TestivArt della Follia
Festival multidisciplinare tematico: i linguaggi delle diverse discipline artistiche (arti visive, letteratura, teatro, musica) in dialogo creat(t)ivo sul tema della follia.
Comunicato stampa
Nel mese di Febbraio 2014 presso il Circolo Arci Caffé Basaglia di Via Mantova 34 Torino, si svolgerà la prima edizione del FestivART della FOLLIA, festival multidisciplinare tematico.
Il programma strutturato nell’arco di tutto il mese prevede dal 10 al 26 una mostra fotografica collettiva e l’esposizione di alcune installazioni; nei giorni 21 e 25 spettacoli teatrali; nei giorni 15 e 16 readings, performances, videoproiezioni.
10-26 Febbraio
Mostra fotografica collettiva, opere di: Gepe Cavallero, Gianguido Oggeri Breda, Marianne Boutrit, Paola Cominato, Donatella D’Angelo, Maria Grazia Galatà, Lidia Giusto, Isabella Indiesigh, Ksenja Laginja, Andrea Laroux, Milena Mastandrea, Isabella Sommati
Installazioni di: Sandra Baruzzi, Ennio Bertrand, Daniele Curto in collaborazione con ART 10100, Erica Contran e Françoise Giraudo, Lidia Montero
15 Febbraio
Reading di: Sebastiano Adernò, Enzo Campi, Sonia Lambertini, Andrea Leonessa, Fosca Massucco, Gianpaolo G. Mastropasqua & Flaminia Cruciani, Gabriella Montanari, Rita Pacilio, Susanna Piano, Valeria Raimondi, Daniela Cattani Rusich
Perfomance live di: Andrea Chidichimo, Donatella Lessio, Gianpaolo G. Mastropasqua, Barbara Pinchi
Videoproiezioni di: Sebastiano Adernò, Giulia Baciocchi, Rosaria Di Dio, Fausta Squatriti
16 Febbraio
Reading di: Sandra Baruzzi, Fabio Bosco, Ivan Fassio, Eliana Deborah Langiu, Carlo Molinaro, Ennio Onnis, Milena Prisco, Silvia Rosa, Salvatore Sblando, Antonella Taravella
Performance live di: Andrea Chidichimo e Donatella Lessio
Videoproiezioni di: Sebastiano Adernò, Giulia Baciocchi, Fausta Squatriti
Spettacoli teatrali di e con Donatella Lessio
21 Febbraio: "MENU MOMO" con la partecipazione di Andrea Laiolo e Renata Chiappino
25 Febbraio: "L'INTERRAMENTO DEL PESCE MARZIANO"
Per info: [email protected] – [email protected] – [email protected]
Sandra Baruzzi, è presente con
Installazione di Sandra Baruzzi per "FestivART della FOLLIA"
presso Caffè Basaglia, via Mantova 34 Torino, dal 10 al 26 febbraio
Installazione CORPI (IN)ESISTENTI : Sculture di carta - opera unica d’artista
Si tratta, con creatività, il tema del disagio in senso ampio. Il corpo con la sua materia e l’anima con la sua energia in connessione, in tensione verso l’oltre.
Con il fermo immagine vengono restituite figure femminili accartocciate su se stesse, dove il volto c’è e non c’è, dove l’identità è al limite della voragine, dove il corpo è co-esposizione al mondo, è intenzione, trascendenza, apertura, continuo progetto e perciò proiezione futura, … altro oltre.
Disperata la ricerca di ritrovarsi di allontanare l’oscurità, l’allucinazione, la follia e di (r)esistere.
Identità inconfessate di vite lacerate alla ricerca dei propri sé, visioni dei loro sentimenti tramite il rapporto tra corpo e anima, un rapporto di reciproco completamento, denuncia di un male di vivere contemporaneo che può portare alla distruzione. Il fermo immagine raccoglie l’attimo e viene sospeso su fogli di carta, il visibile racconta l’invisibile, l’installazione lascia intuire un mondo intimo gravido di significato.
Il dettaglio e l’insieme del corpo femminile immortalati e impacchettati in fogli di carta per rimarcare la fragilità, per evidenziare i movimenti dell’interiorità, i moti dell’anima con il chiaro scuro della piega. Ed è proprio attraverso la metafora della Piega che si costituisce l’anima, perché
“Il fatto è che la Piega è sempre tra due pieghe e questo tra-due-pieghe sembra passare dappertutto: tra i corpi inorganici e gli organismi, tra gli organismi e le anime animali, tra le anime animali e quelle razionali, anche tra le anime e i corpi in generale?” (GILLES DELEUZE, La piegaLeibniz e il Barocco, Piccola Edizione Einaudi, Torino, 2006).
Solo nel dettaglio del corpo ci s’avvicina al riscatto dal dolore e ciò avviene perché diventa paesaggio: collina, marea, duna. L’approdo all’immaginazione è salvifico. I margini delle cose cominciano a fondersi.
L’installazione non ha espliciti personaggi, non ha una vera e propria trama ma è un lucido flusso di coscienza sulla sua depressione, sulla sua rabbia, sulla sua solitudine, sul bisogno vitale di essere amata o al pari odiata, nutrita di vita per l’incontro, osservata. L’opera nasce perché osservata, dipende e si modifica per le connessioni che incontra.
Le sculture di carta pendono dai soffitti o sbucano dai muri, si gonfiano, si assottigliano, si curvano, prendono volume, invadono gli spazi e sono invase, abitano e sono abitate, opere d’arte per dar forma ed emozione, per uscire dall’oscurità e per s-velare corpi (in)esistenti. Anatomie ferme in uno spazio precario-mobile che sono l’immagine di una realtà sofferta, di una condizione esistenziale quasi metafisica che diventa testimonianza, denuncia.