Augusto Garau – Ambigue trasparenze
La mostra mira a riportare alla luce il lavoro di uno straordinario protagonista dell’arte Italiana del secondo 900 ed, in particolare, quella felice stagione degli anni 70/80 che segnano l’apice delle sue indagini sul colore culminate, nel 1984, con la pubblicazione per Feltrinelli di “Le Armonie del Colore” e, nel 1986, con la partecipazione alla Biennale di Venezia di Calvesi dedicata ad “Arte e Scienza”.
Comunicato stampa
LUCA TOMMASI è lieto di annunciare la terza mostra del nuovo spazio milanese di Via Tadino 15 con l’allestimento di una personale di AUGUSTO GARAU dal titolo “AMBIGUE TRASPARENZE”, a cura di MARCO MENEGUZZO.
La mostra da LUCA TOMMASI ARTE CONTEMPORANEA mira a riportare alla luce il lavoro di uno straordinario protagonista dell’arte Italiana del secondo 900 ed, in particolare, quella felice stagione degli anni 70/80 che segnano l’apice delle sue indagini sul colore culminate, nel 1984, con la pubblicazione per Feltrinelli di “Le Armonie del Colore” e, nel 1986, con la partecipazione alla Biennale di Venezia di Calvesi dedicata ad “Arte e Scienza”.
La ricerca artistico-pittorica di Augusto Garau si è caratterizzata fin dai primi lavori degli anni Quaranta come indagine sul colore, il colore nel suo rapporto con gli altri toni della scala cromatica ed il valore del colore in sé. Un approfondimento che ha impegnato l'artista non solo in campo artistico ma anche in una serie di saggi che ha pubblicato nel corso degli anni, come "Armonie del colore" (1984) per Feltrinelli o "Dinamiche del colore e della forma" (1997). Nel '46 aveva aderito al movimento ''Oltre Guernica'' e, in contatto con il maestro Atanasio Soldati si era dedicato alla pittura astratta, partecipando nel '48 al "M.A.C". Garau era diventato così il più giovane artista del gruppo milanese del Movimento Arte Concreta, che abbandonerà dopo la morte del proprio maestro, per alternare cicli astratti e figurativi, in una mescolanza di linguaggi che, negli anni 60, rimandano alla pop inglese. Gli anni 70 segnano un definitivo approccio all’analisi della percezione visiva grazie alla frequentazione di Gaetano Kanizsa. Dal 1973 è docente di "teoria della forma" e del "colore" alla scuola politecnica di design. Promuove una"iniziativa di ricerca sul linguaggio artistico" e "incontri davanti alle opere". La sua teoria del colore, applicata alla trasparenza percettiva, è preceduta da un'indagine sulle mescolanze terziarie e interazioni che ne derivano, provocando armonie, nel senso di congiunzioni e disarmonie, necessarie entrambe per strutturare cromaticamente il campo.
Come annota Marco Meneguzzo nell’opera di Garau “ è l’organizzazione percettiva della mente che costruisce le figure, a partire da dati disgiunti -: “ambiguità”, “apparenza” e “trasparenza” diventano infatti le costanti del suo lavoro, dove le prime due categorie sono davvero aderenti al problema percettivo del “come si vede”, mentre la terza appartiene maggiormente al linguaggio tradizionale della pittura. Il risultato sono le opere che Garau ha sviluppato almeno dal 1974, e per le quali ha trovato una cifra propria, ben riconoscibile e allo stesso tempo legata a quelle ricerche percettive finalmente portate alla luce della sperimentazione dal grande territorio dell’intuizione pittorica.”