Salvatore Zito – Leggeri stick spinosi

Informazioni Evento

Luogo
PAOLO TONIN - ARTE CONTEMPORANEA
Via San Tommaso 6, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì ore 10,30-13 e 15-19
sabato su appuntamento

Vernissage
20/02/2014

ore 18

Artisti
Salvatore Zito
Curatori
Marianna Colombo
Generi
arte contemporanea, personale

Così la forma infantile e morbida del pinguino si pigmenta di verde acido o di verde cupo e si riveste degli aculei del cactus o delle spine del carciofo.

Comunicato stampa

Leggeri stick spinosi

La forma base resta quella della serie I love Torino, dunque il pinguino, il tradizionale gelato con il bastoncino che l’artista Salvatore Zito sottrae al suo destino di liquefazione intagliandolo minuziosamente nel legno. Ma a differenza delle opere precedenti nelle quali la sagoma dello stick si ricopre di una pellicola cromatica riproducente una “veduta” torinese oppure la sagoma stessa si modifica per assumere i contorni di noti monumenti (la Mole Antonelliana) o di manufatti urbani (la verde fontanella taurina) fortemente legati all’immagine cittadina, nelle nuove realizzazioni il gioco si modifica, anzi si capovolge. L’artista non somma elementi con significati simili, piuttosto fa scrivere forme contrastanti. Inoltre il dialogo questa volta avviene non già con la storia, ma con la natura.

Così la forma infantile e morbida del pinguino si pigmenta di verde acido o di verde cupo e si riveste degli aculei del cactus o delle spine del carciofo. Oppure la medesima forma si colora di rosa intenso o di viola, accenna una protuberanza all’apice e si irta dei sottili aghi del fico d’India.
Persino sul bastoncino, sicché lo stick accattivante nel suo gusto-colore si trasforma in un prodotto inconsumabile. O ancora, la forma assume un colore azzurro ghiaccio e si scava per divenire lisca di un pesce. Infine, nell’ultimo esemplare della serie, che si compone di sei pezzi, l’ibridazione cresce e lo stick è un piccolo scovolo fiorito di rosso alla sommità e sorretto da un manico ugualmente di legno, ma che simula alla perfezione un filo metallico ritorto.
Salvatore Zito, parlando delle sue nuove creazioni, cita, quale possibile fonte di suggestione, Cadeau (1912) di Man Ray, il primo oggetto dadaista francese, il ferro da stiro sulla cui piastra è incollata una fila di chiodi di ferro da tappezziere. La qualità pungente è comune, ma la provocazione che era delle avanguardie storiche è solo una eco. Il valore sta altrove. Nella cura dell’oggetto creato, e nella leggera bellezza che ne può nascere.