Enza Polito – Ichos
Una visitazione dell’architettura e della scultura del piu’ antico passato: immagini catturate ad Atene, a Paestum, a Napoli e che del testo, da cui sono prelevate, ricordano – come in una traduzione – il senso profondo, l’ombra che ne costituisce l’anima.
Comunicato stampa
..Questa mostra, al Museo Archeologico di Napoli, è una visitazione dell’architettura e della scultura del più antico passato: immagini catturate ad Atene, a Paestum, a Napoli e che del testo, da cui sono prelevate, ricordano -come in una traduzione- il senso profondo, l’ombra che ne costituisce l’anima: è la suggestione del relitto nella visione acquorea di un naufrago. (Rino Mele)
..Su questi manufatti il tempo, primo e ultimo scultore, ha esercitato la sua lenta opera di infaticabile scalpellino. Sono dunque oggetti che dimostrano la loro età. Ma per cogliere questa evidenza la Polito ha dovuto prima fermarsi, poi soffermarsi, ha dovuto insomma intrattenere un intimo rapporto con la materia e con la sua forma. Una forma estratta due volte, prima dall’uomo e poi dalla trama stessa del tempo.(...) Il gioco delle luci e delle ombre, esaltato dalla fotografia in bianco e nero impastata di forti contrasti, determina una qualità scultorea dell’opera che si sovrappone alla mano dell’artista primigenio, così come alla mano invisibile del tempo. Sono dunque tre passaggi di stato, e l’ultimo vale quanto il primo, poiché rifonda l’opera. (Riccardo Notte)