Laurent Montaron – Everything we see could be something else
Monitor è lieta di annunciare la prima personale in galleria dell’artista francese Laurent Montaron (Verneuil-sur-Avre, vive e lavora a Parigi) già presente in Palazzo Enciclopedico – 55° Biennale di Venezia e prossimamente a You imagine what you desire – 19° Biennale of Sydney.
Comunicato stampa
Monitor è lieta di annunciare la prima personale in galleria dell'artista francese Laurent Montaron (Verneuil-sur-Avre, vive e lavora a Parigi) già presente in Palazzo Enciclopedico - 55° Biennale di Venezia e prossimamente a You imagine what you desire - 19° Biennale of Sydney.
I lavori di Laurent Montaron partono dalla storia della tecnologia per esaminare i sistemi di credenze contemporanei. Attraverso l'investigazione degli strumenti che creano le nostre rappresentazioni, l'artista francese svela i paradossi che accompagnano la conoscenza della modernità.
Spesso utilizzando dispositivi antichi e complessi, i suoi lavori mettono in primo piano la presenza di apparati utilizzati per la loro stessa creazione, attirando l' attenzione sull'atto della “registrazione” come tentativo di tradurre l'esperienza in informazione.
Reggendo l'inestricabile filo che lega i temi esplorati nel suo lavoro e i processi implicati nella loro costruzione, l'artista sottolinea che “nessuna immagine può essere separata dal proprio processo di creazione”.
Monitor presenterà, per la prima volta in Italia, il nuovo film The Nature of the self, realizzato con il supporto dell'Accademia di Francia a Roma – Villa Medici nel 2013, mentre l'artista era pensionnaire presso di essa. Proprio a Villa Medici verrà proiettato in anteprima martedì 25 febbraio alle ore 18h00 Nature of the self, a cui seguirà Short study on the nature of things (2011). (Capienza limitata, ingresso libero fino a esautimento posti).
The Nature of the self è un viaggio attraverso la percezione della realtà in relazione al tempo come condizione della nostra esperienza e al continuo avvicendarsi delle cose.
La nostra comprensione del reale contiene in sè un ritardo che rende già consci di un'idea di passato: 'tutto ciò che vediamo potrebbe essere qualcos'altro. Tutto ciò che possiamo descrivere potrebbe essere qualcos'altro '.
Insieme al film Monitor presenterà due lavori fotografici e il pezzo How can one hide from that which never sets?, 2013, una vetrina con uno specchio tagliato a metà e installato obliquamente. Lo specchio è stato realizzato attraverso un processo chimico calcolato da Justus von Liebig, che nel 1835 ricostruì la mistura del mercurio-stagno normalmente usato, con un sottile strato d'argento depositato sul retro del vetro. Il processo di von Liebig presenta delle somiglianze con i principi chimici usati nella produzione dell'immagine fotografica.
How can one hide from that which never sets? Fornisce infatti una rappresentazione dei principi della visione e si interroga sulla funzione dello sguardo. Il riflesso appare solo quando incrociamo lo specchio ma al posto di un nostra immagine ci viene restituita quella di qualcos'altro. Un neon nella parte posteriore della vetrina, rivela lo spazio retrostante.
Nei film e nelle installazioni di Montaron, l'impulso verso razionalità e progresso, rappresentato dagli sviluppi tecnologici, si muove in opposizione a processi misteriosi e macchine irrazionali: piuttosto che per ottenere chiarezza e coerenza, essi possono essere usati anche per nascondere, complicare, oscurare.
Un ringraziamento speciale all' Accademia di Francia a Roma – Villa Medici per il prezioso supporto.
Fino al 10 maggio
Laurent Montaron Verneuil-sur-Avre, 1972. Vive e lavora a Parigi.
Solo shows: 2013 Prospectif Cinema: Laurent Montaron, Centre Pompidou, Paris; Serpentine Cinema: CINACT, London (UK) curator : Victoria Brooks; 2012 alerie schleicher+lange, Berlin; 2010 PACE, Kunsthaus Baselland, Basel; Will there be a sea battle tomorrow ? , Centre Clark, Montreal - Quebec; 2009 IAC - Institut d’art Contemporain, Villeurbanne - Lyon AYYLU, FRAC Champagne-Ardenne, Reims; 2008 galerie schleicher+lange, Paris; Kunstverein, Freiburg; 2006; LMAKprojects (Chelsea), New York (USA); 2005 La Galerie, Centre d’art contemporain de Noisy-le-Sec.
Group shows (selected): 2013 LA BIENNALE DI VENEZIA
, 55th International Art Exhibition, Venice; 2012 Open End, Sammlung Goetz Collection, Haus der Kunst, München Lost in LA, Los Angeles Municipal Art Gallery, Barnsdall Art Park, Los Angeles curator : Marc-olivier Wahlerm, Oh, you mean cellophane and all that crap, , New York (US) curator : Victoria Brooks Un nouveau Festival, Centre Pompidou, Paris; 2011 Homo Ludens – Act II Motive Gallery, Amsterdam ; Performa 11-Performa, New York City, NY, Les amis de mes amis sont mes amis, hommage à Ján Mančuška - Galerie Jocelyn Wolff, Paris; 2010 Prospective XXIè siècle » Le Plateau, FRAC Ile de France, Paris, Collection’10 » IAC - Institut d’art Contemporain, Villeurbanne – Lyon; 2009 Ce que j’ai sous les yeux», Musée d’art et d’histoire de Saint-Denis, Saint-Denis Recent Acquisitions, Muséee d’art moderne de la ville de Paris, Paris New Acquisitions FRAC - Fond Régional d’Art Contemporain d’Aquitaine, Agence culturelle départementale Dordogne-Périgord.