Rhome. Sguardi e memorie migranti

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DI ROMA PALAZZO BRASCHI
Piazza Navona 2 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal martedì alla domenica
Dalle ore 10.00 - 20.00
la biglietteria chiude un’ora prima
Chiuso il lunedì

Vernissage
11/02/2014

ore 11 su invito

Contatti
Email: museodiroma@comune.roma.it
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Promotori
Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, creatività e promozione artistica,
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale, Associazione Culturale “èarrivatoGodot”, Officine Fotografiche

Con il riconoscimento di
UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali –
Presidenza del Consiglio dei Ministri

Con il patrocinio morale di
Ambasciata Britannica, Ambasciata del Brasile, Ambasciata del Cile, Ambasciata delle Filippine, Ambasciata di Francia, Ambasciata dell’India
Ambasciata della Repubblica Islamica,
dell’Afghanistan, Ambasciata della Repubblica Moldava, Ambasciata degli Stati Uniti d’America, Ambasciata delle Stato di Eritrea,
Associazione Centro Astalli, Associazione Cittadini del Mondo, Caritas Roma,
CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati, CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Fondazione ISMU – Patrimonio e Intercultura

Con il sostegno di
CNR, Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale CNR, Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee CNR, Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali

Aziende sponsor del sistema Musei in Comune

Con il contributo di

Con il contributo tecnico di

Acea; Banche Tesoriere di Roma Capitale: BNL - Gruppo BNP Paribas, UniCredit Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena; Vodafone

Atac; La Repubblica.

Curatori
Claudia Pecoraro
Uffici stampa
ZETEMA
Generi
fotografia, collettiva

Storie vissute con gli occhi dei migranti e lo scatto dei fotografi che hanno fissato nell’obiettivo i loro tanti modi di diventare parte di Roma.

Comunicato stampa

“Dico sempre che non entro in una casa senza bussare.
Quando si vive in un altro posto, ci vuole rispetto,
così come ci vuole rispetto per le altre religioni.
Siamo tutti fratelli, io aiuto chi ha bisogno, non importa chi sei.
Se ci si conosce tutti e ci si apre, la città diventa migliore.”

Roma, febbraio 2014

Trentaquattro migranti. Dodici fotografi. Sessantotto foto. Una città. Storie diverse di donne e uomini che raccontano cosa porterebbero con sé di Roma.

Questa è “Rhome - Sguardi e memorie migranti”, la mostra promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e dalla Sovrintendenza Capitolina, ospitata al Museo di Roma Palazzo Braschi dal 12 febbraio al 30 marzo 2014, con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Un’"iniziativa di rilievo nell'ambito delle attività di prevenzione e contrasto delle discriminazioni razziali, che ha ottenuto anche il riconoscimento UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.

Quello dei migranti è un vero popolo, basti pensare che a Roma sono oltre 352mila, con un’età media di circa 37 anni, single in oltre il 50% dei casi.
Trentaquattro di loro raccontano la propria storia raccontando la città. Lo scatto del fotografo ha fissato nell’obiettivo i loro tanti modi di diventare parte di Roma. Tutto questo grazie alla collaborazione nata tra l’Associazione “éarrivatoGodot”, il CNR e Officine Fotografiche Roma con il Museo di Roma in Palazzo Braschi.

Il progetto Rhome – che ha poi portato alla presentazione di questa originale e coinvolgente esposizione – dà voce ai nuovi cittadini di Roma Capitale: i migranti provenienti da tutte le parti del mondo, che oggi fanno parte del tessuto strutturale della città.
“Questo progetto è una piccola scossa per la società – ha commentato uno degli intervistati - Ce ne vogliono tanti, ma sono queste le cose che faranno la storia degli immigrati.”.

I 34 partecipanti appartengono sia alle 14 comunità straniere più numerose sia ad altri Paesi e rappresentano 27 nazionalità: africani, americani, asiatici, europei.

“Qual è un luogo di Roma che non dimenticherai mai e che porterai con te anche se dovessi andare a vivere altrove?” E’ intorno a questa domanda che ruota la mostra fotografica: ogni migrante, insieme a un fotografo, è andato nel posto scelto per costruire insieme l’immagine da esporre in mostra, ognuno con il suo ruolo, in una sinergia dove le parole del migrante diventano la regia che muove lo scatto del fotografo.

Sono state molte le domande a cui hanno risposto i 34 “cittadini romani” che, in una specie di intervista a microfono spento, raccontano perché hanno lasciato il loro paese, in quale luogo e per quale motivo – a Roma – si sono sentiti accolti o rifiutati. Un percorso che ha portato alla realizzazione di questa mostra dove la sequenza di volti e luoghi rende ancora più netta l’appartenenza ad una città che talvolta ha sostituito affettivamente quella di origine.

“Anche quando vado in vacanza, penso sempre a quando torno a Roma – racconta un migrante - È il punto di partenza, sempre.”
Una riflessione che può anche essere il filo conduttore di “Rhome - Sguardi e memorie migranti” perché questi sguardi, osservando le foto in mostra, appartengono già alla città, punto di arrivo e di ritorno per le loro nuove vite.