Modenantiquaria 2014
Dipinti, mobili antichi, ceramiche e maioliche, oggetti d’arte, gioielli e orologi, tappeti, antiquariato orientale, precolombiano e africano. Questo e tanto altro è Modenantiquaria, il Salone all’interno di “Unica Fine Art Expo” che propone pezzi di alto antiquariato.
Comunicato stampa
Dal 15 al 23 febbraio, nell’ambito di “Unica Fine Art Expo”, si rinnova l’appuntamento con Modenantiquaria, il Salone internazionale di alto antiquariato che inaugura la sua XXVIII edizione a ModenaFiere
Dipinti, mobili antichi, ceramiche e maioliche, oggetti d’arte, gioielli e orologi, tappeti, antiquariato orientale, precolombiano e africano. Questo e tanto altro è Modenantiquaria, il Salone all’interno di “Unica Fine Art Expo” che propone pezzi di alto antiquariato. Giunto alla sua XXVIII edizione, torna nei padiglioni di ModenaFiere dal 15 al 23 febbraio e si presenta come una delle mostre d’alto antiquariato più visitate d’Italia, ottima occasione per chi cerca investimenti durevoli.
Quasi 100 gallerie presenti su seimila metri quadrati di esposizione propongono infiniti spunti per l’arredamento di interni raffinati ed esclusivi.
Tra le tante opere esposte quest’anno saranno in mostra dipinti come quelli presentati dalla Galleria Cantore di Modena: il primo, realizzato da Pietro da Cortona (Cortona, 1597 – Roma, 1669) raffigura “Gli angeli segnano la fronte a coloro che devono essere illesi dai flagelli”, mentre il secondo, opera di Vittorio Maria Bigari (Bologna, 1692-1776), rappresenta il “Ritrovamento di Mosè”.
E ancora tra i vari stand potremo ammirare un disegno a carboncino di Giovanni Lanfranco (Parma, 1582 - Roma, 1647), allievo dei Carracci, con uno “Studio per il San Giovanni Battista della volta della chiesa dei Santissimi apostoli a Napoli”, messo in mostra dalla Galleria Bertogalli di Parma.
Continua anche la collaborazione tra Modenantiquaria e Galleria Estense. Per l'edizione 2014 verrà infatti esposto, per tutta la durata della manifestazione, il quadro secentesco di Carlo Cignani, "Flora", uno dei simboli della Galleria Estense di Modena.
Poi un prezioso surtout de table, in argento massiccio, fuso e cesellato, prodotto da Musy di Torino, gioielliere fornitore ufficiale di Casa Savoia nel 1908. Si tratta di un pezzo unico, commissionato da vari nobili per essere donato al Duca di Genova Tommaso di Savoia il 14 aprile del 1908, in occasione dell’anniversario del venticinquesimo anno dalle nozze con la Principessa Isabella di Baviera. Si tratta di un pezzo esposto dalla Galleria Dame e Cavalieri di Milano.
Così come Dario Ghio di Montecarlo, che mette in mostra ancora un centrotavola, sempre in argento, ma questa volta Art Nouveau, battezzato "La Libellula". Si tratta di un pezzo realizzato a Torino, nel 1900 circa, dall’orefice Celestino Fumagalli (Torino, 1864 – Milano, 1941). Figlio di un grande fonditore d'arte (Enrico), Celestino si dimostra subito un cesellatore d'eccezione. Si forma all'Accademia Albertina di Torino sotto l'ala protettiva di Leonardo Bistolfi, presso il quale lavora a lungo. Autore del pesantissimo "Genio alato" (collocato originariamente sulla guglia della Mole Antonelliana prima che un furioso temporale lo piegasse per essere sostituito da una più leggera e anonima stella), Fumagalli espone le sue opere alle rassegne più importanti del Novecento. Tra le tante, nella Galleria di Arte Moderna di Torino è conservata l'opera "Libellula" (un bronzo del 1906, un vero gioiello di Art Nouveau) a cui si ispira proprio il centrotavola esposto a Modenantiquaria, con una sorprendente delicatezza sul tema dell'acqua.