne sono il plastico esempio. Gli artisti invitati: Lino Alviani, Luciano Astolfi, Mario Buongrazio, Diego Carchesio, Carma, Alfredo Celli, Ileana Colazzilli, Patrizia D’Andrea, Rita D’Emilio, Franca Di Bello, Massimo Di Febo, Roberto Di Giampaolo, Franco Di Nicola, Amilcare Di Paolo, Mario Di Profio, Angela Di Teodoro, Patrizia Franchi, Tiziana Giampaolo, Giacomo Giovannelli, Daniele Guerrieri, Concetta Iaccarino, Graziano Livorni, Vilma Maiocco, Gianluigi Mancini, Domenico Marcone, Giselda Marocchi, Violetta Mastrodonato, Lucio Monaco, Bruno Paglialonga, Leonardo Paglialonga, Gaetano Pallozzi, Roberta Papponetti, Terezina Hila Radovani, Lucia Ruggieri, Tonino Santeusanio, Marcello Specchio, Fernanda Trozzi, Loriana Valentini, Gianfranco Zazzeroni, dai sogni e dalle emozioni del cinema hanno preso ispirazione. Le opere presenti nella mostra e nel catalogo raccontano di un connubio profondo, di un amore viscerale che ha origini antiche. Basti pensare che i primi film colorati si devono ai futuristi italiani Arnaldo e Bruno Ginanni Corradini (Ginna e Corra) e poi a Duchamp e Man Ray che collaborarono alla realizzazione del film Anemic Cinema, i film astratti dei due dadaisti Viking Eggeling e Hans Richter, per arrivare a Harry Smith, all’artista basco José Antonio Sistiaga e a Jennifer West.

Lo stesso Buῆuel si avvalse dell’esperienza surrealista per riprodurre nel film l’andamento delle immagini nei sogni con la collaborazione di Salvador Dalì nel film Un chien andalou e la onnipresente ossessione onirica di tutta la sua filmografia dal Fascino discreto della borghesia a Quell’oscuro oggetto del desiderio.

Recentemente, anche attraverso le installazioni e la videoart, il cinema ha condizionato profondamente con i suoi linguaggi le vie dell’arte contemporanea, ma in questa sede non ci è possibile documentare questo cammino fatto da Andy Warhol, Lucio Fontana, Alberto Burri, David Salle, Peter Greenaway ed Emir Kusturica, Brian Eno, e Kimsooja.

Cinema ed arte, or congiunti or disciolti (direbbe chi di cinema si intendeva, avendo scritto per Cabiria), per la stessa natura e dell’uno e dell’altra, come sottolinea Giorgio Tinazzi che afferma la natura composita del cinema ed i suoi legami più diretti con fenomeni sociologici e psicologici: ”fenomeni di massificazione, industria culturale, processi di identificazione, influssi psicologici, creazione di una mitologia collettiva”. D’altronde lo stesso Adorno sottolinea quanto “l’estetica del film, per la sua posizione verso l’oggetto, è immanentemente legata alla società”.

Arte fenomenologica per eccellenza, secondo la nota definizione di Merleau-Ponty, e contratto sensoriale tra l’opera e l’uomo, secondo Robbe-Grillet. Ma arte vera? Ascoltate Benjamin: “è molto istruttivo come lo sforzo di far rientrare il cinema nell’arte costringa questi teorici ad attribuirgli, con una pervicacia senza precedenti, quegli elementi culturali che non ha”.
Direbbe Hegel nell’Estetica che il bello è veramente bello solo in quanto partecipe della superiorità dello spirito, ed allora il matrimonio può essere nuovamente celebrato”.